Spionaggio, commedia in pochi atti e meno parole e sovratutto niente scene

Personaggi principali, sì, ma non padroni: Una signorina molto carina; Un giornalista molto brutto.

LA SCENA (che viceversa è un sottoscena)

Un lungo corridoio nei pressi di una sala di prova della Casa X, che potrebbe essere anche quella della Società Ambrosio.

Due muri laterali, sui quali si aprono parecchie porte, chiuse. Fra queste, chi è pratico, trova subito quella della sala di prova; chi non lo è… i casi sono due: o va in cabina o va in… cabinetto. Nel fondo del corridoio v’è un altro muro, e su questo una finestra, alta quanto basta perchè la serva non arrivi a pulire i vetri.

Arredamento semplicissimo: una scopa dimenticata dall’uomo di pulizia, un bigonciolo senz’acqua qualche ragnatella… e niente altro.

SCENA PRIMA… E DOPO

La signorina molto carina e il giornalista molto brutto.

Sig.na — (scendendo la scala s’incontra col giornalista che sta spiando per trovar modo di vedere la proiezione) Oh! (di sorpresa; forse di paura).

Giorn. — (c. s.) Oh! (di sorpresa; forse di piacere).

Sig.na — (poco lieta del cattivo incontro) Scusi, da che parte è entrato?

Giorn. — (molto lieto per il bell’incontro) Gliela dò in cento ad indovinare.

Sg.na — Ma, non saprei…

Giorn. — Dalla porta. Strano, non è vero? In cinematografia si entra e si esce dappertutto, meno che dalla porta. Ma – si capisce – chi non è del mestiere…!

Sig.na — Lei, scusi, che cos’è?

Giorn. — Giornalista, ai suoi comandi.

Sig.na — (con angoscia) Giorna… lista…

Giorn. — Per servirla. E critico…

Sig.na — (quasi svenendo) E cri… cri… cri…

Giorn. — No, scusi. Kri Kri, se non sbaglio, è un attore cosidetto comico della cosa… del coso… del… del… (il giornalista ha una memoria di ferro per i nomi).

Sig.na — (facendosi coraggio) E desidera?

Giorn. — Vedere la film che si sta visionando: Il Fauno di Febo Mari.

Sig.na — (coll’accento della disperazione) Non si può, è proibito; severamente proibito.

Giorn. — (inchinandosi) Grazie mille; non chiedevo di meglio (si dirige verso la porta).

Sig.na — (sempre agitata) Ma di là si va in cabina.

Giorn. — Obbligatissimo: è quello che cercavo.

Sig.na — Ma s’è proibito severamente!

Giorn. — Brava, è appunto per questo che io entro.

Sig.na — (mentendo colla massima sincerità) Ma se il Cavaliere viene a saperlo, se la prenderà con me.

Giorn. — (con un sospiro) Eh! beato lui! Anch’io, sa, una volta me la prendevo colle … Beh! insomma… tempo trapassato remoto… Io fui stato… (fa per entrare).

Sig.na — Ma le ripeto che quella è la cabina dell’operatore.

Giorn. — In fatti me l’ha già detto. Vuol dirmi, anche, se c’è un buco che guarda nella sala?

Sig.na — Certo che c’è.

Giorn. — Basta, non mi occorre altro, signorina. Al mondo non ho desiderato mai altro che avere un buco a mia disposizione. (s’inchina con grazia ed entra).

Sig.na — (sola) E se n’è andato! Che spione! (entra a sua volta, indispettita, per la porta della sala di proiezione).

La scena rimane vuota per circa tre quarti d’ora; soltanto verso gli ultimi minuti escono due topi che, approfittando della solitudine, fanno quattro passi discorrendo sui casi della guerra europea.

Il topo più giovane all’altro — Come credete, zio, che andrà a finire questa guerra?

Il topo zio — Non te lo saprei dire: so, però, come finiremo noi.

Il topo nipote — Come, zio?

Il topo zio — Ecco: i casi sono due: Se finisce presto, si può vivere tranquilli, gli uomini mangeranno i gatti prima di noi. Se dura molto tempo, allora; casi sono due: o finiremo in padella, o come bistecche ai ferri.

Ma in quel mentre le porte della cabina e della sala di proiezione si aprono e i due topi credono prudente ritirarsi nei loro appartamenti.

Sig.na— (uscendo, incontrandosi nuovamente col Giorn. — (che esce a sua volta) Oh!

Sig.na — Ancora lei?

Giorn. — Credo bene. Però potrei sbagliarmi. Se crede vado ad assicurarmi.

Sig.na — Non c’è bisogno; vedo bene che non è l’operatore: (con dispetto) L’ha spuntata; è
riuscito nel suo intento.

Giorn. — Naturalmente. Veni — vidi — vicis.

Sig.na — (esitante) Che l’è sembrato?

Giorn. — Di lei?

Sig.na — Della film.

Giorn. — Concetto nobile, esecuzione fine, interpretazione ottima e fotografia splendida. Ho notato una nuova attrice (la sig.na trema), una debuttante assai carina, di molto sentimento, che svolge la sua azione con semplicità e naturalezza (la sig.na non trema più). Tutti veramente assolvono il loro compito coscienziosamente. Non parlo del protagonista, di Febo Mari, il Fauno : quello in carne e ossa, s’intende. Quello, si sa, è artista. Ma quella sua innamorata, la modella… Caspita ! Ho osservato che sa già imprimere una fisonomia sua propria al carattere. Corre la piccina ! e farà della strada. Vorrebbe dirmi il suo nome?

Sig.na — (raggiante, e che non trova più il giornalista tanto brutto; sorridendo): Mi spiace… non lo so…

Giorn. — (affettando indifferenza) Oh! non importa. Era così per….. Basta. Mille grazie e mille scuse dell’incomodo.

Sig.na — (con gaiezza) S’immagini; anzi ! Poiché il Cav. Ambrosio non s’è accorto…..

Giorn. — Già, già, sicuro, (inchinandosi e scoprendosi) Al piacere di rivederla.

Sig.na — (e. s.) Al piacere.

Giorn. — (sale qualche gradino, poi, come sovvenendosi, torna indietro) Oh! che bestia! (si scopre e tende la mano) Scusi, vuoi dirmi con chi ho avuto l’onore di conversare?

Sig.na — (stringendo con grazia e senza pensare) Colla sig.na Antonietta Mordeglia.

Giorn. — Grazie (cava di tasca un notes e matita, e segna) Non mi mancava che il nome dell’attrice in questione. Ora lo so (intasca, saluta). Di nuovo (e via).

Sig.na — (un po’ intontita) Toh! gliel’ho detto! (pensa e sorride) Lo credevo un orso… invece… Lo sarà dal cuore in giù, come dice Fauno.

PIER DA CASTELLO (Angelo Pietro Berton 1861-1920)

I Centauri di Tor di Quinto, località vicino a Pinerolo

Tor di Quinto, fotogramma del film (dal DVD della Española)
Tor di Quinto, fotogramma del film (dal DVD della Filmoteca Española)

Qualche giorno fa raccontavo del libro-dvd della collezione Sagarmínaga, una collezione di film dal 1897 al 1906, ritrovata in Spagna del 1997.

Uno dei film contenuti nel DVD 2, è Tor di Quinto, descritto così nel volume della Filmoteca Española, pagina 171:

Tor di Quinto, casa di produzione Warwick, Regno Unito, anno 1905, genere: scena all’aria aperta. Il marchio Warwick Continental Trading Parigi, compare nei primi fotogrammi. Tor di Quinto è una famosa scuola di cavalleria italiana, vicino a Roma. Insieme al titolo, la sequenza finale è virata in giallo. Metraggio 213,7 metri = 10′ 23 “ 18 f/s.

Secondo il catalogo Cinema Muto Italiano – I film dal vero 1895-1915, di Aldo Bernardini, Cineteca del Friuli 2002, Tor di Quinto (La scuola di cavalleria), operatore Giovanni Vitrotti, produzione Ambrosio e C. 1906, 98 metri, la descrizione dei quadri ed il metraggio (sopratutto il metraggio) corrisponderebbero soltanto ad una parte del Tor di Quinto ritrovato nella collezione Sagarmínaga. Una delle fonti d’epoca è una locandina del Politeama Piacentino del 2 giugno 1906:

1. Gli ufficiali della Scuola si recano alle esercitazioni. 2. Sfilata degli Ufficiali. 3. Discesa al galoppo di un’alta collina. 4. Salto d’ostacoli per gruppi – Galoppate – 5. Difficoltose scivolate a picco (viste di fianco e di fronte): esercizio riprodotto da molti giornali illustrati per la sua eccezionalità. 6. Salti di staccionate – Emozionanti cadute.

Il primo problema con il film omonimo incluso nel DVD della collezione Sagarmínaga, anno di produzione Warwick, Regno Unito 1905, titolo virato in blu, sottotitolo in tedesco: Die Centauren der Gegenwart!, è che ci troviamo davanti ad un metraggio molto più lungo dei 98 metri. Il secondo è la casa di produzione (Warwick Regno Unito? Warwick Continental Trading Parigi?). Il terzo…. guardate con attenzione l’immagine sotto (il cartellone pubblicitario della Gazzetta del Popolo – Torino). Secondo voi: le immagini corrisponderebbero a Tor di Quinto, località vicino a Roma?

Tor di Quinto, fotogramma del film (dal DVD della Española)
Tor di Quinto, fotogramma del film (dal DVD della Filmoteca Española)

Il film contenuto del DVD 2 della collezione Sagarmínaga è, sicuramente, un montaggio arbitrario del proprietario della collezione, ma non è un film del 1905, quasi tutte le scene, secondo le fonti d’epoca, corrispondono a I Centauri: esercitazioni dei cavalleggieri del Pinerolo, operatore Roberto Omegna, produzione Società Ambrosio 1908, metri 234, distribuzione Raleigh et Robert (Warwick Continental Trading) in Francia (e Germania) 1908-1909. Un vero successo al botteghino… Per sapere di più… sono qui, alla vostra disposizione, come al solito.

Notizie varie sulla Società Anonima Ambrosio nel 1912

Società Anonima Ambrosio
Società Anonima Ambrosio 1912

Gennaio. La Casa Ambrosio ha comprato altri tremila metri quadrati di suolo che destina alla costruzione di un nuovo e più grande teatro di posa.

D’Annunzio in cinematografia. L’opera di Gabriele d’Annunzio è stata servita al gran pubblico, che ne è giustamente avido, in tutte le salse. Non poteva ad essa, certo, mancare la salsa… cinematografica. Salsa, fuori dubbio, squisita, e tale da far leccare davvero le dita, quando il cuciniere risponde al nome di un artista di valore e della genialità di Arturo Ambrosio. Le tragedie del Poeta abruzzese, tradotte dalla ribalta al panno bianco, serbano intatta la loro magnifica virtù di cose belle, e son collocate in una degna atmosfera di luce, di colori, di afficacia suggestiva. Cosa mirabile ed effetto davvero sorprendente e superiore anche alla più azzardata aspettativa; poichè gran parte della bellezza dell’opera dannunziana è appunto contenuta nella magnificenza sonora e colorita della parola. Togliere questa alla produzione di Gabriele d’Annunzio, è come strapparle i tre quarti dell’anima. Pure, quell’opera trasportata sul panno bianco diventa un vero e proprio prodigio di arte e di vita.

Dal 1° febbraio, la Casa Ambrosio pubblicherà tre film per settimana anzichè due.

I rappresentanti delle case Ambrosio e Vitagraph in Spagna hanno stabilito di noleggiare direttamente la produzione delle due case, a partire del prossimo febbraio.

Giugno. Bilancio della Società Ambrosio.

Signori azionisti,

Il bilancio che vi presentiamo chiusosi al 31 marzo 1912 con utile di L. 160.261.63 è di per sè la migliore relazione sull’andamento dell’azienda. Poichè, quantunque siasi con tutta la più oculata prudenza proceduto agli ammortizi e agli svalutamenti, il sempre crescente sviluppo dell’industria ci ha consentito di proporvi un dividendo rimuneratore.

E non solo i risultati dell’Esercizio furono soddisfacenti dal lato commerciale, ma altresì dal lato artistico possiamo andare a buon diritto orgogliosi dei nostri successi. Difatti, nel concorso cinematografico internazionale bandito dal Comitato per l’Esposizione mondiale di Torino nel decorso anno, abbiamo conquistato il primo premio tanto per la categoria artistica quanto per quella didattica.

E per tali successi vogliate unirvi al vostro Consiglio nel tributare un plauso ai Direttori instancabili e zelanti in tutto quanto ha tratto allo sviluppo commerciale ed artistico della nostra azienda.

Dovendo per le necessità della cresciuta produzione addivenire alla costruzione di un nuovo teatro, vi proponiamo per misura prudenziale si stornare dal beneficio netto dell’Esercizio testè chiuso, la somma di lire 30.000 quale fondo spese ed imprevisti per detta costruzione.

Coll’approvazione del suddetto prelievo vi preghiamo a voler approvare altresì le altre partite del Bilancio e il riparto utili nella misura di L. 15 per azione pagabili col 1° giugno p. v.

Vi invitiamo ancora a procedere alla nomina del Collegio Sindacale e alla determinazione del suo emolumento per l’esercizio 1912-1913.

Torino, 18 maggio 1912
IL CONSIGLIO D’AMMINISTRAZIONE

Settembre. I film della Casa Ambrosio saranno vendute a mezzo della Universal.