Fantomas comes to USA September 1916

Fantomas
Fantomas – Mutual Series

September 2, 1916. One of the two creators of Fantomas, the master of crime, has been visiting in America. Marcel Allian, who wrote the great French detective novels in collaboration with Pierre Souvestre, has just sailed for France after seeing the entire Fantomas series, as the pictures will be released by Gaumont through Mutual. While he had seen them when they were made at the Paris studios, he lost none of his enthusiasm for them when he saw them edited for the American market.

The Mutual’s new series of Gaumont productions will be released under the title of Fantomas. It is based on the exploits of a notorious Paris criminal. It will be presented in five releases of three chapters each, the first of which will go out on September 7. A noted company of artists are included in the big cast and thrills enough to satisfy the most capricious have been injected into the various scenes of the five episodes.

The stories of Fantomas have been running in hundreds of the large papers throughout the country, with a combined circulation of millions daily.
(Moving Picture World)

Cronistoria cinema muto Italia 25 agosto 1912

Manifesto Pathé Journal
Manifesto Pathé Journal – Le Journal Vivant Universel

La cinematografia italiana occupa ormai posto di primo ordine nel campo internazionale per bontà tecnica e concettiva, ma tralascia in diverse occasioni di emulare quello spirito d’iniziativa che anima le migliori e più note Ditte estere e specialmente francesi.

La cinematografia francese sfrutta tutto il campo d’azione amplissimo che invade la nobilissima arte nuova ma già carica d’attori.

E così essa oltre alla riproduzione di vita vissuta familiare o sociale nelle sue multiformi manifestazioni di virtù e di vizio, di slanci eroici e di brutali malvage o matte bestiali aberrazioni della psiche o del senso; oltre alla parodia dei tipi eccentrici che nella società odierna maggiormente si rintracciano; oltre alla visione dei siti incantevoli dei due mondi; oltre alle didattiche proiezioni zoologiche, offre altresì la visione a volo d’uccello della cronistoria contemporanea.

La cinematografia deve veder tutto coi suoi cento occhi d’Argo e percorrendo con ali velocissime nazioni le più differenti o le più affini per tendenza di popoli e di manifestazioni sociali e politiche, civili o militari coglierle sulle sue cento retine nei momenti più tipici; essa deve tutto raccogliere di gioia e di sventure e mirare l’opera devastatrice della natura e quella riparatrice dell’uomo, ed il tutto esporre allo spettatore di ogni più piccolo centro del mondo perchè ovunque oggi essa regna in una proiezione che equivalga ad un giornale illustrato ed animato.

Tale programma ebbero le Case francesi istituendo la rubrica cinematografica Giornale e nei limiti del possibile, perchè di certo non è dato prevedere tutti gli avvenimenti, nè è sempre concesso dal caso di trovarsi spettatori, esso è dalle migliori Ditte quali Pathé e Gaumont ed altre col loro Journal eccellentemente eseguito.

Ed in tal modo il cittadino della Neva mentre rivede sulla bianca tela la rivista passata dallo Czar ai Cosacchi del Don, dopo un istante osserva la sfilata degli Ascari in Roma Capitale, ed un istante dopo l’estinzione di un colossale incendio a New York ed ancora dopo l’imbarco di un imperatore e così ancora i funerali delle vittime del dovere a Parigi.

Rivista settimanale cronistorica

Non sarebbe questo il titolo per rubrica se le Case italiane quali l’Ambrosio, la Cines, la Pasquali, l’Itala, la Milano, queste primissime delle nostre si risolvessero a non lasciare alle Ditte estere la privativa di tale importantissima attività?

O che forse le nostre Ditte non si sono valorosamente affermate per abilità tecnica e spirito d’intuizione? O che forse difettiamo ad esse energie attivissime od il fattore economico quando di continuo dimostrano esuberanza di attività e come ogni sacrificio, di poi ampliamente e giustamente ricompensato, si sobbarchino perchè l’opera loro sorga pregevole?

Noi vivamente invitiamo le Ditte italiane ad iniziare senz’altro la rubrica Rivista poichè nulla ad esse manca, anzi tutti i coefficienti posseggono ad iniziare non solo i lavori in cui già altri eccellono, bensì qualsiasi nuova attività possa ancora comparire all’orizzonte cinematografico.

Il disastro del Titanic, Gaumont 1912

L’immane disastro marittimo del trasatlantico Titanic non poteva sfuggire inosservato al reportage cinematografico, divenuto ormai il più sicuro, il più fedele e il più completo mezzo di informazione. La Casa Gaumont si è assicurata, coll’opera intelligente e pronta dei suoi operatori, una film documentaria che costituisce un nuovo successo per l’organizzazione del suo servizio di Attualità, che esplica la sua azione in ogni parte del globo. (dalla presentazione nel catalogo Gaumont, maggio 1912)

Questa settimana, cento anni fa, usciva nelle sale di cinema italiane un documentario di attualità interamente dedicato al naufragio del Titanic, prodotto dalla casa francese Gaumont. Le notizie del naufragio pubblicate in Italia dalla stampa dell’epoca avevano messo in risalto che fra le vittime c’erano alcuni italiani, 37 fra passeggeri ed equipaggio, ma stranamente nessuna casa di produzione italiana si recò nei luoghi del disastro (per esempio a Halifax, dove ancora oggi si possono visitare le tombe), né alle celebrazione in onore di Guglielmo Marconi a New York. Niente di niente. Strano perché gli operatori italiani avevano fatto il giro del mondo per molto meno. Per non parlare del disinteresse del Governo italiano dell’epoca (e tutti i governi negli anni a venire), nel rimpatriare le salme. Dopo poche settimane, degli italiani scomparsi sotto le fredde acque dell’oceano non parlava più nessuno, gli occhi erano puntati sulle imprese della guerra di Libia, e gli occhi di vetro delle macchine da presa non fecero eccezione.

Tornando al documentario della Gaumont, sembra che ebbe un certo successo, sopratutto perché erano le uniche immagini del “disastro” disponibili. Il Pathé Giornale N. 217 distribuì contemporaneamente due scene di pochi minuti: “Southampton (Inghilterra) – Il Titanic parte pel suo ultimo viaggio. L’immane iceberg che ha causato la terribile catastrofe.” Ma cosa c’era di vero in quelle immagini?

Come vi racconta il sito The Bioscope nel post: And the ship sails on, soltanto le prime immagini appartengono al Titanic, le immagini del capitano Smith sul ponte di comando sono state girate a New York sul fratello quasi gemello Olympic nel 1911.

La versione originale del 1912 era molto più lunga di quella che potete vedere sopra, rimontata dalla British Pathé nel 2012. L’originale comprendeva le seguente scene:

1. Il Titanic lascia Belfast per recarsi a Southampton e iniziare il suo primo tragico viaggio oceanico.

2. Il Capitano Smith sul ponte di Comando, prima che il grande transatlantico iniziasse il suo viaggio.

3. Icebergs e ghiacci sul luogo del disastro.

4. Il yacht Mary Sculley lascia il porto di Providence per recarsi ad incontrare il Carpathia.

5. Jack Binns, l’eroico telegrafista sale a bordo del Mary Sculley.

6. Le signore dell’aristocrazia, prima dell’arrivo del Carpathia portano ai Docks della Cunard Line abiti e vestiti per i superstiti.

7. Alcuni superstiti del disastro del Titanic.

8. Il quartiermastro Hitchens del Titanic che si trovava a bordo mentre il piroscafo affondava e che fu raccolto da un canotto.

9. Il padre Hogue che da bordo del Carpathia fu primo a segnalare i canotti dei superstiti del Titanic.

10. Alcuni componenti dell’eroico equipaggio del Titanic raccolti in mare.

11. Giornalisti che intervistano gli scampati.

12. La folla in attesa di notizie dinnanzi agli uffici della White Star Line a Nuova York.

13. Scene prese sui Docks della Cunard Line all’indomani dell’arrivo del Carpathia.

14. Guglielmo Marconi a cui è dovuta la salvezza di 700 persone.

15. L’Accademico Branly celebre per le sue esperienze sul telegrafo senza fili.

16. Il sottomarino Mackey Bennett lascia Halifax per recarsi alla ricerca dei naufraghi.