Dalle tenebre Itala Film 1913

Salone Splendor Livorno

Cinematografo Salone Splendor, Livorno, 3 aprile 1914

Le Grandi Film
Dalle tenebre
Dramma passionale moderno
diviso in 2 atti di oltre 1100 metri
Capolavoro cinematografico interpretato a perfezione da bravi artisti della Casa Itala – Soggetto emozionante sentimentale – Scene prese dal vero – Assoluta novità.

Descrizione del soggetto

Lo studioso dottor Gandi è alla vigilia del suo matrimonio con la fanciulla della quale è riamato ardentemente. Dopo il viaggio di nozze la nuova esistenza comincia serenamente fra le cure del nido e i ripresi studi.
Un giorno Marco chiede assistenza alla moglie per un’esperienza di chimica e la sventura per il terribile scoppio del preparato colpisce entrambi in viso. Lucia ne rimane cieca, e Marco ritorna alla vita, spaventosamente sfigurato dalle cicatrici.
La rassegnazione s’impone nel cuore della giovane sposa, ma nella volontà del dottore si fa strada  il proponimento di trovare la cura sicura per la guarigione di quelle cecità: e finalmente egli riesce, dopo studi ed esperienza ad affermare il trovato rimedio.
La moglie guarirà, ma e se poi non lo amasse più per la sua bruttezza? Il di lui lemma è crudele, ma il cuore e la coscienza di quell’uomo trionfano sul proprio egoismo, e il sacrificio si consuma nella felice operazione: prima, però, che Lucia possa rivederlo, dopo aver assicurato l’esistenza materiale, egli fugge per andare lontano, per scomparire, simulando di esser perito in seguito ad una fatale disgrazia.
Il lutto e il dolore non bastano al povero cuore della vedova Lucia, non bastano gli altri effetti per trattenerla nella patria del suo amore perduto e qualche tempo dopo ella parte per andare lontano. Nel paese nuovo il suo dolore si traduce nel conforto delle miserie altrui, e dopo aver fatto la conoscenza di un altro filantropo, altrettanto amata degli umili e dai buoni continua con l’amico l’opera sua di benefattrice. Ma nell’amico sotto il falso nome ella non aveva riconosciuto il dottor Marco Gandi! Il destino li aveva riavvicinati, e l’amore compisce l’opera del destino. Il nuovo sentimento nascendo e nutrendosi della comunione del bene e del silenzio dolcissimo, suscita in quei cuori ardenti nostalgie.
Il dottore comprende i nobili sentimenti dell’animo di Lucia, comprende che è solo il ricordo del suo amore che lo separa da lei e ne esulta intimamente tanto che decide di precipitare gli avvenimenti. Alla di lui categorica domanda Lucia risponde con una lettera e quella lettera persuade Marco che è amato così com’è, brutto in viso… ma che era il giuramento di fedeltà al marito morto che l’avrebbe allontanata da lui… Era dunque un doppio amore! E la rivelazione illumina entrambi, con la felicità della trionfante primavera.

Completano il programma:

Il Tevere (dal vero)
Polidor (fa ridere…)

Prezzi Soliti

Domenica 5 aprile dalle ore 10 in poi
L’ultimo convegno
Violente scene drammatico passionali di oltre 1100 metri
Interpreti principali: Alberto A. Capozzi e la celebre attrice Maria Gandini
Soggetto passionale dove si svolge una pagina di vita vera e vissuta di facile intreccio che tiene interessato lo spettatore in tutto lo svolgersi dell’azione.
Immenso successo ovunque.

Il Teatro del Silenzio (5)

Il freddo schermo, che con tanta esattezza riproduce la grazia, e la bellezza fisica, ha fatto sorgere un nuovo genere d’amore: l’amore a distanza.

Quante dichiarazioni ricevono le nostre belle attrici; e che calore, che enfasi, negli ignoti innamorati.

Uno straniero si è informato presso un giornale cinematografico se… Pina Menichelli era… sposabile. Ma si è sentito rispondere con dolore che… arrivava in ritardo…

E ad un concorso indetto per stabilire quale sia l’attore cinematografico più apprezzato, una signora molto romantica ha risposto:

« Do il voto a Bonnard, il fidanzato ideale della mia anima ».

Ed un’altra, certo più positiva, ha detto, come in un grido: « Ah denti atroci del conte! ».

Più strano sembrerà, per quanto sia vero, che una autentica dama russa abbia attraversato i confini per venire ad accertarsi “de visu” se il sorriso abbagliante di Alberto Capozzi sia tale e quale come sullo schermo… E se n’è tornata al sua paese con una più profonda nostalgia nei chiari occhi pensosi.

Ma può capitare ben diversamente ad un generico primario. L’attore noto Vitale De Stefano che copre spesso questo ruolo (quello che si potrebbe dire il “tiranno”, trovandosi una sera in un cinematografo, mentre si proiettava un film dove egli aveva una orrida parte, credette opportuno squagliarsi prima che il salone s’illuminasse. I diversi apprezzamenti dei vicini lo avevano ridotto a questa misura di prudenza.

« Mascalzone! » aveva detto una bionda con voce commossa, vedendolo maltrattare un bimbo, ed un omone gigantesco aveva soggiunto: « Gli è che bisogna nascere delinquenti per fare certe parti. Ce l’avessi fra le mani io… starebbe fresco ».

Ma il caso più comico è capitato ultimamente ad un attore travagliato ahimè! da diversi, e svariati debiti.

La posta un giorno gli recapitò un biglietto:

« H. N. — calzolaio ».

E a tergo:

« Egregio Signore. L’ho vista ieri sera al cinematografo. Con gesto nobile, magnanimo, presso l’entrata di una villa, Ella ha porto una misera manciata d’oro. Ma dunque perché lei non si ricorda del suo umile, devoto H. N.?

Ammontare calzature fornite L. 175 »

Graziosa, vero, ed autenticissima, sapete!

Ma nel cortile dello stabilimento si sta preparando l’automobile. Si parte. Si va in montagna a fare delle scene. Soliti strilli generali, fischi dal metteur en scène, richiami in ogni dialetto, in ogni lingua, ma finalmente tutti sono pronti; si ristabilisce la calma; si parte. E l’automobile passa inosservata in mezzo alla città — che ormai ha fatto l’abitudine a ciò. A Torino abbiamo più di una dozzina di Case cinematografiche che lavorano continuamente, e capita ad ogni momento di vedere automobili cariche di attori in parrucca bianca vestiti alla Goldoniana, o vestiti e armati… quali autentici malandrini. Napoli, Milano, Roma, Firenze, Catania. Dappertutto il cinematografo impera, e dà pane a centinaia di attori e di operai. L’Italia è la culla dell’arte — ed anche questa nuova forma ed espressione artistica ha trovato che era comodo svilupparsi dove oltre all’ingegno del popolo, c’è la ricchezza del paesaggio. Quale altra terra al mondo può offrire dei punti di vista incantevoli, quali la nostra bella Italia? Da noi ogni paesaggio è un quadro.

Ma ai primordi del cinematografo le automobili che passavano trasportando della gente così stranamente vestita, erano oggetto di viva curiosità. Quanti aneddoti si potrebbero raccontare in proposito!

Anni or sono, in giornata di gran festa della chiesa, con relativa processione religiosa, una troupe lavorava a Varazze per conto di una nota Casa di Milano.

Di buon mattino le strade del delizioso paesetto balneare erano gremite di cavalieri del cinquecento su cavalli bardati. In una portantina una bionda Madonna ascoltava il canto d’un menestrello che l’accompagnava col liuto. Una tribù di zingari doveva rapire la bella… Sapete come è finito tutto ciò? Con la scomunica accumulativa da parte del parroco…

Una gaffe colossale fecero due guardie di questura a Torino. Si girava una comica: Il protettore degli animali ed egli veniva accompagnato il questura da una folla danneggiata dalla sua pietosa mania. Naturalmente urla, mosse comiche delle finte guardie, e confusione generale. Ed ecco che passano due autentici questurini… Vedono che una lavandaia somministrava un sonoro ceffone ad una guardia troppo galante, e accorrono in aiuto del collega. Succede un pandemonio. A scena finita, col gratuito intervento di due questurini, tutti i comici, dànno una solenne risata. Come restano le guardie, ve lo figurate! Tanto male che per darsi un contegno vogliono condurre in questura qualcuno degli attori. E commettono così una nuova e più grossolana gaffe controllata questa volta dal regio Commissario.

Ad ogni modo dove arrivano “quelli del cinematografo” è una festa. A Varazze nobili e industriali ricchissimi si sono prestati a fare la comparsa. E con quanto interesse e con che serietà…

E in un paesetto del Piemonte c’è un vecchio marchese che fa portare sul luogo del bivacco degli artisti (perché quando si lavora in montagna o lontano dall’abitato si è costretti a far colazione all’aperto) dei vini prelibati, siede… per terra alla loro mensa improvvisata, e mangia con appetito; gaio, felice, tra quella gioventù che lavora e si diverte. E dice: « Il cinematografo m’ha tolto dal groppo venti anni ».

Certo che i comici sono gente molto allegra e simpatica.

Ma ora non sono più allegri… Come tutti i figli della nostra bella Italia risentono la tristezza della guerra: tutti hanno qualche persona cara nel pericolo, se non altro i colleghi stessi.

E i comici fra di loro s’aiutano quando possono, e si amano sempre. C’è poi un altro motivo che rattrista in questa epoca i comici cinematografici, ed è la terribile crisi che s’è abbattuta sul cinematografo causa la guerra.

Addio paghe favolose; offerte pazze delle Case, che si disputavano a colpi… di biglietti da mille un attore noto! Oggi bisogna per avere una scrittura raccomandarsi, e pregare e… adattarsi a uno stipendio che spesso non è che la terza parte di quanto si percepiva un anno fa. Perciò ore nei corridoi dei camerini non si canta, non si ride più come una volta; si sa che buona parte delle Case hanno chiuso da tempo in causa della scarsità della vendita; si pensa alla possibilità di nuove chiusure, alla difficoltà anche per gli attori noti di poter ottenere una scrittura: si fanno i conti sullo stipendio, ridotto ai minimi termini e il cuore manda un sospiro. Si sogna la fine della guerra, il ritorno dei compagni assenti e… dei lauti guadagni.

Lina Poretto De Stefano 

Vita breve della David-Karenne Film

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Vita breve e poco nota della David-Karenne Film, casa di produzione fondata da Diana Karenne. Ovvero: la signora (Circe) scompare…

Gennaio 1917.

David-Karenne Film. La nuova casa, della quale è parte importante Diana Karenne, inizierà presto i lavori ed annunzia di mettere in scena, per primo un film dal titolo Pierrot.

L’avv. Lombardi, col quale abbiamo scambiate poche parole, ha delle ottime idee, e noi gli auguriamo la migliore riuscita.

Pare che il primo lavoro della David-Karenne Film sia terminato, colla interpretazione di Diana Karenne ed Alberto Capozzi; quest’ultimo sarà poi il solo interprete di alcune films di questa nuova casa.
(La Vita Cinematografica)

Febbraio 1917.

A. A. Capozzi. Si dice che il noto attore abbia veramente deciso di lavorare a Roma a fianco di Diana Karenne, in una serie di soggetti della David-Karenne Film, nei quali sarà protagonista l’attrice polacca. Ma per ora Capozzi è tranquillamente a Torino.
(La Via Cinematografica)

Marzo 1917.

In altra parte della rivista, pubblichiamo un disegno originale di Diana Karenne, la quale oltre ad essere una straordinaria attrice è anche una squisita artista del disegno.

La signora Karenne è ora l’anima di una nuova Casa Cinematografica, sorta sotto i più lieti auspici a Milano, e che ha sede in un sontuoso stabilimento a S. Cristoforo. Essa si intitola David-Karenne Film ed ha per marca di fabbrica la vigorosa testa del David di Bernini. Già da due mesi ferve il lavoro nella nuova grande Casa, piazzatasi in breve volgere di tempo in uno dei primi posto della cinematografia italiana.

Il primo film che la David-Karenne editerà in questi giorni avrà per titolo Pierrot. La signora Karenne, che interpreterà la parte di Pierrot, ha promesso di dare una delle più salienti sue manifestazioni di arte, che il mondo cinematografico e il pubblico attendono con grande ansia.

Ogni lavoro di Diana Karenne è infatti un avvenimento artistico della massima importanza, tanto la squisita, intelligentissima attrice ha ormai conquistato il pubblico intero, con la originalità della sua arte. E’ quindi legittima l’attesa!

Poche attrici posseggono una personalità artistica così completa come Diana Karenne. Essa, infatti, non è soltanto la interprete squisita, ma è altresì la creatrice e la fattrice più poderosa di ogni suo lavoro. Dotata da una grande versatilità nel campo artistico, squisita musicista, abile pittrice, essa tutto chiede a sé stessa, al suo talento, al suo cervello, al suo gusto raffinato; poco le donano gli altri. Il disegno che pubblichiamo, dimostra come, da pochi tratti, con un impiego rudimentale di mezzi, si possa far scaturire una espressione piena di pensiero e di significato! Esso ci dimostra altresì come la Karenne abbia compreso e vissuto, nella sua anima di artista, questa singolare maschera di Pierrot, che oggi va ad eternare sullo schermo bianco.

Dopo Pierrot, la David-Karenne Film annunzia un lavoro sensazionale. Nientemeno che il romanzo della Tarnowska, tratto dal Circe di Annie Vivanti!

Chi delle nostre lettrici non ricorda il famoso processo alle Assise di Venezia di questa donna così fatale e così anormale, chi non ha rivissuto — attraverso le pagine della Vivanti — tutta la sua vita singolare e drammatica? La Vivanti, che aveva ricevuto offerte insistenti e cospicue da altre Case, ha ceduto solo dinanzi all’arte di Diana Karenne. Ciò che è sicuro affidamento di una interpretazione veramente straordinaria.

Circe della David-Karenne Film costituirà sicuramente l’avvenimento artistico più interessante dell’annata, nella industria cinematografica italiana, e formerà — per il pubblico femminile — la più attraente novità!
(La Donna)

Maggio 1917.

Karènne Film Milano
Proprietà Diana Karenne

La produzione cinematografica italiana conta da oggi una nuova Casa Editrice, una nuova marca di fabbrica che è sicuro segno di brillanti vittorie in nome dell’Arte!

Diana Karenne non fa più parte della David-Karènne, anzi la David-Karènne non esiste più, e nasce invece, al suo posto, la Karènne-Film, la nuova Casa nella quale la ormai celebre artista, russa di origine ma italiana di adozione, riconquistando tutta la sua indipendenza, affermerà come mai prima d’ora aveva potuto fare, la sua potente personalità artistica, tutta l’altezza dei suoi ideali.

Diana Karènne è di quegli artisti di razza per i quali la libertà è la ragione della propria vita e della propria arte; di quegli artisti che, a quella guisa che sentono più potentemente degli altri l’infinità della natura, sentono più prepotente il bisogno di tuffarsi in quell’infinito, di respirarlo liberamente, di viverlo completamente, perché dalla loro anima sgorghi completa e limpidissima la luce dell’arte.

Scritturata per fare sotto la guida di altri, per comporre un carattere non completamente come ella lo sentiva, ma in parte anche come appariva ad altri, ella è pur riuscita a darci dei lavori nei quali il segno dell’artista è evidente. Che non ci dobbiamo aspettare da questa prima Serie nella quale sono uniti due nomi così belli e così simpatici al pubblico, Karènne-Capozzi?

E’ un programma giocondo di pura Arte, del quale la cinematografia italiana aspetta ansiosamente l’attuazione!
(La Vita Cinematografica)

Justice de femme, di Daniel Lesueur. Il primo lavoro della Karenne-Film e della promettentissima Serie Karenne-Capozzi sarà Justice de femme, riduzione cinematografica del notissimo romanzo di Lesueur, che Diana Karenne stessa ha inquadrato e sceneggiato. In esso vedremo finalmente tutt’intera la personalità artistica di Diana Karenne, per la completa libertà di azione e di movimento ch’essa ha acquistato col crearsi la propria marca di fabbrica: potremo in esso giudicare tutto il complesso valore di quest’artista che oggi s’è imposta, e che sopra gli altri com’aquila vola. E avrà agio di farsi valere in Justice de femme, oltre che per la direzione artistica di tutto il lavoro, anche per la potenza dell’interpretazione, giacché dovrà creare la parte della protagonista, una parte che spaventerebbe qualsiasi attrice.

Il soggetto si presta mirabilmente a riduzione cinematografica, perché contiene in abbondanza e in giusto contemperamento tutti gli elementi di psicologia, di problemi sociali e di azione che sono indispensabili all’ottima riuscita di un film che deve allettar l’occhio e interessar la mente e toccar il cuore.

E dal talento e dal temperamento artistico di Diana Carene, e dall’interpretazione sua e di Capozzi e degli altri attori, e dal buon gusto che presiede all’arredamento scenico e alla scelta degli esterni, abbiamo diritto di aspettarci qualche cosa di grande.

Il Cav. Emidio de Medio, proprietario della Novissima Film di Roma, è l’editore di tutta la produzione della Karenne-Film.
(La Vita Cinematografica)