
La cinematografia italiana occupa ormai posto di primo ordine nel campo internazionale per bontà tecnica e concettiva, ma tralascia in diverse occasioni di emulare quello spirito d’iniziativa che anima le migliori e più note Ditte estere e specialmente francesi.
La cinematografia francese sfrutta tutto il campo d’azione amplissimo che invade la nobilissima arte nuova ma già carica d’attori.
E così essa oltre alla riproduzione di vita vissuta familiare o sociale nelle sue multiformi manifestazioni di virtù e di vizio, di slanci eroici e di brutali malvage o matte bestiali aberrazioni della psiche o del senso; oltre alla parodia dei tipi eccentrici che nella società odierna maggiormente si rintracciano; oltre alla visione dei siti incantevoli dei due mondi; oltre alle didattiche proiezioni zoologiche, offre altresì la visione a volo d’uccello della cronistoria contemporanea.
La cinematografia deve veder tutto coi suoi cento occhi d’Argo e percorrendo con ali velocissime nazioni le più differenti o le più affini per tendenza di popoli e di manifestazioni sociali e politiche, civili o militari coglierle sulle sue cento retine nei momenti più tipici; essa deve tutto raccogliere di gioia e di sventure e mirare l’opera devastatrice della natura e quella riparatrice dell’uomo, ed il tutto esporre allo spettatore di ogni più piccolo centro del mondo perchè ovunque oggi essa regna in una proiezione che equivalga ad un giornale illustrato ed animato.
Tale programma ebbero le Case francesi istituendo la rubrica cinematografica Giornale e nei limiti del possibile, perchè di certo non è dato prevedere tutti gli avvenimenti, nè è sempre concesso dal caso di trovarsi spettatori, esso è dalle migliori Ditte quali Pathé e Gaumont ed altre col loro Journal eccellentemente eseguito.
Ed in tal modo il cittadino della Neva mentre rivede sulla bianca tela la rivista passata dallo Czar ai Cosacchi del Don, dopo un istante osserva la sfilata degli Ascari in Roma Capitale, ed un istante dopo l’estinzione di un colossale incendio a New York ed ancora dopo l’imbarco di un imperatore e così ancora i funerali delle vittime del dovere a Parigi.
Rivista settimanale cronistorica
Non sarebbe questo il titolo per rubrica se le Case italiane quali l’Ambrosio, la Cines, la Pasquali, l’Itala, la Milano, queste primissime delle nostre si risolvessero a non lasciare alle Ditte estere la privativa di tale importantissima attività?
O che forse le nostre Ditte non si sono valorosamente affermate per abilità tecnica e spirito d’intuizione? O che forse difettiamo ad esse energie attivissime od il fattore economico quando di continuo dimostrano esuberanza di attività e come ogni sacrificio, di poi ampliamente e giustamente ricompensato, si sobbarchino perchè l’opera loro sorga pregevole?
Noi vivamente invitiamo le Ditte italiane ad iniziare senz’altro la rubrica Rivista poichè nulla ad esse manca, anzi tutti i coefficienti posseggono ad iniziare non solo i lavori in cui già altri eccellono, bensì qualsiasi nuova attività possa ancora comparire all’orizzonte cinematografico.
Non ci avevo pensato. Solita mancanza d’iniziativa?
Accordo fra le parti, direi, mancanza d’iniziativa forse. Per esempio, restando nel 1912, le case italiane giravano molti “dal vero” sui “fatti” d’attualità italiana, per esempio sulla guerra di Libia. Ma la Pathé con la serie “Ultimissime dal teatro della Guerra Italo-Turca – Dagli inviati speciali del Consorzio Pathé” offriva settimanalmente da 400 a 600 metri di film.