Il mio cadavere – Novissima Film 1917

Il mio cadavere 1917
Il mio cadavere 1917

Qualche fotogramma del film Il mio cadavere,  messa in scena di Anton Giulio Bragaglia; prodotto dalla Novissima Film del cav. Emidio De Medio, Roma 1917; soggetto e riduzione libera (molto libera) per lo schermo di Anton Giulio Bragaglia, dal romanzo di Francesco Mastriani; scenografia di Enrico Prampolini. Diverse fonti aggiungono il nome di Riccardo Cassano come co-autore della messa in scena.

Daniele (Mario Parpagnoli) è un compositore squattrinato che viene a Napoli dalla provincia cercando il successo. Innamorato dalla contessa Consalvo (Ida Querio), vorrebbe sposarla, ma il futuro suocero gli impone la condizione di diventare ricco di un milione, se vuole la mano della figlia.

Daniele emigra in cerca di fortuna. Un giorno viene presentato al conte di Sierra-Olanda (Nello Carotenuto), disposto a nominarlo erede universale alla sola condizione che Daniele, dopo la sua morte, suoni ininterrottamente per ventiquattr’ore la marcia funebre. Il conte ha paura di essere sepolto vivo ed è sicuro che la musica lo risveglierebbe. Daniele accetta, ma non vuole aspettare: uccide il conte e ritorna a Napoli per sposare la contessa Consalvo. Ma scoprirà che il suo benefattore altri non era che il suo vero padre, e impazzirà per il rimorso.

Il mio cadavere 1917
Il mio cadavere 1917

Il romanzo di Francesco Mastriani: Il mio cadavere è disponibile gratuitamente qui (Internet Archive)

When Warde Released Doug Fairbanks

Douglas Fairbanks
Douglas Fairbanks

It is popularity supposed that first Triangle and then Artcraft released the well-known “Doug’s” animated likeness, but he says that Frederick Warde “released” him. The fact that Warde is not a releasing nor producing concern, but a distinguished stage actor and screen player whose films are released thru Pathé, serves to muddle the situation.

And yet “Doug” says it is true.

“Before I learnt very much,” he confesses, “about the science, art and ethics of mining, I saw Frederick Warde in his repertoire of classic stage-plays and decided that, as a mere capitalist, I should be wasting time. The call of the higher drama lured me all the way to Richmond, Va., where I made my first appearance with Mr. Warde in the rôle of François, in ‘Richelieu’.

“In this character and in that of Florio, in ‘The Duke’s Jester,’ which followed, I failed to make any perceptible dent in the classic drama, but I probably wore the most astoninshing costumes ever beheld on the native stage, being fitted out by a well-meaning but misguided wardrobe mistress in odds and ends of ancient, modern and medieval garb.

“So effectually did my costume succeed in breaking up the actors and actresses who happened to be on the stage whenever I made my entrance that Mr. Warde ‘released’ me without visible signs of pain on his part.”

“If ‘Doug’ admits it, it must be true,” says Frederick Warde. “But it was so many years before either Mr. Fairbanks or myself ever dreamt of picture work that I fail to recall just how bad an actor he was, and nowadays nobody would believe me if I did.”
(Motion Picture Magazine, October 1917)

Il fiacre n. 13 – Ambrosio 1917

Il fiacre n. 13 Ambrosio 1917
Alberto Capozzi, Il fiacre n. 13 Ambrosio 1917

Messa in scena di Alberto A. Capozzi, Gero Zambuto
Soggeto da Le Fiacre n. 13 (1881) di Xavier de Montépin, riduzione per il cinema di Giuseppe Paolo Pacchierotti
Operatore: Giovanni Vitrotti
Interpreti: Alberto A. Capozzi (l’apache Gian Giovedì), Elena Makowska (Berta Varny), Gigetta Morano, Fernanda Negri Pouguet, Cesare Gani Carini, Vasco Creti, Diana Karenne.
Produzione Soc. An. Ambrosio, Torino 1916-1917, 5700 metri.

Film in quattro episodi: 1° Il delitto al Ponte de Neuilly (vietato dalla censura, mai uscito in Italia); 2° Gian Giovedì; 3° La figlia del ghigliottinato; 4° Giustizia!

Il duca Giorgio de Latour-Vaudier, che ha dissipato tutti i suoi averi nelle sale di gioco, diventa, istigato dalla sua amante Berta Varny, un pericoloso delinquente.

Assieme a Berta e l’apache Gian Giovedì, decide di eliminare suo fratello, il duca di Latour, ed il suo bambino. Ma, al momento dell’esecuzione, Gian Giovedì, che cela sotto l’aspetto rude un cuore generoso, invece di uccidere il piccolo, lo nasconde in un fiacre: Il fiacre n° 13.

Giorgio e Berta godranno a lungo il frutto della loro infamia, ma verrà il momento in cui la Nemesi vendicatrice si abbaterà su di loro, che hanno accumulato delitti su delitti: Berta si toglierà la vita, Giorgio diventerà pazzo: il bambino nascosto nel fiacre n° 13, ormai divenuto un uomo, ritornerà in possesso delle ricchezze usurpategli.

Restaurato dalla Fondazione Cineteca ItalianaCineteca di Bologna, l’ultimo episodio fu presentato nel festival del Cinema Ritrovato 2002.