La bellissima (e cinematografica) Galleria Subalpina, buon compleanno Torino!
All’Esposizione Internazionale di Torino 1911, in occasione del 50° anniversario dell’Unità d’Italia, venne indetto un concorso cinematografico per film artistici, scientifici e didattici.
Primo premio della categoria artistica: Nozze d’oro (Ambrosio), secondo: Il poverello d’Assisi (Cines); film scientifici, primo premio La vita delle farfalle (Ambrosio). Altri film premiati: Il tamburino sardo (Cines), L’Odissea (Milano-Film)
Questa sera il Museo Nazionale del Cinema di Torino ripropone alcuni di questi film in versione restaurata, accompagnati al pianoforte dal Maestro Stefano Maccagno, seguiti dalla proiezione di rarissime immagini girate durante l’Esposizione del 1911.
E per quelli che non siamo a Torino, una proposta per il Museo del Cinema di Torino: fare un DVD con tutti i film per potere vedere e rivedere questi rarissimi, importanti film.
Tempo fa (24 ottobre 2009) ho caricato su YouTube questo clip di pochi minuti (3′ 24”) del film Cerentola, produzione Ambrosio 1913.
La Cineteca del Friuli ha restauro un frammento di 150 metri (7′) a partire da un nitrato donato da Attilio Giovannini.
Il Museo del Cinema di Torino – Fondazione Maria Adriana Prolo ha in archivio un frammento (35 mm, 69 metri) in bianco e nero, secondo il volume Tracce – Documenti del cinema muto torinese (Museo del Cinema – Il castoro, 2007).
Il metraggio originale del film era di circa 800 metri.
Non ho altri dati sul nitrato della Cineteca del Friuli, ma io cerco una copia di 500 colorata con il sistema Cinemacoloris di Segundo de Chomon.
Chi l’ha visto?
Per aiutare nella ricerca, ecco la trama del film da una locandina originale del 1913:
Cenerentola
Scene della vita cinematografica
Il mondo delle fate, il caro mondo della nostra infanzia, ha sorriso sino a ieri a Silvietta, una dolce e delicata fanciulla vissuta nella primavera della vita tra gli agi e le gioie della ricchezza. Ora non più. Anche la mamma di Silvietta, l’unico aiuto e l’unico appoggio della fanciulla, è morta, e Silvietta è rimasta sola con Juci, la sua piccola sorellina. Le due povere orfanelle sono quasi in miseria e destano la compassione della buona signora Pipelet, la portinaia di casa, la quale pensa di venir loro in soccorso. Infatti, nella stessa casa dove abita Silvietta, in uno sfarzoso appartamento del primo piano, vive Jenni Smart, una famosa attrice del cinematografo. Per intercessione della portinaia, Jenni conosce Silvietta e la prende sotto la sua protezione. Silvietta vivrà di nuovo nel mondo dei suoi sogni, nel mondo fantastico delle fate che ha dovuto abbandonare per la dura realtà della vita Jenni le apre le porte di un ambiente nuovo, luminoso e meraviglioso: il Cinematografo. Ammessa come attrice nella grande casa cinematografica Ambrosio, Silvietta si fa presto notare per l’avvenenza, la grazia e la spontaneità naturale delle sue mosse e per il sorriso angelico della sua bellezza rassegnata tanto è vero che il signor Piccolini, direttore di scena della Casa, la vuole come interprete di “Cenerentola,, la più gentile graziosa e poetica creatura che sia nata dalla fantasia del celebre novelliere francese. Cenerentola : il sogno di Silvietta! Ed ecco che la fanciulla veste i panni dell’umile eroina della fiaba. Eccola alla festa da ballo eccola perdere la minuscola scarpettina….
La scarpina Silvietta la perde davvero ed ecco come: la compagnia artistica diretta dal signor Piccolomini, si reca ad eseguire una scena nella villa del conte di Sivry, poco dopo che egli ne è uscito per recarsi in città. Com’è ormai d’uso nelle case signorili, il permesso di eseguire la scena nel parco, viene concessa dal maggiordomo, e Cenerentola, la protagonista, esegue la sua parte con tanta maestria, che Piccolomini. il quale già da tempo se ne era invaghito, manifesta così palesamente la sua passione da non poterla più celare a Jenni Smart, l’antica protettrice di Silvietta. Jenni Smart sente che Silvietta sta per diventare una sua temibile competitrice artistica e l’invidia le consiglia un gioco infernale. Quando esse tornano nella sala concessa loro dal maggiordomo per svestirsi, Jenni tratta brutalmente Silvietta, la quale nella confusione e nel dolore del momento dimentica una scarpina. Da quel momento Jenni si mette a perseguitare Silvietta e si giova della passione che Piccolomini ha per la fanciulla, per incitare il direttore di scena ad ottenere le grazie della ragazza, sicura che Silvietta, per difendere la propria onestà, sarà costretta a licenziarsi dallo stabilimento. Così infatti avviene. Silvietta ritorna a vivere nella sua modesta cameretta, ma con la fierezza, che solo concede la purità e il candore. Tuttavia il sogno della fiaba non vuole e non può abbandonarla; essa quand’era Cenerentola, ha dimenticato la scarpina fatale e questa deve essere il richiamo del principe azzurro che venga a prendere la ragazza e la ritorni alla felicità. Così avviene che per uno stranissimo caso la fiaba prosegue nella realtà della vita è che per causa della scarpettina abbandonata nel castello sfarzoso, la signorina Silvietta divenga la contessa di Sivry.
Messa in scena di Eleuterio Rodolfi; soggetto di Arrigo Frusta.
Interpreti principali: Fernanda Negri-Pouget (Silvietta), Mary Cléo Tarlarini (Jenni Smart), Luigi Chiesa (Piccolomini), Ubaldo Stefani (Conte de Sivry)
Vetta di Jannu nell’Himalaya, foto Vittorio Sella 1910
Viaggio di S.A.R. il Duca degli Abruzzi al Karakorum (Record Mondiale dell’Altezza)
Titoli dei quadri
Prima Parte: Alla stazione di Rawalpindi; Arrivo delle Eccas a Srinagar, capitale del Kashmir; Fiori di loto e sponde del lago Dal; La carovana di S.A.R nella valle del Sind; Partenza dei 350 Coolies (portatori indigeni Balti); Distribuzione delle targhe ai Coolies; La paga dei Coolies a Tolti; Giuoco del Polo a Skardu; Uscita di S.A.R dal Campo del Polo; Corsa di popolo; Traversata dell’Indo, ed approdo; Guado del Torrente Punmah.
Seconda Parte: S.A.R passa un ponte di liane sul fiume Braldoh; I Coolies trasportano le capre; Askoloy – Ultimo villaggio della Valle Braldoh 3000 metri; Vita del campo; Valico dello Skorola a 5000 metri; Panorama della catena del Karakorum; Uno sguardo attorno dalla morena del ghiacciaio Baltoro (4023 metri); Il ghiacciaio Baltoro – il più grande del mondo lungo 65 Km; Vista del monte Km 2 o Godwin Auston – alto 8610 metri, sul quale nessuno mai pose piede. Monte Bride Peak – alto circa 7650 metri, su cui S.A.R fece il record del mondo in altezza raggiungendo i 7493 metri; Di ritorno, in zattera sul Shigar; Sul collo Boorgi, 4892 metri; Il saluto di S.A.R
Film di grande interesse, lunga circa 800 metri. (La Cine-Fono e la Rivista Fono-Cinematografica, 1910)
« Si è svolta mercoledì sera, 16 febbraio, in Torino, nel teatro Vittorio Emanuele l’annunziata conferenza sul viaggio di esplorazione del Duca degli Abruzzi nei monti del Karakorum — Himalaya — nella primavera del 1909. Il successo della conferenza fu completo: tutto il teatro era già stato venduto da due giorni, e per corrispondere alle esigenze del pubblico furono vendute anche le poltrone abitualmente riserbate ai giornalisti. Il ricavo, in circa ventimila lire, era stato destinato dal Duca alle brave guide alpine, che tanto contribuirono al successo delle sue spedizioni nell’Alaska, al Polo Nord, al Ruwenzori e all’Himalaya. Il Duca lesse con voce ferma e chiarissima ben cento pagine, tutte scritte a macchina. Di tali pagine erano state fatte sei copie, una delle quali fu inviata preventivamente dal Duca al Re, ed un’altra alla Regina Madre.
Il Duca personalmente rivide, ampliò, modificò per ben tre volte tutto l’originale, coadiuvato dai suoi egregi collaboratori, dottor Vittorio Sella, marchese Negrotto Cambiaso e dottor De Filippi; e nessuno poté assolutamente conoscere, all’infuori di loro e della signorina dattilografa, il testo della conferenza, prima che venisse letta dal Duca al pubblico affollato e plaudente del Vittorio. Appena finita la lettura del Duca, ne fu distribuito alla stampa un riassunto preparato dal Duca stesso. La conferenza fu accompagnata da numerosissime e bellissime proiezioni preparate dal cav. Vittorio Sella. »
Copie del film al Nederlands Filmmuseum, Amsterdam; Museo Nazionale del Cinema – Fondazione Maria Adriana Prolo, Torino.
Foto di Vittorio Sella (che girò il film con una cinepresa noleggiata alla società di Arturo Ambrosio) e materiali pubblicitari (brochure e fogli pubblicitari): Museo Nazionale del Cinema Collezioni Online – Documenti del cinema muto torinese.