
«Assis devant leur morceau de mémoire universelle, (ils) auront mis bout à bout les fragments d’un même secret, qui a peut-être un très beau nom… Qui s’appelle le bonheur.»
Alain Resnais, Tout la mémoire du monde, 1956
E’ finito pochi giorni fa a Parigi la prima edizione di Toute la mémoire du monde, festival internazionale del film restaurato. Dal 27 novembre al 2 dicembre 2012, alcuni fortunati mortali abbiamo potuto assistere a una serie di proiezioni di film (muti e sonori) restaurati nei ultimi due anni, insieme a dibattiti e conferenze intorno al lavoro di preservazione e restauro del patrimonio cinematografico. Proiezioni, conferenze e dibattiti ospitati dalla Cinémathèque Française, in partenariato con il Fonds Culturel Franco Américain.
Tutto benissimo trane un piccolo neo, qualche volta bisognava rinunciare ad una proiezione o conferenza perché gli eventi si svolgevano in parallelo nelle due sale della Cinémathèque: Salle Henry Langlois e Salle Georges Franju.
Pubblico numeroso, cosmopolita, e molto participativo al punto che per alcune sessioni era impossibile trovare un posto libero. Chapeau per i cinephiles francesi che sanno organizzare qualsiasi evento cinematografico in modo esemplare e ti fanno sentire a casa per il solo fatto di condividere l’amore per il cinema.
Questa che segue non è una cronaca del festival per due semplici motivi: il primo che non ho potuto seguire tutti gli eventi, il secondo che in questo sito-blog si “parla” soltanto di cinema muto. Per un panorama più ampio, fotografie e video vi rimando al sito della Cinémathèque Française.
Mercoledì 28 novembre 2012, seconda giornata del festival.
Il cadavere vivente (Der Lebende Leichman / Živoj Trup) Russia / Germania 1929. Regia di Fedor Ozep, soggetto dal lavoro teatrale di Leo Tolstoi, sceneggiatura di Boris Gousman, Anatoli Mariengof, fotografia di Anatoli Golovnia, Piel Jutzi, principali interpreti Vsevolod Poudovkine, Maria Jacobini, Viola Garden.
Proiezione preceduta da una conferenza di Martin Koerber (Deutsche Kinemathek) e Oliver Hanley (Vienna Filmmuseum).
Accompagnamento musicale dalla partitura originale di Werner Schmidt-Boelcke.
Il negativo originale di questo film è scomparso, nessuna stampa completa della prima versione è sopravvissuta. Nel 1988, la Deutsche Kinemathek fece un primo tentativo di ricostruire la versione originale del film.
Il nuovo restauro, iniziato nel 2011 dal Filmmuseum austriaco in collaborazione con la Deutsche Kinemathek è riuscito a migliorare la precedente ricostruzione partendo da tre elementi nuovi: una copia nitrato di ottima qualità conservata in Austria, una copia di prima generazione con titoli francesi e tedeschi proveniente dalla Svizzera, e una stampa incompleta e molto danneggiata della versione italiana.
Restauro intrapreso da Martin Koerber al Deutsche Kinemathek nel 1988, poi da Oliver Hanley al Filmmuseum di Vienna nel 2011.
La musica originale di Werner Schmidt-Boelcke è stata ricostruita durante il restauro del 1988.
Cinema «Chantant et Parlant» (Francia-Germania, 1905-1914). Proiezioni introdotte da Martin Koerber (Deutsche Kinemathek), Laurent Mannoni (Cinémathèque Française) e Manuela Padoan (Gaumont Pathé Archives). I Phonoscènes sono stati restaurati da Gaumont Pathé Archives e Lobster Films.
Alice Guy tourne un Phonoscène (1906); Ce que c’est qu’un drapeau, cantato da Gaston Dona (1909); Le frotteur de la Colonelle, cantato da Polin (1905); La polka des trottins (1905) cantato da Félix Mayol; Le vrai Jiu-Jitsu, cantato da Dranem (1912); Fumeur d’oppio, cantato da Adolphe Bérard (1912); La croix du chemin, cantato dal baritono Jean Noté (1913); Chemineau, chemine, cantato da Georges Elval (1914); Anna, qu’est-ce que t’attends, cantato dalla coppia Murphy e Fragson (1913); Le coq dressé, film-parlant regia di Alice Guy (1910); Les cris de Paris (1910); Avec bidasse, cantato da Bach (1914); La Marseillaise, ancora Jean Noté (1908), La donna è mobile, voce di Enrico Caruso (1908) .
Seguivano i Tonbilder restaurati digitalmente da stampe conservate presso la Deutsche Kinemathek.
Am Elterngrab, cantato da Karl Ottemar (1907); Liebes Männchen Folge Mir, cantato da Mizzi Jezel e Karl Schöpfer (1910); Schtzmannlied, cantato da Henry Bender (1908); Militärische Disziplin / Lustiges Auf Dem Kasernenhof, voce di Gustav Schönwald (1910).
Alle 20,30 iniziava lo spettacolo l’arte del “benshi” in collaborazione con la Maison de la Culture di Parigi. Presentati due film: L’épée assassine (Zanjin Zanbaken), Giappone 1929, e Le chevalier voleur (Oatsurae Jirokichi Koshi), Giappone 1931.
La voce in queste proiezioni era a carico di Raiko Sakamoto, il più giovane benshi giapponese. Ha iniziato nel 2000, scrive le sue narrazioni personali. Il suo genere preferito è il chanbara film di spade. Questo festival segnava il suo debutto in Europa, accompagnato da Shunsuke Okushi al pianoforte.
Alla prossima con la giornata del 29 novembre.