
La storia: Un poeta, passando dinanzi ad un negozio d’antiquariato, viene attratto da una stupenda “damina di porcellana” in grandezza naturale; la acquista e se la porta nel suo studio. Il grazioso bibelot, al contatto poetico si risveglia. Ma si trova ben presto di fronte a un’altra “damina” in carne ed ossa, l’amica del poeta. Costei è una donna ardente come la lava di un vulcano e non gradisce l’intrusione. E chi si trova tra i due fuochi è proprio il candido poeta. Ma la damina di porcellana ha anche molto buon senso e saprà non solo salvarlo delle ire funeste della spodestata amica, ma farsi sempre maggior spazio nel cuore del suo Pigmalione.
Ecco la descrizione del film da un volantino pubblicitario. Secondo voi, si parla del mito di Pigmalione? Invece, secondo la stampa dell’epoca: “Questa Damina di porcellana è figlia degenere e bastarda di quel Bug, l’uomo d’argilla (Der Golem, 1914, di Henrik Galeen; n.d.r.), che oltre al torto di essere tedesco (ricordarsi che siamo nel 1918; n.d.r.), ha anche sulla coscienza una generazione di aborti, fra i quali Il Fauno, di Febo Mari, è il capostipite.”
Fermi così, parte di questa “recensione”, del 1918, potete leggerla nel volume Il cinema muto italiano 1917, Vittorio Martinelli (Bianco e Nero 1991).
Secondo questo volume, la produzione sarebbe Novissima Film (visto che c’è Emidio De Medio!), invece è una produzione Karenne Film, soggetto dalla commedia di Giuseppe Adami, sceneggiatura e regia di Diana Karenne, Edizioni Cav. Emidio Di Medio (distribuzione).
Allora, abbiamo un film prodotto dalla Karenne Film in più, ma…secondo voi, leggendo la descrizione del soggetto: ispirato a Pigmalione o Der Golem?