
La Cines, il Barone Alfa, Nino Oxilia…
Dicembre 1913. Retaggio d’odio, soggetto del Barone Alfa, messa in scena di Nino Oxilia, presentato a Parigi.
Serment de Haine
“Une nouvelle forme d’Art Dramatique. Voici une nouvelle forme d’art dramatique, et c’est au cinéma que nous le devons. Jusqu’ici nous avions admiré, dans les ouvrages cinématographiques la splendeur de la mise en scène, la curiosité de certaines situations, la beauté de paysages que des décors peints n’eussent peut-être pas pu rendre. Ici, nous assistons au déroulement d’une oeuvre dramatique, qui nous émeut, non pas seulement par la façon dont elle est montée, mais encore par les développements mêmes de l’action qui se développe devant nous. Il s’agit d’une comédie dramatique, écrite et réglée spécialement pour le cinéma. La société Cines, qui a mis cette oeuvre en scène, a réalisé, en faisant cette tentative, une réelle innovation; elle est sortie, en effet, du découpage en menus morceaux des oeuvres connues, de l’arrangement en tableaux précipités de romans célèbres, elle a porté sur l’écran un ouvrage inédit, fait pour l’écran.”
(Le Journal, 2 janvier 1914)
“Le marquis M. Serra, le très distingué directeur de la Cinès, l’a présenté lundi a quelques amis et journalistes professionnels et de la grande Presse parisienne Serment de haine. (…) Le scénario, véritable roman de haute envergure, est construit sur les données nouvelles absolument inédites. Il exprime des sentiments d’un auteur d’une maîtrise exceptionnelle, que le film a su rendre avec une fidélité rare. Il s’en dégage une impression de vérité et de profondeur que le cinématographe atteignit rarement jusqu’ici et qui fait le plus grand honneur à la célèbre Compagnie romaine et à ses protagonistes.
La photographie est impeccable et la mise en scène, placée la plupart du temps dans les décors merveilleux de la nature et des sites uniques, est de tout premier ordre. L’assistance en fut positivement charmée.
Citons encore l’interprétation tout a fait remarquable de Mme Maria Carmi, dans le rôle principal. Cette admirable artiste n’est pas une figure connue de l’écran. Elle a posé ce film exceptionnellement, et la Cines lui paya, dit-on, son concours plus de 50.000 francs.”
(Le Courrier Cinématographique, 3 janvier 1914)
FEBBRAIO 1914
Pietro Mascagni…
Parisina, musica di Pietro Mascagni, libretto Gabriele D’Annunzio va in scena al Teatro della Scala di Milano la sera del 16 dicembre 1913. Secondo Mascagni non fu omesso nemmeno un verso della tragedia. “Ho musicato anche le virgole!” Dopo la prima rappresentazione, d’accordo, poeta e musicista soppressero un intero atto.
“Grandioso successo di Parisina a Livorno. Il nuovo capolavoro di D’Annunzio e Mascagni ha avuto un successo trionfale al Teatro Goldoni di Livorno. Appena il maestro si presentò sullo scanno direttoriale, fu accolto da una commovente ed indimenticabile dimostrazione di affetto e di ammirazione dei propri concittadini.”
(Corriere del Teatro, 28 febbraio 1914)
Lyda Borelli…

Lyda Borelli in La Memoria dell’Altro
Dramma passionale in cinque atti della Contessa Derege
“Con la pubblicazione di La memoria dell’altro, la quale segue a poca distanza il memorabile successo di L’amor mio non muore, la Gloria Film, il cui motto è Ars vera Lux, viene non solo a collocarsi alla testa delle grandi case italiane editrici di film, ma pone incontrastatamente e definitivamente la produzione cinematografica nazionale al di sopra di quella di altri paesi.. (…)
Ma dove la lode è insufficiente è per Lyda Borelli, per la bellissima, suggestiva, affascinante diva del nostro teatro. Chi conosce la parte esteriore della sua arte, il suo sfarzo scenico, non può farsi un’idea di quanto essa ha fatto ed osato nell’interpretazione di questo dramma mimico. Ma vi è qualcosa di più: l’interiorità, tutta l’interiorità della sua arte. La figura di Lyda l’aviatrice, con i suoi sentimenti, le sue passioni, è una creatura degna di stare a paro di tante altre del teatro tradizionale, perché l’artista gli ha dato tutta se stessa, il suo temperamento raffinato, la sua sensibilità i suoi nervi, la sua passionalità. I grandiosi scenari, i panorami suggestivi, i giochi di luce ed ombra, tutte quelle cose insomma che non possono facilmente realizzarsi sul palcoscenico ordinario, sembrano fare quest’artista più grande, più affascinante, aumentare la bellezza e significazione del suo gesto. Vi sono delle scene come quella dell’agonia di Mario, quella della danza con l’apache e quella finale della morte dell’eroina, che sono fra le cose più belle e perfette realizzate da questa artista, la quale alla plastica mirabile di tutta la persona, unisce una mimica suasiva al sommo e la facilità di esprimere tutta la gamma dei sentimenti umani, dal piacere al dolore, dall’ira alla pietà, dalla voluttà all’angoscia mortale. Chi ha visto questa originale film d’arte può bene affermare che Lyda Borelli è ormai la più grande, la più raffinata artista cinematografica vivente, esempio mirabile che il palcoscenico muto non rappresenta una diminuzione dell’artista ma contendendogli l’espressione verbale, lo piega e lo forza alla rivelazione di un’arte superiore, più profonda e suggestiva.(…) La proiezione è commentata da un’orchestra eccezionale, la quale eseguirà una sinfonia espressamente scritta dall’esimio maestro Berni.
(Il Giornale d’Italia, 20 febbraio 1914)
Lyda Borelli eredita centomila lire
“Franco Villa, il giovane signore che pose fine ai suoi giorni, or qualche settimana, a Rapallo, e che era ammiratore fedelissimo e amico di Lyda Borelli, l’ha ricordata nel suo testamento, assegnandole 100.000 lire. Dopo il primo tentato suicidio del Villa, a Milano, la Borelli era venuta, a bella posta, tra noi, per far visita al fedele amico. E da tale bontà premurosa, il Villa fu così preso, che, nel suo recentissimo testamento, volle ricordare Lyda Borelli.”
(La scena di prosa, 21 febbraio 1914)