La cavalcata dei sogni. Il cinema di Roberto Roberti

Sua maestà il sangue, Aquila Film Torino 1913, regia di Roberto Roberti
Sua maestà il sangue, Aquila Film Torino 1913, regia di Roberto Roberti

La società Le Serre, il Comune di Grugliasco e UniVerso (Università di Torino), in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema e il Centro Sperimentale di Cinematografia, propongono una serata di proiezioni (Torino, 19 giugno 2024) e una giornata di studi (Grugliasco, 20 giugno 2024) in omaggio al cinema di Roberto Roberti (1879-1959), regista importante ma ancora poco conosciuto del primo cinema italiano nonché padre di Sergio Leone.

Roberti dagli anni Dieci ai primi anni Cinquanta diresse oltre sessanta film, inizialmente a Torino, prima capitale del cinema italiano, e poi, dal 1918, a Roma, dove divenne il regista prediletto della celebre diva Francesca Bertini.

In tempi recenti, alcuni suoi film, ritenuti perduti, sono stati recuperati favorendo così, finalmente, la conoscenza di uno dei protagonisti del cinema muto italiano, così fortemente legato a Torino, città in cui ha diretto oltre trenta film, spaziando tra i generi più diversi.

Nell’ambito dell’iniziativa sarà altresì allestita una mostra sul cinema muto a Torino, sempre al Parco Le Serre di Grugliasco visitabile dal 19 giugno al 21 luglio (info e dettagli https://www.leserre.org)

La cavalcata dei sogni. Il cinema di Roberto Roberti
19-20 giugno 2024
Cinema Massimo (Museo Nazionale del Cinema), Torino,
Parco Culturale “Le Serre”, Grugliasco
a cura di Silvio Alovisio e Caterina Taricano, in collaborazione con Steve Della Casa

Mercoledì 19 giugno 2024, h. 21.00
Proiezione cinematografica
Cinema Massimo, Museo Nazionale del Cinema, Torino

L’ultima vittima (1913) di Roberto Roberti
Interpreti: A. Calderari, G. De Witten, R. Roberti; produzione: Aquila Films, Torino; copia: Museo Nazionale del Cinema, 34’.
Sonorizzazione live a cura di Arto Fantasma (Dario Bruna: batteria; Enrico Degani: chitarra elettrica; Simone Garino: sax baritono; Orazio Lodin: fagotto; Federico Marchesano: contrabbasso; Christian Schmitz: piano preparato; Andrea Valle: composizione, batteria automatica; Carlo Barbagallo: regia del suono)

Voglio a te’ (1922) di Roberto Roberti
Interpreti: Francesca Bertini, Guido Graziosi, Gino Viotti; produzione: Bertini Film per Caesar Film, Roma; copia: Cineteca Milano, 65’.
Sonorizzazione live a cura di Francesca Badalini (pianoforte)

Giovedì 20 giugno 2024, h. 9.30-17.30
Giornata di studi
Parco Culturale Le Serre, Grugliasco

9.30 / Saluti
Giulia Carluccio – Prorettrice dell’Università di Torino
Emanuele Gaito – Sindaco del Comune di Grugliasco
Federica Petrucci – Assessore alla Cultura del Comune di Grugliasco
Domenico De Gaetano – Direttore del Museo Nazionale del Cinema
Stefano Della Casa – Presidente della società Le Serre e conservatore della Cineteca Nazionale (Centro Sperimentale di Cinematografia)

9.45-13.00 / Panel 1. Da Torino a Roma
Modera: Fabrizio Dividi (Corriere della Sera)
Sua Maestà il cinema: Roberto Roberti a Filmopoli
Silvio Alovisio (Università di Torino)

Roberto Roberti attore
Cristina Jandelli (Università di Firenze)

Restaurare i film di Roberto Roberti. Il caso L’assassina del Pont Saint Martin e la collaborazione tra il Museo Nazionale del Cinema e la Cinémathèque Royale de Belgique
Arianna Turci e Bruno Mestdagh (Cinemathèque Royale de Belgique), Gabriele Perrone (Museo Nazionale del Cinema)

Coffe break

Il barcaiuolo del Danubio. Il fascino dell’est Europa sulle rive del Po
Stella Dagna (Università di Milano)

C’era una volta a Roma: Il Leone, la Diva e il produttore
Teresa Antolin (Archivio Sempre In Penombra)

13.00-14.30 / Pausa

14.30-17.30 / Panel 2. Da Roma a Napoli

Modera: Caterina Taricano (critica cinematografica e curatrice)

Un’opera ch’è tua non può morire così. Le morti e le vite di Francesca Bertini nei film di Roberto Roberti
Micaela Veronesi (ANCR Torino)

Quarti di nobiltà tra la pagina e lo schermo. La contessa Sara
Elena Mosconi (Università di Pavia)

Il restauro di La serpe (CSC – Cineteca Nazionale, 2010). Ricostruzione e nuova luce sul film
Maria Assunta Pimpinelli (CSC – Cineteca Nazionale)

Napoli che canta tra esportazione e nostalgia
Giuliana Muscio (Università di Padova)

Tradizione e modernità in La bocca sulla strada
Raffaele De Berti (Università di Milano)

Il regista invisibile. La breve stagione nel cinema sonoro
Paolo Speranza (storico del cinema, Cinemasud)

La velocità di proiezione nei Cinematografi

È l’argomento del giorno. Giornali italiani ed esteri si sono occupati della questione con insistenza, citando dati di fatto, e prospettando i danni che a tutte le categorie di interessati vengono a risultare dal trattamento poco accurato e poco pratico cui vengono spesso assoggettate le pellicole da parte degli operatori.
Ecco cosa scriveva il giornale Il Film di Napoli, in data 20 novembre 1923, sotto il titolo di «Tristia»:

Tristia

La spudoratezza degli operatori di cabina ha oramai raggiunto il colmo.

È di ieri l’incidente occorso in un Cinema cittadino in cui si è incendiata una intera pellicola. Una disgrazia può capitare a chiunque, e l’operatore a cui è occorso l’incidente avrebbe potuto giustificarsi: ma ogni giustificazione cade di fronte a due gravi osservazioni: 1) l’operatore non era in cabina al momento del sinistro ; 2) non una sola bobina è andata incendiata, ma tutta la pellicola, perchè le bobine già proiettate e quelle da proiettarsi trovavansi a brevissima distanza dalla macchina. Il vero fatto è che tutti gli operatori di cabina, a parte pochissime onorevoli eccezioni, non hanno nemmen lontanamente il senso della propria grave responsabilità; ed in ciò hanno colpa gli stessi proprietari di locali — e i direttori di sala che sanno soltanto riscuotere le loro provvigioni, non sempre commerciali — perché non pretendono dagli operatori una maggiore disciplina.

Abbiamo assistito or non è molto alla première di un importante film qui in Napoli e quantunque siamo abituati, purtroppo, a veder proiettare dei films a velocità pazzesche, non mai avevamo assistito ad una simile frenesia della velocità. Figurarsi che le persone nel passare da una scena all’altra, scomparivano dallo schermo non già nettamente, ma offrendo una specie di salto nel vuoto, tal quale come si abbattono seccamente, nei bersagli da fiera, i fantocci colpiti da proiettili ben diretti. Il nostro Direttore ha avuto occasione di assistere a Roma alla première del The Kid e c’informa che il bellissimo film ha perduto il 50 per cento del suo valore a causa della vertiginosa proiezione che permetteva appena di leggere le didascalie a metà.

Un tale sconcio: torna di danno al proprietario del Cinematografo perché il pubblico si disgusta di una proiezione che dà il mal di mare, che non lascia seguire l’azione, che non permette perfino di leggere le didascalie; torna di svantaggio gravissimo al noleggiatore per il logorìo eccessivo della pellicola e per il successo, certamente diminuito, della stessa, di gravissimo danno alla Casa produttrice, perché in forza d’una cattiva presentazione un buon film può cadere, e noi vorremmo che un bel giorno qualche Casa produttrice intentasse a qualche proprietario di sala una causa per risarcimento di danni a causa della cattiva presentazione di un film. Abbiamo già altre volte ricordato la elegante questione posta da Joe May ai Tribunali americani, questione che gli fruttò un bel mucchio di dollari. Specialmente nell’Italia Meridionale le presentazioni dovrebbero essere fatte con maggiore accuratezza, perché presso di noi vige il costume di concedere agli operatori una notevole percentuale sui films proiettati, i quali operatori asseriscono che necessaria è la percentuale perchè i proprietari, fidando su quella, dànno delle paghe troppo basse, E avviene perfino che certi direttori (e anche proprietari) dividono con gli operatori.

Il costume vale legge, resti quindi l’uso della percentuale, ma se proprio i signori operatori di cabina continuassero a non volere intendere ciò che altro non è che il loro stretto dovere, sarà il caso di fare un accordo per abolire la percentuale. Al che i signori operatori potranno rispondere… deteriorando a bella posta le pellicole! Ma per questo c’è il procuratore del Re!

Da parte sua la Cine-Fono di Napoli pure insiste sull’argomento, accusando apertamente gli operatori di cabina di negligenza ed i direttori di Cinema di mancanza di criterio nella scelta del personale nonché di poca sorveglianza.

Il fatto che i giornali sopra citati vedono ambidue la luce a Napoli, starebbe a dimostrare che gli inconvenienti maggiori a questo proposito si verifichino nell’Italia Meridionale. In realtà il fenomeno non ha assunto nell’Italia Settentrionale proporzioni così allarmanti. Ma, in tono minore e con minore intensità, esso avviene pure da noi.

Noi non crediamo che il fatto tanto deprecato sia attribuibile ad un principio di «sabotaggio».

Nella maggioranza dei casi è l’ultima visione della sera che procede ad una velocità dannosa alla pellicola come alla bellezza ed all’interesse dello spettacolo.

Riteniamo piuttosto che all’inconveniente si possa rimediare con un po’ di attenzione e di scrupolosità da parte degli operatori, e, dove non basta, con un’attiva vigilanza dei direttori.

Che il fenomeno non abbia un carattere prettamente locale e che esso sia fonte di preoccupazioni anche al di là delle Alpi, è dimostrato poi da due articoli di Mon Ciné e del Film Français, che, all’insaputa della campagna fatta dai giornali di Napoli, mettono in evidenza quanto sia facile il disgustare gli spettatori con una proiezione lanciata ad una velocità vertiginosa. La Camera Sindacale della Cinematografia francese s’è interessata della questione a tal punto, da studiare un sistema d’ispezione regionale a funzionamento continuo e regolare.

Ma l’amore e lo spirito di devozione alla propria professione, da parte dell’operatore, e l’interesse suo stesso a che il pubblico venga attratto nel locale, oltreché dalla bellezza del film, anche dalla perfezione tecnica della proiezione, costituiscono, ripetiamo, la via da seguire per giungere al rimedio. L’operatore, operaio specializzato, tecnico ed intelligente, deve saper da solo e senza che lo si debba richiamare all’ordine diversamente, discernere gli errori in cui può incorrere nell’esercizio della sua professione e porvi rimedio senza necessità di influenze superiori. E siamo tanto convinti che all’inconveniente verrà ovviato per via naturale, che sull’argomento confidiamo non ci sarà più data occasione di ritornare.

Torino, gennaio 1924

Tra i pionieri romani

Sala Olympia, Roma 1901 c.

Roma, Marzo 1935

Evidentemente non può avere il diritto di parlare a questo riguardo chi non abbia almeno sei o sette lustri di carriera cinematografica… Naturalmente chi da tanto tempo si interessa alle cose di Cinelandia non può essere giovane assai… Così è, ed io coraggiosamente denunzio la mia età entrando nell’arango e chiedendo la parola.

Premetto che non tutte le cose che racconto le ho viste personalmente, ma per tutte potrei dare prove inconfutabili.

Poichè il cinematografo è stato inventato nel 1895 dai fratelli Lumière, per parlare dei « veri pionieri » del cinematografo stesso, bisogna parlare di cose e di persone del diciannovesimo secolo.

A Roma la prima sala di proiezioni cinematografiche pubbliche a pagamento fu aperta in via del Mortaro, nei locali ora adibiti a magazzino di ferramenta, sottostanti a quelli nei quali esisteva lo studio fotografico « Le Lieure ».

E fu appunto nel marzo del 1896 che Madame Le Lieure invitò i fratelli, Lumière a Roma. Essi vennero, e con loro vennero i tecnici e portarono la prima meravigliosa macchina che serviva da « macchina da presa » e, cambiando l’obbiettivo, ed escludendo la camera oscura, serviva anche da macchina da proiezione; ed infine… serviva anche da « macchina da stampa »!… Una meraviglia, certamente.

Fu proprio nel marzo del 1896 che a via del Mortaro gli operatori al seguito dei Signori Lumière si trovarono imbarazzati non disponendo di un arco capace di reggere una corrente a 40 Ampère: (corrente alternata).

Venne chiamato l’elettricista di Madame Le Lieure in aiuto; questi era Umberto Federici.

Dopo pochi mesi Madame Le Lieure acquistò una macchina Lumière cinematografica, i francesi andaron via e da quel tempo Umberto Federici divenne il papà del cinematografo, come ancora oggi « noi vecchi » compreso il commendator Filoteo Alberini (che mi perdonerà di classificarlo fra i vecchi) chiamiamo il modesto « Umberto » che è stato poi il « maestro » di molti « vecchi operatori romani » da Michele Gargiulo, al Commendator Filippo Schlösser ad Arturo Cristofari ecc. ecc. sebbene questi « allievi » abbiano cominciata la loro carriera in questo secolo!

Umberto Federici nato a Roma nel 1869 dopo i primi anni passati in una officina litografica, divenne elettricista e fotografo, appunto nello studio Le Lieure e nel 1896 divenne cinematografista.

Certamente in quei tempi le funzioni di operatore elettricista fotografo operatore di presa operatore di proiezione tecnico della stampa cinematografica ecc. ecc. erano molto meno distinte le une delle altre di quanto non lo siano oggi.

Erano poi sempre confuse con quelle di concessionario noleggiatore esercente agente e via dicendo.

Tanta somma di funzioni riunivano quei « pionieri ».

Fra essi Filoteo Alberini inoltre era anche inventore.

Appunto nel 1899 a Firenze egli volle pubblicamente sperimentare il suo « cinesigrafo », ingegnoso meccanismo di proiezioni cinematografiche.

Anche nel 1896, a Roma, alla « vecchia » Olympia, in via in Lucina dopo lo spettacolo di varietà si proiettavano film cinematografici. Operatore: Umberto Federici. La vecchia Olympia era sull’area dove ora esiste il palazzo della Sede di Roma della Banca d’Italia. E nel 1901 seguiva il Salone Margherita, che per molti anni chiuse il suo spettacolo di varietà con l’ultimo numero costituito dal cinematografo Lumière: operatore Umberto Federici, poi il commendator Schlösser.

Allora l’operatore era anche tenuto a pronunciare con voce stentorea, dalla cabina, il titolo del film. Non si conoscevano neppure le didascalie!

Tanto per la verità; perché si parla di Sala Iride, di Alberini, di Topi, di Felicetti, di Schlösser, ecc. ecc., è giusto ricordare Via del Mortaro, Madame Le Lieure e Umberto Federici.

Armando Tinelli