I cinema aboliscono le orchestre

Leda Gys in Santarellina, messa in scena di Eugenio Perego, produzione Lombardo Film Napoli 1923, soggetto dall’operetta Manz’elle Nitouche (1883) di Meilhac e Milhaud, musicata da Hervé

Torino, 18 aprile 1925

Quando venne reso noto il Decreto Governativo col quale si affidava alla Società Autori l’incarico dell’esazione dei diritti erariali sui biglietti dei cinematografi, abbiamo consigliato gli esercenti di tutta Italia a scuotersi una buona volta dalla loro proverbiale apatia, e guardare un pò più in là della punta del proprio naso, poiché prevedevamo a quali risultati ci avrebbe condotto la tutela di un Ente notoriamente avverso al cinematrografo.

In un primo tempo ci è sembrato che la nostra voce fosse stata accolta; infatti si è delineato subito un movimento tendente ad ottenere dal Governo una proroga per avere il tempo di prospettare poi, con più calma, la vera situazione della maggior parte dei locali di proiezione, ed il danno che ne avrebbero risentito. Ma dopo pochi giorni i propositi di resistenza sono sfumati, ed accontentandosi delle solite vaghe promesse i dirigenti del movimento ritornarono sui loro passi e tutto finì come finiscono le cose… cinematografiche. Il decreto ebbe la sua piena effetuazione e la Società degli Autori si è potuta insediare – troneggiante e dispotica – in tutti i locali cinematografici del bell’italo suolo.

Da quel momento gli esercenti finirono di essere padroni in casa propria, per venir guardati e sorvegliati con occhio sospetto, quasi con propositi ostili.

Comunque, ciascuno si assoggettò alle nuove disposizioni, sperando sempre che un giorno o l’altro il Governo si sarebbe persuaso della giustezza dei loro reclami, ed avrebbe concesso un’equa riduzione della tassa, per non mandare in malora una buona parte dei locali, specie di provincia; che non possono sopportare oltre gli enormi tributi a cui sono assoggettati.

In questi giorni si delinea all’orizzonte una nuova minaccia: la Società degli Autori intende elevare di molto la percentuale sui diritti musicali, tanto che a Roma è già avvenuta una riunione dei proprietari di cinematografi, e dopo una lunga discussione è stato votato all’unanimità il seguente ordine del giorno, con la nomina di una Commissione perché lo presenti e lo illustri alle autorità cittadine, e sottoscrivendo un accordo per la eliminazione di una parte della produzione musicale del repertorio dei cinematografi, con conseguente modificazione radicale del complemento orchestrale delle proiezioni:

«L’assemblea generale dei cinematografisti della Sezione Romana, tenuta il 14 aprile 1925, di fronte alla nuova pretesa della Società Italiana degli Autori che con lettera dell’7 aprile 1925 ha comunicato, dal primo di detto mese, l’aumento dal 100 al 150 per cento della tassa mensile per i diritti di autore nella produzione musicale usata, e preannunciato un ulteriore aumento dal 1° novembre p. v. pur sapendo che gli esercizi cinematografici sono in viva attesa dello sgravio del tributo supplementare promesso dal ministro delle Finanze, per garantire la continuità degli spettacoli cinematografici;

mentre richiama l’attenzione del Governo sui gravi effetti del principio che informò la concessione dell’esazione di un tributo erariale ad un Ente privato concorrente del cinematografo e costata che le prevenzioni dei cinematografisti erano pienamente giustificate;

dichiara che il compenso all’autore per la musica eseguita nel cinematografo a secondario complemento dello spettacolo, non può essere di molto inferiore a quello fissato per gli altri spettacoli, che la produzione musicale è parte principale, e necessaria;

chiarisce che le considerazioni avanzate dalla Società degli Autori sugli utili dei cinematografi sono totalmente arbitrarie ed esagerate, poiché all’Ente predetto non sono cognite le ingenti spese imposte agli esercizi in misura molto superiore a quelle delle altre categorie di spettacoli;

conferma che gli esercizi non possono sopportare l’aumento della tassa mensile preteso dalla Società e lo respinge;

e riservandosi di procedere alla radicale immediata modificazione del complemento musicale agli spettacoli cinematografici;

domanda la solidarietà della. Federazione nazionale esercenti Cinema e commercianti in Films per questa importante questione che minaccia gravemente l’intero commercio cinematografico italiano ».

Approviamo incondizionatamente la decisione dei cinematografisti della Capitale e vogliamo credere che di conseguenza si uniformeranno anche quelli delle altre città.

A smorzare gli appetiti della Società degli Autori basterà; per intanto, che si mettano tutti d’accordo onde formare un repertorio cinematografico proprio con musica di pubblico dominio e musica nuova scritta appositamente.

In seguito si potrà pensare alla creazione di un Ente musicale, che potrebbe avere vita rigogliosa e prospera.

Torneremo sull’argomento.

Un nouveau film de Miss Loïe Fuller

Chimères Loïe Fuller 1925

Paris, 30 Janvier 1925

Dans son numéro du 2 janvier, Mon Film passait en revue, par spécialité, les films de l’année, accordant une attention particulière à ceux ou la recherche technique formant le point capital. Parmi ces derniers, il nous est impossible de passer sous silence les films de Miss Loïe Fuller.

Toute la sensibilité et le talent très particuliers de cette artiste se condensent dans son travail. Elle est à la fois idéaliste et réalisatrice. Pour vous en donner un exemple, à l’âge de douze ans, à Chicago, elle loua de sa propre autorité, une salle de conférences où elle parla de la lutte contre l’alcoolisme. Quelques années plus tard, seule dans sa chambre, elle voulut imiter les papillons qui folâtraient dans son jardin. Retirant aussitôt les draps de son lit, elle se mit devant une glace, et, se modelant sur eux, réussit de jolis effets. De là à associer à ces mouvements gracieux des projections lumineuses multicolores, il n’y avait qu’un pas, et ce pas fut le point de départ de sa merveilleuse carrière chorégraphique.

On conçoit qu’avec un tel passé elle puisse avoir des conceptions cinégraphiques vraiment originales. Elle a coutume de dire: « Avec de la couleur et de la lumière, on peut toujours faire quelque chose de très beau ». Si, à l’écran, la couleur lui manque encore, du moins y manie-t-elle la lumière avec un art consommé. Le scénario, toujours très simple, joue un rôle secondaire: il n’est qu’un motif pour développer des féeries dignes des Mille et une Nuits. Ceci est composé avec une conception si personnelle de l’art cinématographique, qu’il oblige ce dernier à utiliser la quintessence de ce qu’il peut donner jusqu’à l’extrême limite des derniers perfectionnements des appareils de prise de vues actuels.

Vous souvenez-vous du film intéressant: le Lys de la Vie? dont le scénario était de S. M. la Reine Marie de Roumanie. La mise en scène magistrale avait été réglée par Miss Loïe Fuller, qui est, entre parenthèses, une grande amie de la Reine. Nous aurons sous peu le plaisir de voir sa nouvelle production qui a pour titre Chimères, et dont le livret est dû à la plume de Maria Star. Trois personnages, et l’école de danse de Miss Loïe Fuller servent de thème aux merveilleux décors naturels de Cap Martin. Mlle Damia, la grande étoile de la chanson réaliste y a fait ses seconds débuts au ciné et y tient le premier rôle de main de maître. Elle a crée une figure inoubliable de vielle paysanne méridionale tout à fait réussi. Un véritable berger et un enfant évoluent à ses côtés très naturellement. Quant au corps de ballet, c’est lui surtout qui travaille le plus. Rondes, sauts, entrechats, jetés et battements, tout y passe.

L’emploi très abondant du négatif contretypé alternant, parfois par périodes rapides, avec le positif, y jette une note étrange. La danse des sorcières, notamment, transposition à l’écran du celebre ballet: Les Ombres Gigantesques, qui se donnait encore dernièrement à l’Empire, est certainement la partie la plus curieuse. En effet, à l’inverse de la réalisation théâtrale, le fond est noir et les ombres sont blanches, la bande étant en contre-type, enfin les scènes sont tournées à des cadences extrêmement différentes, passant sans transition, au milieu d’une scène, de ralenti à l’accéléré le plus rapide. Des difficultés sans nombre se présentèrent au cours de cette réalisation, mais elles furent habilement surmontées par le jeune et excellent opérateur L. Bogé.

Les extérieurs, tournés dans des sites grandioses, des sous-bois charmants, caractérisent la variété de formes due au génie artistique de Miss Loïe Fuller qui a trouvé dans le cinéma une occasion de plus d’utiliser son activité intelligente qu’un demi-siècle de théâtre à travers le monde n’avait pu amoindrir.

M. B. d’Hautefeuille

(testo e immagine archivio in penombra)

La Littorio Film di Firenze 1925-1927

Società Anonima Littorio Film Firenze

Tracce di una Casa di Produzione.

Torino, 5 dicembre 1925. Diamo qui la fotografia di una giovane nuova attrice — Arquiria Petrucciani Pavia (1) — la protagonista di un nuovo lavoro cinematografico che, sotto la denominazione Littorio Film, si eseguisce in questi giorni a Firenze. La signora Arquiria Petrucciani Pavia sostiene, in questo lavoro della marca fiorentina, due parti: Assunta (attrice giovane) e Zì Concetta (attrice di parrucca) riuscendo ad ottenere singolari espressioni in tale sdoppiamento. Il film si intitola sentimentalmente L’ultimo addio ed il soggetto è stato dettato da Ferdinando Chianese. La direzione artistica è affidata a Totò Lo Bue. E quella tecnica e fotografica all’operatore Gabriele Gabrielian.
L’ultimo addio è una drammatica concezione cinematografica d’ambiente abruzzese  e napoletano, un film eminentemente passionale come la razza delle due regioni alle quali si è ispirato l’autore. Il film è pressoché compiuto e sarà prossimamente lanciato dalla giovane editrice fiorentina. Ma la Littorio Film ha in animo di non fermarsi a tale lavoro: ne prepara audacemente uno a sfondo storico ed uno di carattere passionale. Di entrambi è autore Ferdinando Chianese.
Noi auguriamo a questa Marca che ha nella sua troupe oltre alla signora Arquiria Petrucciani Pavia, un atto tedesco valoroso: il signore Oyertsching (2) che in L’ultimo addio è il primo attore, e un bimbo, Elio Cosci, pieno di simpatica e vibrante semplicità, tutto il successo che meritano le iniziative intraprese dai giovani.
E ci ripromettiamo di parlare più diffusamente di questa Editrice fiorentina non appena sarà ultimato il film che ha in corso di esecuzione.
(Il Corriere Cinematografico)

Portoferraio, 13 dicembre 1925. Concittadina che si fa onore nell’arte Cinematografica. Una figlia del popolo, la nostra concittadina Arquiria Petrucciani Previa (3), furoreggia nella Littorio Film di Firenze, quale prima attrice in doppia parte, nella produzione di una film che ha per titolo: L’ultimo addio.
La Petrucciani, or non è molto, ottenne il diploma dalla Casa Azzurri di Firenze, come artista cinematografica; e noi pure al Teatro Moderno assistemmo, entusiasti, alla presentazione della pellicola di prova, rilevando le qualità veramente artistiche della nostra concittadina.
Auguriamo sinceramente alla concittadina Arquiria una brillante carriera e la migliore delle fortune.
(Gazzetta Elbana)

Roma, 23 ottobre 1926. I pionieri di cui l’industria ha bisogno: Littorio-Film.
Sul Regime Fascista del 16 settembre fu pubblicato un articoletto illustrativo su di una casa di produzione cinematografica giovanissima, che ha preso il nome di Littorio Film: siamo in grado oggi di dare ampie informazioni su questa casa fascista a capo della quale sono tre valorosi giovani:

Ferdinando Chianese, volontario di guerra, quattro volte decorato al valore militare, cinque volte al valor civile; decorato della medaglia d’argento e medaglia di bronzo della Fondazione Carnegie, per atti di valore compiuti;
Rag. Antonio Viciani, volontario di guerra, ex ufficiale del R. Esercito;
Ottaviano Targioni-Tozzetti, ex-ufficiale legionario di Ronchi due volte promosso di grado da Gabriele d’Annunzio.

La Littorio Film, nata dal volere di questi tre giovanissimi fascisti, apre una trionfale strada alla rinascita del film italiano con un programma magnifico di produzione. È cosa necessaria fare presente a tutti i buoni fascisti l’esistenza di questa Società che avrà un avvenire splendido e terrà alto il nome d’Italia, sostituendo in congrua misura, nelle sale di proiezione, il film italiano a quello d’oltre Alpe e d’oltre oceano.
Per suo maggiore sviluppo la Littorio Film ha nominato un consiglio del quale fanno parte alte personalità politiche e civili. Hanno aderito con entusiasmo alla nobile iniziativa delle Littorio Film facendo parte integra del suo consiglio: l’on. col. G. A. Bassi, l’on. G. Bastianini, l’on. Carlo Scorza, l’on. Roberto Farinacci, il gr. uff. prof. dott. Giovanni Targioni-Tozzetti, il comm. Mario Carli, F. T. Marinetti, il comm. Plinio Nomellini, il comm. prof. Domenico Trentacoste, il gr. uff. Nino Donati, il comm. Giovanni Raicevich, il cav. uff. Francesco Baldi, Enrico Vidali.
L’Impero, Il popolo Toscano, Il Regime Fascista, il The Italian Mail, il Kines, hanno messo le loro colonne a disposizione della Littorio Film per la sua propaganda. Hanno avuto parole di plauso per la campagna iniziata da questi tre giovani, l’on. Prefetto della Città di Firenze per conto di S. E. Benito Mussolini; S. E. il card. Pietro Maffi, Arcivescovo di Pisa, il Card. Alfonso Maria Mistrangelo, Arcivescovo di Firenze ; S. E. mons. Giovanni Piccioni, vescovo di Livorno, l’on. Augusto Turati, l’on. Alessandro Melchiorri, l’on. Bruno Biagi, Emilio Settimelli, il Principe Filippo Corsini, il comm. Egidio Favi della Nazione, il comm. Franco Magrini.
La Presidenza del Littorio è stata affidata a due integerrimi uomini che molto hanno dato alla santa causa delle rivendicazioni italiane all’Estero ed in Patria con opere munifiche: il comm. Luigi Camera e il comm. Giovanni Repetto.
La Littorio Film ha per programma la produzione di film storici religiosi, di propaganda sanitaria d’ambiente e di carattere prettamente nazionale e patriottico, i cui soggetti sono appositamente scritti da Ferdinando Chianese e da Ottaviano Targioni-Tozzetti. Altri soggetti verranno dati alla Littorio Film dal poeta Giovanni Targioni-Tozzetti, da Mario Carli, dal poeta F. T. Marinetti.
Fra non molti giorni la Littorio Film comincerà la sua produzione con un lavoro di fine sentimentalità italiana in costume abruzzese: il soggetto con base altamente morale e mistica è stato ideato da Ferdinando Chianese e le didascalie scritte da Ottaviano Targioni-Tozzetti.
Noi salutiamo con giubilo la formazione della nuova casa di produzione e le auguriamo il più brillante avvenire.
(Lo Schermo)

Firenze, 15 novembre 1926 (notte). L’inaugurazione della sede della Littorio Film.
Quest’oggi, con intima cerimonia, si è inaugurata la nuova sede della Littorio Film in Firenze Via Pellicceria, 6.
Hanno mandato la loro adesione le seguenti personalità: On. Giacomo Acerbo; On. Carlo Scorza; On. Farinacci; Comm. Prof. Plinio Nomellini; Gr. Uff. Musso; Gr. Uff. Donati; il Console della Milizia Fascista Francesco Baldi; Comm. Prof. Trentacoste, Mario Carli; Gr. Uff. Targioni Tozzetti, Filippo Tommaso Marinetti; Comm. Giovanni Mechetti, Comm. Raicevich; Comm. Camera ecc.
(Il Popolo Toscano)

Società Anonima Littorio Film Capitale L. 5.000.000
Sede in Firenze – Via Pellicceria, 6 (Deliberazione dell’Assembla 17 Gennaio 1927)
Costituita in Milano con Atto Publico 6 dicembre 1926 – Registrato a Vimercate il 10 Dicembre 1926 – Assemblea del 17 gennaio in Roma per modificazioni Statutarie – Aumento del Capitale a Lire 5.000.000 – Trasferimento della sede da Milano a Firenze.
Uffici Direzione: Via Pellicceria, 6, p. 2, Firenze.
Stabilimenti Produzione: Via delle Panche, 57, Rifredi.

Note

1 e 2. Nell’atto di costituzione della Società di fatto (Firenze Ottobre 1925), il cognome è Petrucciani Puvia.
3. Nel contratto firmato a Firenze (Sindacato Regionale Toscano – Produzione Cinematografica, 25 ottobre 1925), il cognome e Ogertschnig. Altri interpreti del film L’ultimo addio sono: Natale Romoli, in arte Nino Altieri e Angelo Natali. Del film non è rimasta alcuna traccia, secondo la Banca Dati della Revisione Cinematografica (Italia Taglia).