
Edizione Milano Film 1917 – Un prologo, due parti e un epilogo. 1390 metri. Interpreti principali: Suzanne Armelle e Giuseppe Sterni. Direttore di scena: Giuseppe Sterni. Operatore: Della Valle.
Il soggetto
Annuccia Delbene è una bimba di quattordici anni, carina, intelligente, ambiziosa e bizzarra, che campa stentatamente la sua vita come piccola commessa di un negozio di mode. Ha un piccolo amico, Fausto Lovelli, ragazzo sedicenne, anch’esso intelligente e sbarazzino ed operaio presso un mosaicista.
La vita dei due giovani è un complesso di miserie e di allegre monellerie, di desideri insoddisfatti e di castelli in aria.
Fausto, infatti, sogna di diventare un gran pittore, ed alla sua piccola amica che, alle sue confidenze, lo guarda con musetto beffardo, spiattella in pochi istanti un ritratto, quasi somigliante e con al collo un piccolo boa graziosissimo. Annuccia, poiché la rivelazione artistica avviene fuori di porta, è entusiasmata tanto della bravura del suo amico, che si lascia baciare sulla bocca.
Ma anch’essa ha il fuoco sacro dell’arte… Portando gli abiti in una scuola di recitazione, scopre in sé delle grandi attitudini alla drammatica, riesce dopo molte peripezie ad essere accettata alla scuola ed in poco tempo sbalordisce tutti, allievi e maestra che scoprono in lei una futura grande attrice.
Anche Fausto comincia a farsi notare. I due giovani si ritrovano fuori porta e si confidano le loro speranze.
Annuccia declama un brano drammatico, e Fausto mostra i suoi disegni.
Ma una nube offusca il visetto di Anna:
— Sono tutti nudi di donna, i tuoi studi!
— Tu, tutte le sere devi parlare con altri d’amore! — ribatte Fausto.
***
Anna è diventata un’attrice celebre ed alla moda. Fausto è un illustre e ricercato pittore ritrattista.
Si ritrovano, si ripiacciono, si riamano, si riadorano. Ma la gelosia punzecchia irrequietamente entrambi.
Fausto vorrebbe provocare tutti gli adoratori di Anna e Anna detesta tutte le eleganti e civette ammiratrici di Fausto.
Fausto fa il ritratto di Anna che, esposto al Salone, aumenterà la sua celebrità, ma Anna, nel posare gli dice:
— Io sola possiedo il tuo vero capolavoro! — e trae dalla borsetta lo scarabocchio col boa al collo che tanti anni prima Fausto le aveva fatto fuori porta, quando erano poveri ed ignoti, ma pur tanto felici…
Fausto è commosso e si stringe ardentemente al petto della donna.
Ma l’incidente non vale a tranquillizzare che per poco i due irrequieti amanti.
La vita diviene sempre più insopportabile. Anna decide di partire per un lungo giro artistico all’estero. Fausto non osa o non sa trattenerla.
***
Il tempo cancella ogni dolore, ma l’immagine di Anna non scompare mai dal cuore di Fausto, e ripetutamente e continuamente gli si affaccia alla mente paralizzandogli la possibilità del capolavoro.
Invano Fausto chiede ad Elena Castani di posargli per un nudo; questa rifiuta.
Elena, commessa in un negozio di antichità che Fausto frequenta, gli ha già posato per le mani, per la testa, per la linea.
Elena ama intensamente Fausto e non si mostrerà mai nuda a lui freddamente e per mestiere.
Fausto è desolato. La notizia che Anna ha sposato in Russia il ricchissimo Conte Ivan Fiodorovic Slascinski lo abbatte completamente, ma Elena viene a lui tenera ed appassionata.
— Volevi fare il capolavoro?… Aspetta!… — ed appartatasi per alcuni istanti ricompare avvolta in un lungo e purpureo mantello.
— Eccomi!… Lavora!… — e gettando il mantello gli si mostra in tutta la sua candida e splendida nudità…
Il quadro, esposto poi al Salone, entusiasma critici, amatori e pubblico…
Elena e Fausto si sposano e partono per un lungo viaggio.
***
Sono passati venti anni. Il Conte Ivan, un corrotto, un libertino, un bevitore, è morto. Anna, rimasta vedova, è tornata in Italia con la figlia Pervinca.
Pervinca è tutta fisicamente la madre, ma come animo, ha ereditate le cattive qualità del padre. Maligna, insolente, frivola è il cruccio continuo ed il pensiero di Anna.
Fausto si reca, naturalmente, a salutare Anna, nella bella villetta che questa ha affittato, ma non ritrova più la giovane appassionata e impetuosa di un tempo, ma bensì una splendida dama, seria, un po’ stanca, un po’ scettica, che pensa solo alla figlia e desidera vivere tranquilla. Alle proteste di amore di Fausto, ribatte con signorile freddezza:
— Siatemi amico, vi prego. Nulla più!…
Fausto se ne va mortificato ma si imbatte in giardino con Pervinca. Fausto crede sognare!… Pervinca è il ritratto di Anna, di Annuccia la monella carina che tanto ha amato!… La presentazione fra i due ha del comico. Ma Fausto torna e ritorna spesso, e col tempo nell’animo suo turbato si riaccende più veemente, più crudele l’antica fiamma, poiché rivede in Pervinca, piuttosto che Anna, tutto il suo passato.
Pervinca si innamora pur essa perdutamente di Fausto.
Un fidanzato timido, ma appassionato, l’occhio vigile di una vecchia e fedele governante, la tenerezza materna, si illudono di avere scongiurato ogni pericolo vietando a Fausto l’accesso al villino.
Pervinca e Fausto si rivedono nel Parco e poi tutte le notti in giardino, mentre tutti dormono.
Anna decide allora di partire per la Russia con la figlia, ma Pervinca trova il modo di avvisare Fausto e decide di fuggire con lui la notte che precede la partenza.
La vigile governante scopre tutto ed avverte Anna. Alla fanciulla che silenziosamente si prepara alla fuga, compare la madre addolorata…
Fausto impaziente dell’attesa entra cautamente nel villino. Si trova di fronte Anna.
— Tu!… — essa gli grida — tu, amore di tutta la mia giovinezza, meditavi di togliermi Pervinca!… A questo punto è arrivata la tua, la vostra follia!… — e va ad uno scrigno e ne toglie l’antico piccolo ritratto, il ritratto di Annuccia col boa al collo, il primo, timido lavoro del pittore principiante e lo getta ai piedi di Fausto.
Fausto si lascia cadere in una poltrona, piangendo. Pervinca guarda esterrefatta.
— Non mi hai capita, Fausto! — continua Anna. — Non ti perdonerò mai!… Ora vi separo per sempre!
Prima che si immagini, punta una rivoltella al cuore e rotola ai piedi dei due, separati così per sempre.
L’antica fiamma è spenta!…
L’autore
Luciano Zuccoli, eminente romanziere e giornalista, già direttore della Gazzetta di Venezia, della Provincia di Modena, redattore del Popolo Romano e di molti altri giornali politici e letterari. Polemista vigoroso ed abilissimo a maneggiare la spada come la penna, ha avuto duelli e processi.
Un racconto irresistibilmente ironico, che mi ha messa di buon umore! Grazie :)
Dicono che il film fu massacrato dalla censura. Grazie a te!
Non mi stupisco, perché probabilmente il pubblico dell’epoca non sopportava di veder smascherata la propria ipocrisia, o forse perché i censori sempre intenti nella loro ottusa difesa dell’ordine sociale e familiare, credono che basti non parlare dei problemi perché questi spariscano! ;)
In questo caso mi sembra esagerato, di storie come questa (e peggio) erano pieni i romanzi d’appendice.