Seconda parte della straordinaria avventura di Rina De Liguoro come se fosse un film. Nell’ultima scena della Prima Parte avevamo lasciato Rina De Liguoro e la sua famiglia in partenza per Hollywood….
Apertura ad iride e panoramica sul mare, dalla spiaggia di Santa Monica in California (come sottofondo il rumore del mare).
Dissolvenza incrociata sulla città di Alghero (Sassari) in Sardegna:
Voce in off: Oggi, 25 agosto 2003, il sindaco Tedde inaugurerà il teatro situato nell’immobile che ospita gli uffici dell’Assessorato al Demanio e Patrimonio, in via La Marmora, uno spazio all’aperto capace di ospitare 200 persone. Il “Piccolo Teatro Comunale”, così si chiamerà, sarà intitolato a Rina De Liguoro, l’attrice di origine algherese che è stata una delle dive del cinema muto italiano ed internazionale e in seguito un’apprezzata interprete dal periodo del secondo dopoguerra fino agli inizi degli anni sessanta. (il seguito della notizia nel sito algher.it)
Voce in off maschile sulle immagini della famiglia Catardi :
La famiglia Catardi arriva in Alghero nel 1820 dal napoletano (Reina), ed il capostipite fu Antonio, padrone di Barca, come tanta gente di mare che si trasferisce nella Barceloneta de Sardenya dalla Campania e da altre marinerie del Tirreno, attratti dalla pescosità del nostro mare ed in particolare del corallo.
Probabilmente l’attività di Antonio Catardi deve essere stata la pesca del Corallo, ma anche i trasporti marittimi e commerciali.
Accompagnano Antonio Catardi i figli Raffaele (morto pochi anni dopo 1824) e Bartolomeo.
Da questi discendono rispettivamente Pasquale (1822-1900) e Antonietta (morta nel 1900); questi ultimi erano quindi cugini di primo grado, tuttavia si sposano ed hanno quattro figli maschi, fra cui Salvatore e Pasquale.
(Carlo Sechi, Rina de Liguoro – L’ultima diva del cinema muto italiano, Centro Culturale dell’immagine Il Fotogramma – Comune di Alghero 1995)
Pasquale, che lavora come impiegato statale, sposa Lina Biglione ed ha due figli: Renato ed Elena Caterina, che nasce a Firenze, ma venne portata in Alghero per essere battezzata “per il forte legame che gli algheresi hanno sempre avuto con la loro piccola Patria”. Qualche anno dopo la famiglia di Pasquale Catardi si stabilisce a Napoli.
Dissolvenza incrociata sulle immagini (esterno ed interni) di Villa Regana in via Tito Livio a Roma. Voce in off maschile molto tranquilla (come sottofondo una melodia di Schumann al pianoforte):
Chi vi parla si presentò un bel giorno a Villa Regana, situata nel bel viale Tito Livio e domandò di Rina De Liguoro.
Egli fu introdotto subito nel suo salotto ove notò in anzitutto un magnifico pianoforte da concerto.
Vicino ad esso v’è un antico stipo di grande valore ove la Rina (ciò lo seppi dopo) conserva i ricordi di suo padre, morto or è due lustri, e raffigurato da un busto in bronzo collocato sul mobile stesso.
Un grande quadro riproduce Rina De Liguoro in una posa affascinante; profusione di ninnoli e di fiori conferiscono grazie a armonia a questo modesto, e pur bello e pur ricco, salotto ove la grande artista trascorre le brevi ore di riposo.
Sul pianoforte è disteso il grande manto usato da Rina de Liguoro nell’interpretazione di Messalina. E’ ricamato in oro ed ha proporzioni non indifferenti, figurarsi che copre quasi tutto il pianoforte a coda.
L’ambiente dove vive un’artista è sempre interessante, ma non trovo niente di strano e ciò mi urta un poco giacchè non ho niente di sensazionale da raccontare al lettore.
Dissolvenza incrociata sulle immagini del film La bella corsara (1928). Voce in off, femminile (musica di sottofondo della Carmen di Bizet, sempre al pianoforte):
Rina De Liguoro, figlia di uno spagnuolo e di una italiana originaria di Chambery, nacque a Firenze per uno sbaglio di date che mandò suo padre fuori dalla grazia di Dio! Anzitutto avrebbe dovuto nascere maschio, e in secondo luogo, la discendente di uno spagnolo non poteva e non doveva nascere che in Ispagna. Figuratevi quale non fu la delusione e la rabbia del Catardi, vedendo le sue speranze deluse, ma non si perse d’animo e non si dette per vinto; dopo quaranta giorni si imbarcò con la famiglia per la Spagna e nel suo paese nativo di Algero (sic!) fece battezzare la bimba!
Rina Catardi crebbe con un grande spirito di indipendenza, a tre anni fuggiva di casa, e la ritrovano a sera, dopo lunghe ricerche, al Campo di Marte dove si era recata a far raccolta di frutta… La sua grande aspirazione era di poter studiare arte drammatica e calcare le scene; ma il padre, uomo di costumi rigidi e di idee austere, non avrebbe mai acconsentito e la figlia abbandonò il disegno, che accarezzava da tanto tempo, per darsi completamente allo studio della musica che l’attirava.
Nuova dissolvenza incrociata sulle immagini di Villa Regana. (la musica della Carmen di Bizet dissolve nei rumori di un giardino). Ritorna la voce in off maschile:
Mi tranqulizzo immediatamente dando un’occhiata fuori la Villa Regana; è un luogo di pace fra fiori e piante, al cospetto dei colli romani, dove lo spirito riposa lontano dal turbine della vita.
Sento dei passi e rientro immediatamente…
(Dissolvono i rumori del giardino e ritorna come sottofondo la melodia di Schuman al pianoforte)
Sono alla presenza di Rina De Liguoro.
Rina de Liguoro del cinema ci appare un po’ più grande di quella che è, ma è — al naturale — come sullo schermo.
Mi spiego: vi sono due Mae Murray e due Swanson, v’è la Mae Murray del Cinema e la Mae Murray della vita intima, v’è la Swanson del Cinema, e… come sopra. Sarebbe come dire che queste attrici perdono con la truccatura e con le espressioni artificiali del loro volto, i loro lineamenti stessi.
Per Rina de Liguoro — essendo naturalissima la sua arte — non ci sono sorprese in materia. V’è la voce; pensate a quanto di più bello e di più armonioso vi possa essere nella voce di una donna, ed ecco data la parola all’attrice muta che tu ammiri.
Dopo i soliti convenevoli, le domandai:
— Come lei si decise ad abbandonare la sua carriera di pianista per l’arte muta?
— La carriera pianistica — ella rispose — non l’ho mai abbandonata, ma ho cercato di unirla all’arte muta.
Infatti l’ottobre scorso a Londra presenziai alla « première » di « Messalina » e in tale occasione eseguii pezzi pianistici che furono ripetuti per la stessa occasione, in parecchie città inglesi. Anche in Italia, in tutte le città ove sarà proiettato il mio nuovo film « Quello che non muore », interpreterò musica classica adattata all’azione scenica. Ho già fatto ciò a Palermo e — recentemente — a Roma con lusinghiero successo.
— Quale la sua prima impressione, le sue prime trepidazioni, quando posò le prime volte dinanzi all’obbiettivo?
— Nessuna impressione, nessuna trepidazione, perché io non ho mai pensato di posare davanti all’operatore e alla sua macchina. Sono soltanto suggestionata dal personaggio che vado ad interpretare e ne vivo la vita con molta semplicità e verità.
— Che si propone per l’avvenire?
— Desidero fare tante e tante « films », sempre più belle e provare così la gioia di vivere tante vite nei diversi personaggi.
— E poi?
— Dedicarmi alla mia piccina Regana — ella mi dice con tipica espressione materna — che è tutta la mia vita.
Fine seconda parte…