Satana – I Peccati dell’Umanità, Ambrosio 1912

Fra i film italiani più ricercati questo è ai primi posti. Nel 1991 fu presentato alla XX Mostra Internazionale del Cinema LiberoIl Cinema Ritrovato di Bologna un brevissimo frammento di 8 minuti conservato al BFI – National Film and Television Archive di Londra. Difficile ritrovare un film senza vedere qualche immagine… proviamo un po’…

I Peccati dell’Umanità
(Satana)
in 4 parti ognuna a sé stante

Gli Dei se ne vanno. Il ciclo si spopola. Le fantasie e i desideri dell’umanità discendono dal cielo sulla terra. Ma di tutte le infinite persone del regno religioso, l’ultima a perdere lo scettro è quella di Satana. La fosca figura dell’angelo ribelle vigila ancora all’orizzonte del pensiero umano e coll’ombra delle sue ali sterminate infosca ancora la terra. Che se oggi non si crede, più al diavolo come a una realtà, se oggi sono state poste in fuga dalla luce della civiltà le credenze e le superstizioni e i sogni di cui si pascevano le anime dei nostri padri, intenebrate di paura e d’ignoranza, come figura estetica atta a rappresentare l’occulta potenza del male, Satana è popolare ancora; occorre ancora nei nostri discorsi, ancora, fìnchè un’altra non venga a sostituirlo, permane come concretazioue e personificazione della terribile forza che spinge l’uomo contro l’uomo, l’umanità contro l’umanità.

Desiderando di rappresentare in una tela sola il più vasto dramma possibile, di mettere a contrasto, nella misura pia impressionante, le passioni umane, di commuovere lo spettatore al massimo grado, la Casa Ambrosio immaginò un’azione grandiosissima, tratta dai più popolari e maggiori capolavori dell’umanità, nei quali la figura di Satana campeggi e agisca come simbolo, come figurazione dell’occulta potenza, che mettendo radice nel cuore, instilla e, suggerisce all’uomo il delitto, preparando a mano a mano le più grandi e impressionanti tragedie.

Questa idea, nuova in cinematografia, non lo è affatto in letteratura e nel teatro. Basterebbe ricordare i successi ininterrotti e grandiosi del «Faust», del « Mefistofele», e di tante altre opere che da quelle derivano. Il nostro Satana ha un po’ di Jago e un po’ di Mefisto, ma è bene umano, e quando si trova definitivamente trasmutato in uomo agisce come personaggio comune di dramma, solo ritenendo della sua origine la più, vasta e formidabile natura. Tutte le colpe e i mali dell’umanità trovano nel dramma presente la loro origine e il cuore dello spettatore è naturalmente portato ad una, moralità finale: a detestare, cioè, il delitto, figlio delle tenebre, e ad aspirare verso il bene, figlio della luce.

Parte Prima

Satana contro il Creatore
(dal Paradiso Perduto di J. Milton)

Satana - I Peccati dell'Umanità, Ambrosio 1912
Satana - I Peccati dell'Umanità, Ambrosio 1912

Le maggiori opere letterarie di tutte le nazioni furono oramai conquistate dalla cinematografia e trasportate dallo smagliante campo della parola a quello più concreto e divertente della visione e dello spettacolo. Fedeli a questo principio di volgarizzazione delle grandi fonti della bellezza e del pensiero, noi abbiamo ridotto a dramma cinematografico l’insuperato capolavoro della poesia inglese, l’immensa e formidabile visione del cieco ed infelice Omero britannico, in una parola, Il Paradiso perduto „ di Giovanni Milton. Occorse certo un’ innegabile temereità per accingersi ad un tale compito, per misurarsi a fare alle braccia con Milton ; ma la cinematografia ha fatto in questi ultimi tempi così enormi progressi da permettere anche di queste audacie, e noi usciamo dalla prova colla convinzione di essere vittoriosi, colla convinzione di dare allo spettatore l’impressione di assistere alle gigantesche lotte del ciclo e della terra, quali la mente del poeta vide e trasfuse nella commossa parola e nel verso immortale.

L’ origine della innumerevole serie di sventure che si accumularono nell’umanità è il tema trattato da Milton ed è anche il nostro.

Satana, il genio del male, rivela per la prima volta il suo potere, ribellandosi contro il principio del bene.

Eccoci nei campi sterminati del ciclo. La battaglia fra angeli buoni e cattivi è finita; al suolo giacciono annientate e disfatte le falangi dei ribelli. Ed ecco Satana ferito e rovesciato, che si rialza, arso da un inestinguibile odio, da una sete imperitura di vendetta.

Egli vuole ancora slanciarsi contro il cielo, vuole ancora combattere. La sua superbia non gli permette di piegare il capo, di arrendersi vinto. Ma la spada fiammeggiante di Dio gli balena dinanzi agli occhi; egli precipita dall’altezza del cielo giù capovolto, attraverso gli spazi dell’etere. E piomba sulla terra, ai piedi di un’aspra scabrosa montagna.

Smanioso del cielo, egli si aggrappa alla roccia e vuole risalire, risalire, ancora. Ma quando, dopo immensi sforzi, schiumante di fatica e di rabbia ne attinge la vetta, vede che oramai il cielo è troppo lontano e getta lo sguardo verso il piano.

La bellezza fresca della giovine terra lo seduce. Egli giura di insignorirsene e di diventarne padrone. Si getta a volo e tocca le soglie d’ una foresta. Ecco apparirgli i primi uomini che egli seduce, assumendo le spoglie di un serpente. E quando, perduta l’innocenza, essi sono agitati dalla disperazione, Satana si presenta a loro e si offre per guida. Caino, cupo, crudele, selvaggio, circondato dai suoi figli che vestono le spoglie dei lupi, uccisi colle dure mani, attira l’attenzione di Satana. Egli, sottilmente maligno, fa notare ai feroci i grassi agnelli e la bella figlia di Abele. Egli accende in Caino i semi della gelosia, egli fabbrica per lui le prima arme, una scure di selce, e lo spinge ad uccidere il fratello. Il primo omicidio è commesso, il primo sangue umano è sparso! da quel giorno la cerchia del delitto si allargherà fino a raggiungere l’insanabile furia di strage che ancora flagella l’umanità. Ma i figli del fratricida ascoltano le parole di Satana, che loro canta le bellezze della superstite figlia di Abele. Tutti tendono le mani avide e rapaci verso di lei, vengono tra loro a contesa, I due campi sono divisi a cagione della donna. Satana insegna a Caino a circondare la prima volta, d’un fosso e d’un muro di pietre un tratto di terra.

Satana - I Peccati dell'Umanità, Ambrosio 1912
Satana - I Peccati dell'Umanità, Ambrosio 1912

Ed a Nembrod, che si è separato dal padre, coi suoi fedeli, insegna l’arte di fondere la prima spada? Quanto sangue da quel giorno si spargerà sulla terra! Poi spinge le due falangi a lotta. Ecco il primo assalto, ecco la prima battaglia.

Nembrod vince. Caino cade ucciso. I fratelli levano le mani sui fratelli superstiti, li conducono schiavi, aprendo così 1′ era dell’ingiustizia. Invano la figlia di Abele grida il suo amore per un altro uomo; Nembrod col diritto della forza la strappa a lui e se la trascina seco, riluttante e piangente. E quando essa apertamente lo ricusa e manifesta il suo orrore e il suo ribrezzo per lui, Satana trattiene la mano del feroce che già si era levata sulla donna, e lo consiglia a sacrificarla ad un nume nuovo. Il nuovo Iddio è Satana stesso che assume aspetto d’ un idolo di granito, fondando il culto delle supertizioni e facendo a sé sacrificare il primo martire.

E quando Nembrod agitato dai rimorsi ha la visione di Caino e della donna da lui uccisi, Satana per stordirlo e per dannarlo, gli pone nel cuore un desiderio insaziabile di grandi opere, fomenta in lui quella febbre dell’irraggiungibile che ancora oggi tormenta e flagella l’umanità. Nembrod si accinge a costruire una torre che tocchi il cielo. Il cantiere dell’opera folle ferve di lavoro titanico, quando le forze degli elementi e l’ebrezza dell’uomo segnano che è giunta 1’ora della catastrofe, e la torre crolla dalla sua altezza, seppellendo Nembrod e lo stuolo dei suoi seguaci. Sulle rovine del grande dramma umano Satana freme, come il cuore del superbo dopo ogni catastrofe che segni la debolezza. Non è questa la storia di ogni uomo e di tutti gli uomini?

(segue Parte Seconda)