Il Ponte dei Sospiri – Albertini Film 1921

Il Ponte dei Sospiri, Albertini Film 1921
Il Ponte dei Sospiri, Albertini Film 1921

Restaurato nel 2002 dalla Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale da un negativo della Cineteca Italiana di Milano, presentato alle Giornate del Cinema Muto di Pordenone nel 2004.

« Il soggetto è stato ricavato dal romanzo omonimo di Michele Zévaco, dal valoroso soggettista e sceneggiatore Giovanni Bertinetti, al quale spetta indubbiamente il merito d’aver dato, al popolarissimo romanzo, una struttura più agile ed interessante dal lato cinematografico, a fine di uniformarlo meglio alle esigenze pratiche e tecniche dello schermo.
È un lavoro in quattro serie, su circa 10.000 metri di pellicola, che si svolge di episodio in episodio, attraverso quel più turbolento e fosco periodo della grande Repubblica Veneta, conosciuto nella storia sotto la pomposa dicitura di « epoca d’oro di Venezia », al tempo delle sue più esaltate e frenetiche passioni, tratteggiato con particolare risalto e fedeltà su motivi storici misti a geniali ricostruzioni di personaggi della più verosimile vita veneziana di quel tempo.

Rolando Candiano, figlio del famoso Doge, ama ed è riamato dalla più bella donna di Venezia: Eleonora. Odiato, invidiato e perseguitato, per questi amori, come l’ameno uso di quei tempi, da un gruppo di facinorosi rivali, a fine di carpirgli la donna amata, viene imprigionato e ridotto nei celebri pozzi.

Tuttavia Rolando non si scoraggia. L’amore per Leonora lo tiene animato della più salda fede… e riesce un giorno ad evadere, con l’aiuto di un compagno di prigione, Scalabrino, aprendosi la via attraverso una finestra del Ponte dei Sospiri…

Libero e scampato… egli incomincia così la serie delle sue vendette… attraverso una cosi ben simulata nobiltà di spirito, da far sì che i suoi nemici cadranno ciascuno per mano dell’altro, senza che egli si sia dovuto macchiare di sangue.

Quando l’infamia di Foscari, che aveva fatto accecare il Doge suo padre per usurpargli il potere, lo stanno ancora per travolgere in una più che giusta vendetta. E già stava per far subire la stessa sorte fatta subire al ptadre, sulla persona dell’iniquo Foscari, allorché la magnanimità del vecchio Doge interviene, perdonando al suo miserabile rivale, che finì per impazzire…

Rolando Candiano, nelle braccia finalmente della donna amata, libero ormai della sua volontà e delle sue passioni, raggiunge così, fra il più simbolico trionfo, il suo vagheggiato sogno d’amore.

Primo artefice di questo grandioso ed impeccabile lavoro, colui che ne sostenne l’ardua impresa, dando tutto sé stesso e la sua più preziosa collaborazione, ad orgoglio dell’Unione Cinematografica, che lo ha aiutato, è stato uno dei nostri più preziosi elementi artistici: il prof. Domenico Gaido.

Egli ne fu indiscutibilmente il padre più autentico e solo coloro che lo hanno visto al lavoro, possono esprimersi su lui e comprenderlo, nell’ampiezza dei concetti artistici più che tecnici da lui uniti in una sola volontà in questa espressione di arte, nella quale egli ha inteso sopratutto d’impostare la grande lotta per la nostra supremazia, svelandoci nel modo più conciso e preciso qual’è press’a poco la via che ci potrà condurre a questo perfezionamento. Infatti, quello che Domenico Gaido è riuscito ad ottenere in questo lavoro, desta veramente ammirazione, tanto più che noi dobbiamo pensare che una lotta così finalmente artistica, quale egli ha dovuto sostenere, non era ancora stata affrontata in passato o almeno su così vasto orizzonte. Cosicché noi siamo in dovere di rivolgere a lui per primo la nostra più sincera attenzione, orgogliosi di dichiararci per lui, anche se qualche critica severa dovesse negargli il più assoluto successo.

A lui spetta l’imponente scena della « benedizione del mare», a. lui l’averci rispecchiato Venezia in tutta la sua più sfolgorante bellezza, a lui d’avere coperto di ispirazione artistica degli episodi che avrebbero peccato di goffa aridità scenica, a lui di averci condotto attraverso una vera faraggine di episodi, dandoci la più reale sensazione di rivivere in piena epoca d’oro, con scene e personaggi del tempo nostro, a lui la sapienza di una squisita e inappuntabile interpretazione, nonché la scelta dei suoi attori.

Brillano infatti nel lavoro, per sfolgorio personale, la signora Carola White nella superba parte di Leonora, la signorina Antonietta Calderari nella parte di Imperia, il signor Luciano Albertini nella parte di Rolando Candiano, il signor Pieri nella parte di Candiano Doge di Venezia, il signor Armando Pouget nella parte di Foscari grande inquisitore, il signor Onorato Garaveo nella parte di Scalabrino, il signor Agostino Borgato nella parte di Bembo, il signor Carlo Cattaneo nella parte di Pietro Aretino, riuscitissimi nelle loro personificazioni e inappuntabili nella loro vis scenica.

Degni di nota sono pure, a fianco degli attori principali, i signori Luigi Stinchi (Altieri), Giulio Falcini (Sandrigo), Salvatore Laudani (Guido Gennaro), Bonaventura Ibañez (Dandolo) e la signora Adelina Vitaliani nella austera parte di Silvia (Dogaressa) e la signorina Romilda Toschi nella parte di Bianca (figlia della cortigiana Imperia).

Operatori fu Carlo Pedrini e Augusto Navone, i quali sono riusciti a raggiungere, malgrado le, terribili esigenze del lavoro, un’ottima fotografia, cosa che concorrerà certo all’atteso successo del lavoro.»

La copia restaurata, un negativo originale proveniente dalla Cineteca Italiana di Milano senza le didascalie originali, attribuisce il film alla Pasquali. Ma rimane qualche dubbio su questa attribuzione. Vediamo perché.

Ernesto Maria Pasquali, fondatore della Pasquali Film, ammalato da tempo, morì il 9 maggio 1919. Dal 6 luglio 1917, il teatro di posa e la casa di produzione erano sotto la gestione per procura dell’avv. Mario Donn, direttore artistico Domenico Gaido.

Stando alle notizie pubblicate dalla stampa d’epoca, Il Ponte dei Sospiri, messa in scena di Domenico Gaido, girato (in parte) nei teatri della Pasquali, è una produzione di Luciano Albertini per l’Albertini Film, fondata nel 1919, sede in via Quittengo 39, che tra il 1919 ed il 1921 produce 21 film. Ma c’è di più.

Dicembre 1918, una inserzione pubblicitaria nel numero speciale dicembre 1918 di La vita cinematografica annuncia che la I.N.C.I.T.(Industrie Cinematografiche Riunite, stabilimenti Torino e Roma) “lancerà in tutto il mondo Il Ponte dei sospiri”, produzione Albertini Film. Una anno dopo, il numero speciale di La vita cinematografica, dicembre 1919, pubblica in copertina una foto di Luciano Albertini nel Ponte dei sospiri, sempre Albertini Film. Ancora un anno dopo, La rivista cinematografica, numero speciale dicembre 1920, troviamo in copertina una foto a colori di Antonietta Calderari in una scena del Ponte dei sospiri, Albertini Film, Unione Cinematografica Italiana, e all’interno della rivista, numerose fotografie con la stessa dicitura.

Una lunga gestazione, dovuta sicuramente alle difficili condizioni in cui versa la industria cinematografica italiana.

Nei primi mesi del 1921 “Luciano Albertini, già facente parte dell’Unione Cinematografica Italiana con la propria marca Albertini Films, e quale attore, e scioltosi poi da essa per una serie di controversie, ha posto, in questi giorni, col patrocinio degli Avvocati Chiaudano e Carta, il sequestro preventivo sul negativo e tre copie positive del film Il Ponte dei sospiri, su tutti i negativi e le copie positive dell’intera produzione Albertini Film, giacente nella mani della UCI, e sullo stabilimento Gloria Film, mentre intenta causa all’Unione stessa accusandola di inadempienze ai patti stipulati, commesse da questa in danno dell’Albertini”. Una copia della vertenza dovrebbe essere all’Archivio Centrale dello Stato a Torino.

Da lì a pochi mesi, Luciano Albertini parte per la Germania.

Altre fonti. Qualche cartolina con la dicitura Pasquali Film, senza UCI. Una foto pubblicata a p. 262 nel volume di Vittorio Martinelli, Il cinema muto italiano 1921, Le Pont des Soupirs, Pasquali Film-UCI-Esclusivité Gaumont.

Il film ebbe un grande successo di pubblico e fu riproposto sugli schermi anche in versione sonorizzata, ma non ho trovato nessuna fonte d’epoca.

Se avete altre informazioni, fatemi sapere. Intanto, Il Ponte dei sospiri, Albertini Film 1921.

3 pensieri su “Il Ponte dei Sospiri – Albertini Film 1921

  1. studio Pasquali da circa sette anni e purtroppo ne so quanto lei. Sono riuscito a recuperare alcune belle foto originali che credo risalissero a quel film, ma ora credo siano nell'archivio del MNC. Mi piacerebbe avere un suo recapito per scambiarci informazioni e condividere questa passione ma non ho trovato nessun contatto…ad ogni modo questo è il link al mio blog
    http://quelcherestadelsilenzio.blogspot.com

  2. Anonymous

    ciao. Sto facendo delle ricerche sulle implicazioni giuridiche che potrebbero scaturire dal ritrovamento di vecchie pellicole (attribuzioni a una casa di produzione piuttosto che a un'altra, diritti d'autore, ecc..). Dal momento che brancolo nel buio- sono una letterata..- qualcuno saprebbe indicarmi una pista, una fonte, qualcosa?
    grazie!
    Chiara

  3. Rafael Prata

    This film premiered in Lisbon, Portugal, at the cinema Condes (right in the town's centre; now a restaurant), and a summary of the script was published in Seculo (the national leading newspaper then). The poster printed in sepia colour at Gráfica do Bulhão, Porto, is the amplification of Imperia magnificently (un)dressed, coming out of the sea-shell, with the title and tagline running just ander the shell: A PONTE DOS SUSPIROS – Magistral desempenho da grande atris Antonieta Calderari. (Translation: The Bridge of Sighs – Masterly performance by the great actress Antonietta Calderari)

I commenti sono chiusi.