When Warde Released Doug Fairbanks

Douglas Fairbanks
Douglas Fairbanks

It is popularity supposed that first Triangle and then Artcraft released the well-known “Doug’s” animated likeness, but he says that Frederick Warde “released” him. The fact that Warde is not a releasing nor producing concern, but a distinguished stage actor and screen player whose films are released thru Pathé, serves to muddle the situation.

And yet “Doug” says it is true.

“Before I learnt very much,” he confesses, “about the science, art and ethics of mining, I saw Frederick Warde in his repertoire of classic stage-plays and decided that, as a mere capitalist, I should be wasting time. The call of the higher drama lured me all the way to Richmond, Va., where I made my first appearance with Mr. Warde in the rôle of François, in ‘Richelieu’.

“In this character and in that of Florio, in ‘The Duke’s Jester,’ which followed, I failed to make any perceptible dent in the classic drama, but I probably wore the most astoninshing costumes ever beheld on the native stage, being fitted out by a well-meaning but misguided wardrobe mistress in odds and ends of ancient, modern and medieval garb.

“So effectually did my costume succeed in breaking up the actors and actresses who happened to be on the stage whenever I made my entrance that Mr. Warde ‘released’ me without visible signs of pain on his part.”

“If ‘Doug’ admits it, it must be true,” says Frederick Warde. “But it was so many years before either Mr. Fairbanks or myself ever dreamt of picture work that I fail to recall just how bad an actor he was, and nowadays nobody would believe me if I did.”
(Motion Picture Magazine, October 1917)

A volte ritornano… il cinema muto


Looney Lens Series – Pas de deux (1924), al pianoforte Donald Sosin, dal canale di pearlinyouroyster

«E’ bellissimo, non potete immaginare come sia bello, non me lo aspettavo così!»

Con questa, e frasi simili a questa, i finora miscredenti cinefili spagnoli hanno applaudito su Twitter la proiezione di The Artist al 59° Festival de Cine di San Sebastian. Il cinema muto “ritorna”, il web si riempe (ancora di più) di omaggi a Chaplin, Keaton, Fairbanks, Pickford, Swanson “e compagnia bella”, come direbbe un famoso storico del cinema, che sfortunatamente non può essere qui per godersi lo spettacolo.

Come dicevo l’altro giorno ad un amico, la colonia internazionale del cinema silenzioso ha un debito con il signore Michel Hazanavicius.

In mezzo a questo rinascimento, crescono ogni anno le manifestazioni interamente dedicate a celebrare il cinema muto. Ultimo arrivato, per me che ho appreso la notizia grazie a Nitrateville, il Denver Silent Film Festival, dal 23 al 25 settembre 2011.

Nato nel settembre 2010, organizzato dall’Università of Colorado – College of Arts & Media, si propone “sensibilizzazione la comunità, intrattenere ed educare il pubblico circa la brillantezza culturale ed artistica del cinema muto” attraverso un mix vivace di film educativi e d’intrattenimento. Bravi! Per la serata inaugurale, all’insegna del motto Silents are Golden, non hanno badato a spese, leggete qui, non manca niente dalla trasformazione del locale ai cocktail d’epoca.

Aprono i fuochi sullo schermo il trio Charles Chaplin Edna Purviance, Jackie Coogan: The Immigrant e The Kid, musica dal vivo a carico di The Mont Alto Motion Picture Orchestra.

Dopo le emozioni della commedia, il brivido del horror con Nosferatu di Murnau, accompagnamento musicale di Donald Sosin coadiuvato dagli studenti del Denver College of Arts & Media. Tre ore dopo, è il turno di Cyrano de Bergerac di Augusto Genina, scelto personalmente da David Shepard come esempio del suo lavoro: il restauro dei film, pianoforte dal vivo di Hank Troy.

Non mancano i New Silent Films, a carico degli studenti del Colorado College of Arts & Media. Gli stessi studenti hanno composto le musiche, sotto il coordinamento di Donald Sosin. Segue una sessione di Slapsticks: Charley Chase, Buster Keaton, Harold Lloyd, Bebe Daniels, Charlie Chaplin, musicati da The Mont Alto Motion Picture Orchestra.

Gran finale con Underworld di Josef von Sternberg, accompagnamento di Donald Sosin.

Aspettando le prossime edizioni, magari posso segnalare l’evento qualche giorno prima, ricevete tutti gli incoraggiamenti, ringraziamenti (anche per aver dedicato uno spazio nei vostri schermi al muto europeo), e felicitazioni per l’iniziativa.

Un saluto da questa remota, antica città di larga tradizione cinematografica, dove le sale di cinema chiudono una dopo l’altra, e gli eventi dedicati al cinema muto nel 2011 si possono contare sulle dita di una mano (per lo più sono stati organizzati in perfetto stile “underwold-piratesco”). La verità è che di cinema, come di tante altre cose legate alla cultura, tutti ne parlano ma nessuno ci crede, tranne che per passare alla cassa e riscuotere le sovvenzioni.