La seconda moglie – Rinascimento Film 1923

La seconda moglie Rinascimento Film 1923
Da quella sera trascorsa al Primrose Restaurant la vita sembrò rifiorire per Aubrey Tanqueray (da La seconda moglie, Rinascimento Film)

Cinema Centrale, Messina, Marzo 1923La seconda moglie, Rinascimento Film, dal dramma di Arthur King Pinero (The Second Mrs. Tanqueray). Riduzione e direzione Amleto Palermi.

Dire questa film il « il capolavoro della Menichelli » — come annunciava la réclame muraria — non credo sia sufficiente ed esprimere l’impressione che ho ritratto assistendone alla proiezione.

Bisognerebbe pensare un piccolo brillante che avesse un valore intrinseco inestimabile. E non credo il paragone esagerato. Credo di avere visto tutte le interpretazioni della Menichelli ed il suo nome è troppo conosciuto per decantarne altre lodi, ma in questa Seconda moglie ella ha superato se stessa: Ella è affatto meravigliosa! Ella è assolutamente divina! Non l’avevo mai vista con quella « strana pettinatura da Tabarin » che, accoppiata a quei pendenti, più strani ancora, facevano un effetto assolutamente meraviglioso. Con quel suo corpo flessibilissimo, avviluppato nei veli come in una nebulosa, in alcuni quadri, (specie nel 4° atto) ella ci appare come una figura tizianesca: bellissima in quella semplicità straordinaria di mondana redenta. Meravigliosa tra l’affetto del marito e la gelosia verso la figlia di esso. Sacra, divina negli ultimi quadri!

Sono convinto che nessun’altra donna avrebbe ottenuto quanto ha potuto ella ottenere. Sembra un lavoro scritto espressamente per la « bambina irrequieta ».

Una lode al Palermi per la felice scelta del lavoro. Non ho mai letto l’originale del Pinero e non mi è possibile giudicare in merito la riduzione, ma il lavoro fila dritto, senza ripieghi, senza posizioni forzate, tranne una, ahimè!: L’incontro impreveduto del capitano Artale con Paola!

Gli interni sono indovinatissimi, gli esterni, per la maggior parte girati in Inghilterra, sono meravigliosi. La fotografia è chiara e nitida. Bene, come sempre, il Pavanelli, benino la Claudi. Chi ha reso meno è stato il Martinelli. È piaciuto.

Naturalmente molto successo di… cassetta!

Roberto D’Orazio Orecchio
(La Rivista Cinematografica)