Saltarello (Buster Keaton)

Buster Keaton
Buster Keaton

15 luglio 1924. I comici si seguono e non si rassomigliano. Eccone ora uno di nuovo conio, Saltarello.

Buster Keaton, tale è il suo vero nome, ha una carriera piuttosto avventurosa. Le sue peripezie cominciarono, per così dire, fin dalla nascita. Poche settimane dopo del giorno, il 4 ottobre 1895, in cui aveva visto la luce, il suo villaggio nativo, Piqua, nel Kansas, Stati Uniti, veniva asportato e cancellato dalla carta geografica da un immane ciclone. E Buster seguì il padre nella sua vita nomade, sotto la tenda, da fiera in fiera, da città a città.

Quando il padre, Joseph Keaton, fondò una compagnia comica, il figlio, Buster, ne divenne subito uno degli attori. Egli aveva allora sei anni e dava prova di buone disposizioni acrobatiche per il modo in cui sapeva rotolar giù dalle scale senza farsi il menomo male. La compagnia constava del padre, della madre e del figlio, e Buster ne condivise le sorti girando per sedici lunghi anni ogni centro degli Stati Uniti e delle Colonie Britanniche del Nord America. Fu una compagnia che assurse a molta notorietà e che ancor oggi è ricordata favorevolmente negli Stati Uniti.

Nei primi mesi del 1917, Buster Keaton aprì una parentesi alla sua creatività comica, per seguire le sorti, che eran tragiche, del momento. Si arruolò nelle file dell’esercito americano, partì per la Francia e fece i suoi bravi diciotto mesi di fronte. Durante di essi, il bravo comico, diventato soldato, ebbe modo di mettere alla prova la sua imperturbabilità e di severamente collaudare la sua capacità a discernere il lato umoristico anche nelle cose più tragiche.

Al ritorno in America, il Shubert Winter Garden di New York gli offrì un posto come comico col compenso di 750 dollari per settimana. Buster rifiutò, e ne accettò uno nel cinematografo per 40 dollari settimanali. Aveva avuto l’ispirazione giusta: aveva scelto la via che non doveva più lasciare.

Lo si vide allora dare ogni sua attività alla Famous Players Lasky Corporation, e comparire in parecchi lavori al fianco di Fatty Arbuckle e di Picratt, formando con essi una triade delle più indovinate ed esilaranti. Il successo di Keaton fu tale, e ad un certo punto egli acquistò  tanta confidenza nelle sue capacità artistiche, che fondò una compagnia propria. Seguendo i consigli del suo direttore di scena ed amico fedele, Joseph M. Schenk, egli girò allora tutta una serie di soggetti comici che gli valsero una giusta reputazione, che lo resero popolare ovunque, e che lo fecero classificare nel rango dei primi attori americani.

Egli pose infatti in scena da quel momento numerosi films per la Metro, per la First National e poi nuovamente per la Metro. Il nostro comico non ha al momento attuale ancora compiuto ventinove anni d’età. È quindi uno degli artisti del suo genere più giovani e che abbiano compiuto una carriera più rapida. Il che costituisce un’altra prova del suo grande valore. Keaton ha l’avvenire avanti a sé.

Nel 1921, Buster Keaton sposò Natalie Talmadge, artista cinematografica di prim’ordine essa pure, e sorella di Norma e Costanza Talmadge, attrici primarie presso la First National. La Natalie Talmadge si ritirò dalla vita attiva dell’arte, ma regalò al suo consorte un fior di bimbo, che Buster si affrettò ad iniziare i segreti dello schermo ed a far comparire in un film all’età di un anno. Tanto per non smentire la tradizione di famiglia.

Un recente lavoro vide anzi riuniti davanti all’obiettivo Buster Keaton, suo padre, la sua sposa, e suo figlio: marito e moglie, un vecchio di settant’anni ed un bimbo di pochi mesi, tutti dello stesso lignaggio.

Natalie Talmadge, la consorte del nostro comico, non è però tornata allo schermo che temporaneamente. Essa, che al momento del matrimonio aveva rinunciato ad un contratto di centomila dollari per un paio di films, lascia al marito ed alle sorelle le soddisfazioni e le emozioni dell’arte muta. La terza delle sorelle Talmadge trova che nulla al mondo vale la quiete famigliare e la gioia che essa procura: e di questi affettuosi sentimenti ha dato recentemente una nuova prova palmare, « lanciando » sulla scena della vita un secondo legittimo erede dei beni di suo marito. Il primo pianto con cui il neonato salutò la luce del giorno, venne cinematografato in primo piano: con un padre che conosce i segreti dell’arte muta a perfezione, il bimbo dovrà però ben presto imparare ad esprimere i dolori ed i piaceri suoi coll’espressività della maschera invece che con altisonanti strilli.

La comicità di Keaton è d’un tipo particolarissimo. Vestito senza eleganza e quasi goffamente, con in testa un cappellino stretto e piatto, Keaton rassomiglia di più ad un chierico in vacanza che ad un comico. Egli non ride mai, questa è la sua caratteristica più netta ed originale. Di qualunque genere siano le peripezie che egli attraversa, la sua faccia è l’espressione più perfetta che si possa immaginare dell’indifferenza. Si scateni un putiferio attorno a lui per una marachella che egli stesso ha combinato, o crolli improvvisamente tutto l’universo, il suo viso conserva la impassibilità classica del filosofo, che ritiene che nulla al mondo meriti la perdita della calma.

Il suo sguardo ha anzi tanto di freddo e di glaciale, che in Francia, Buster Keaton, dopo di essere presentato come Malec, assunse il nome di Frigo. E « freddurista » Keaton lo è in tutta l’espressione della parola. I suoi direttori di scena e compagni di lavoro raccontano infatti che lo stargli vicino mentre si gira un film, è la cosa più esilarante di questo mondo, tanto comiche ed appropriate  sono le osservazioni satiriche che escono, come a getto continuo, dalla bocca dell’artista.

Keaton possiede però anche una seconda qualità in modo eminente: quella dell’elasticità del corpo e della capacità alle più strane e rischiose acrobazie. Chi lo ha visto all’opera in qualcuno degli ultimi lavori di Fatty assieme al rubicondo attore ed a quell’altro bel tipo di pazzoide che è Picratt, ne è rimasto meravigliato ed entusiasta. In Fatty all’Albergo di Inn Crett, Buster Keaton compie, come salti e come equilibrismo, delle prodezze inverosimili. Questa sua magnifica dote fu quella che gli valse il nome di Saltarello sotto cui è noto in Italia.

Questo eccentrico-acrobata-freddurista tipo di comico affronterà ben presto il giudizio del pubblico italiano, come protagonista di lavori suoi. Lo affronterà dopo che tutta una schiera di artisti del suo genere provenienti dalle più diverse parti del mondo hanno trionfato fra di noi. L’originalità dell’« uomo che non ride mai » è garanzia di sicuro successo. Intervistato recentemente da un giornalista inglese, sul come le fosse  venuto in mente di girare dei films comici per conto proprio, Buster Keaton rispose: « Ho pensato per la prima volta a far ridere assistendo alla rappresentazione di un gran dramma ». Lo spirito dell’osservazione quindi. E la legge dei contrasti.
(da Films Pittaluga)