
Questo film è ambientato nell’irrequieta Scozia del seicento, contesa patria di fazioni ciascuna delle quali si crede depositaria delle migliori qualità del perfetto “highlander”, dove il sangue scorre a rivi, e pochi son quei giorni che non ricordano una battaglia, una scaramuccia, un duello.
A poco a poco il peso degli interessi e le insopprimibili simpatie d’opinioni hanno finito col dividere il paese in due soli campi, nei quali si raggruppano i diversi clan. Il primo, più numeroso, più ricco, più potente, è quello dei Campbell, scozzesi del sud; il secondo, più ardito, più vivo, più povero e più generoso, s’inorgoglisce del comando dei Mac Donald, antica razza di rudi montanari in cui il coraggio è la qualità comune e la guerra disciplina.
Mentre i Campbell, più vicini alla corte di Londra non solo geograficamente, hanno adottato usi e costumi del secolo, i Mac Donald, fieri della loro storia, fatta di sangue e magnanimità, percorrono le loro montagne nell’abito succinto dei loro padri, incuranti del freddo e dei sorrisi degli “inciviliti”.
Questo indomabile spirito d’indipendenza ha fruttato loro il soprannome di “selvaggi” — ma anzi che indignarsi, i Mac Donald se ne vantano, e si dice che le ragazze di tutta la Scozia li trovano tanto del loro gusto che il ratto, da parte dei Mac Donald, è diventata una piacevole consuetudine.
I “civilizzati” disprezzano i selvaggi per queste spiccate tendenze al “ratto per amore”, ma i vecchi ammoniscono che i selvaggi conquistano le donne perché sanno come trattarle: conoscenza che agli inciviliti pare che manchi in modo assoluto.
Il periodo acuto della guerra fra i Campbell e i Mac Donald scoppia a causa dell’assassinio, da parte dei Campbell, d’un guardiano di mandrie dei Mac Donald sorpreso a far pascolare il suo gregge su territorio non suo. I Mac Donald ne trovano il cadavere con sul petto una lettera tenuta ferma da un pugnale:
“Per Mac Donald e per il suo cucciolo!
Abbiamo trovato sulle nostre terre un altro dei vostri ladroni!
Attenti! Le nostre spade sono pronte a ricevervi se tornate da noi!
Campbell”
Il vecchio Mac Donald, furioso per l’oltraggio e addolorato per l’uccisione del guardiano fedele, grida al figlio Ian:
— Ian Mac Donald! Dai ai Campbell la prova che sei cucciolo sì… ma di lupi!
E Ian, felice dell’ordine ricevuto parte per compiere la vendetta, raccogliendo i suoi al grido di guerra del suo clan:
— Un Campbell per un Mac Donald!
Dopo una lunga marcia nella notte le schiere montanare giungono in vista del castello dei Campbell e un breve consiglio ha luogo nell’oscurità.
Intanto nel castello i Campbell, incuranti di qualsiasi pericolo, sono tranquillissimi. Riuniti per una cena nell’intimità stanno il vecchio e feroce capo del clan e i suoi figli James e Enid, con Sir Robert Laurie, venuto a far visita ai suoi vicini con sua figlia Annie.
Annie e Enid, che sono molto amiche, e quando possono trascorrere qualche ora insieme la loro felicità è completa, giusto per questo Enid propone seriamente all’amica di sposare il fratello.
Ma l’erede dei Campbell ha proprio deciso di sposare Annie, per moltissimi motivi, il primo dei quali è l’imponente dote della bella castellana, e sta appunto studiando il modo migliore per fare la sua proposta di matrimonio in piena regola. Senonché le due ragazze, rese allegre dai propri discorsi, decidono di andare ad interrogare l’oroscopo sul lago. James deve rimandare l’attuazione del suo progetto.
L’oroscopo sul lago s’interroga solo per conoscere il volto del futuro sposo o futura sposa dell’interrogante. L’interessato o l’interessata deve recarsi in riva al lago, levare in alto uno specchio con gesto di consacrazione, e pronunziar la formula: “Io — e qui nome e cognome — voglio sapere quando incontrerò il mio sposo!”. Oppure, se si preferisce il tono poetico: “Luna che splendi sul ruscello erboso, fammi vedere il volto del mio sposo!”.
Le due ragazze hanno appena terminato le pratiche propiziatorie che i loro voti sono immediatamente accolti. Annie Laurie vede riflessa nell’acqua l’immagine di un fiero “highlander” a cavallo: Ian Mac Donald. Enid si trova faccia a faccia col cadetto della famiglia nemica, Alaistar, che, senza complimenti, all’uso dei Mac Donald, la ghermisce e le stampa un bel bacio sulla bocca, la tira sulla sella e fila via come il vento, mentre il fratello maggiore, non avendo scorto Annie, s’impadronisce di tutto il bestiame pascolante e lo spinge verso il Nord.
Annie non può che correre verso il castello gridando. Ma quando i Campbell corrono in suo aiuto i rapitori sono già al sicuro.
Qualche tempo dopo, per opera di Sir Laurie che ama il tranquillo vivere, il clan dei Mac Donald e quello dei Campbell si incontrano con intenzioni apparentemente pacifiche, per vedere se c’è modo di mettersi d’accordo.
Enid è con i rapitori, ed è, secondo i Campbell, l’oggetto più importante della transazione in progetto.
Ma la cosa non è così semplice come sembrerebbe. I Campbell rivogliono Enid, i Mac Donald non si oppongono alla legittima richiesta… se non fosse che la stessa Enid, innamorata del suo rapitore non chiede che di sposarlo, e non vuole che rimanere con lui. Così i Mac Donald si tengono la volontaria prigioniera, infischiandosene delle maledizioni che il vecchio Campbell scaglia contro la figlia. L’odio fra i due clan non fa che crescere, gli animi sono esacerbati, e le conseguenze di una nuova guerra fratricida appaiono così gravi, che il Re ordina un convegno nel neutrale castello dei Laurie, di tutti i clan contendenti per una pace giusta e duratura.
All’ordine del Re tutte le fazioni rispondono, ed un giorno il castello Laurie è invaso d’ambasciatori e di seguiti.
E, ad onta dei professati desideri di pace, ai Mac Donald è fatto un nuovo sgarbo. Adducendo a pretesto la scarsezza di locali, la fiera tribù dei monti è accantonata fuori dal castello, quasi all’aperto.
Anche Enid è scesa, seguendo il marito. Annie vuol vederla, e le dà un convegno, al quale si reca guidata da Ian Mac Donald, che Enid le ha mandato incontro. All’andata tutto si svolge tranquillamente, ma al ritorno il fiero scozzese, messo di buon umore dallo scintillio degli occhi di Annie, la bacia all’improvviso.
Annie fugge indignata, poi si volge, speranzosa, per vedere se è inseguita.
Ian aspetta, sa che lei ritornerà. E Annie, difatti ritorna… la mattina dopo.
— Signor Mac Donald… Dovrei odiarvi per l’audacia che avete avuto la notte scorsa.
— E invece?
— Invece non vi odio, perché l’odio è peccato mortale. Ma tengo a rimproverarvi come meritate!
— Sapete perché non mi odiate?
— ?
— Perché mi amate, e mi amate proprio per la mia audacia di stanotte!
Mentre dura il sentimentale battibecco il vecchio Campbell e il vecchio Mac Donald quasi s’azzuffano discutendo il trattato. E il vecchio Mac Donald abbandona il castello chiamando a raccolta il suo clan.
Ian, udendo il segnale, non ritiene più opportuno continuare a ricamar frasi con la bella Annie:
— Ragazza mia, io non ho tempo per farti la corte. Ti amo e ti porto via con me!
Ma non lo può. Sorpreso da un forte gruppo di avversari è legato, schermito, colpito, deriso. Annie è indignata del contegno dei suoi, e vuol seguire il montanaro, ma questo la respinge.
— Ho chiesto il tuo amore, non voglio la tua pietà!
E parte, minaccioso, coi suoi.
Il vecchio Laurie, informato della partenza di Mac Donald dice a Campbell:
— Ma gli avete detto che il Re ha promesso di restituire personalmente bestiame e territori?
— E perché avrei dovuto dirglielo? Io voglio anzi che non firmi, così dopo la fine dell’anno i Mac Donald avranno anche il Re contro, ed io potrò distruggerli!
Ma l’eroica Annie vuole salvare Ian. Accompagnata dal fedele Sandy si reca al castello dei Mac Donald e dice al vecchio come stanno le cose, e quale è il tranello in cui è caduto.
Infuria una tempesta di neve. Il capo del clan montanaro parte per firmare il trattato, ma la tormenta gli contrasta il cammino. La pace è quindi sottoscritta al primo di gennaio anziché il 31 dicembre.
Sarà valido il trattato? Mac Donald e Laurie pensano di sì, poiché solo la tormenta ne ha ritardato di qualche ora la firma. Ma James Campbell è convinto del contrario, e s’accinge a punire i Mac Donald della loro sottomissione che lo ferisce più della loro ribellione.
Introdottosi con i suoi nel castello dell’avversario, tradendo la fiducia che questi, dopo aver firmata la pace, crede di dover nutrire, fa tagliare la via che mena ad un picco su cui è sempre pronto il segnale d’allarme dei Mac Donald.
Nella notte, mentre sua sorella partorisce un maschio e muore, secondo la maledizione, il vecchio Campbell assale gli ospiti a tradimento, uccide il capo del clan, e da ordine di sterminare tutti gli altri.
Ma Annie è là, il suo amore ed ardimento salvano Ian e i suoi. Sfidando ogni pericolo, per vie e sentieri su cui una capra non passerebbe, raggiunge il segnale, lo accende, e tosto dalla valle accorrono i vassalli fedeli. I Campbell sono respinti, ed il traditore James paga con la vita il suo tradimento.
Qualche tempo dopo il Re Interviene di nuovo, ed i Mac Donald hanno la loro pace — la giusta pace. I Campbell sono costretti a subirla. Da quel giorno le spade dei “highlanders” non usciranno più dal fodero che per difendere la grande patria comune.
Annie Laurie segue Ian Mac Donald, con grande gioia dei rispettivi clan.
Fine
(titolo originale: Annie Laurie, 1927)
Visto a Pordenone tanti anni fa. Un film ingiustamente dimenticato che, pare, alla stessa Miss Gish non piaceva, io invece direi che merita un DVD (o Blu-ray).