Non sono mai riuscita a chiarire del tutto i retroscena intorno al progetto di portare al cinema Claudia Particella, un romanzo di Benito Mussolini pubblicato a puntate dal quotidiano Il Popolo di Trento nel 1910. Se volete sapere di più a proposito del romanzo potete consultare il web dove i riferimenti non mancano.

Come ricordano tutte le biografie di Rodolfo Valentino, il 1923 segna il suo ritorno in Italia dopo quasi dieci anni di assenza:
Presentiamo ai nostri lettori una fotografia rarissima dei rappresentanti di tre potenze cinematografiche (da destra a sinistra) Emilio Janning il grande attore tedesco che interpreta a Roma Nerone della UCI – Comm. Arturo Ambrosio direttore gen. Artistico della UCI recentemente insignito della Croce da cavaliere dei S.S. Maurizio e Lazzaro – Rodolfo Valentino, il noto attore italo-americano in viaggio in Italia, di cui sono note le interpretazioni cinematografiche e le avventure galanti, colti tutte e tre dall’obiettivo sullo sfondo delle costruzioni neroniane nei teatri di posa della Unione Cinematografica Italiana a Roma. Vuole forse questa fotografia essere auspice di un grande avvenire della cinematografia italiana? E’ quanto ci dirà il prossimo futuro. (al cinemà, 4 novembre 1923)
Di questa visita ai teatri dell’Unione Cinematografica Italiana le biografie di Valentino offrono quasi tutte la stessa versione, senza nominare né Arturo Ambrosio, uno dei pionieri della cinematografia italiana, né Emil Jannings. Il cinema italiano era in crisi, ma è sempre in quel periodo che Giuseppe Barattolo, a capo dell’Unione Cinematografica Italiana, offre un contratto a David W. Griffith per dirigere un film in Italia.

Qualche anno dopo, nel 1938, la rivista Film pubblica un articolo dove si raccontano altri particolari su questo incontro premonitore dell’«avvenire della cinematografia italiana»:
Dopo aver ultimato il Quo Vadis?, Ambrosio si accinge ad organizzare un nuovo e grandioso film: aveva letto un romanzo storico di Mussolini Claudia Particella, se ne era entusiasmato e voleva fare un film. A tale scopo, fa venire Rodolfo Valentino dall’America e Emil Jannings dalla Germania, butta giù le basi organizzative e, poiché dovrà essere un film colossale, domanda aiuti in Banca: ma questa finge di non sentire. Ambrosio insiste, prega, si appella al suo passato così ricco di successi, tenta ogni via per poter fare aprire nuovamente gli sportelli, ma non ottiene nulla. Si dispera e ne soffre tanto che finisce per ammalarsi. (Film, 19 novembre 1938)
Molti anni dopo il progetto torna ancora alla ribalta nel volume di Pietro Bianchi Bertini e le dive del cinema muto (UTET 1969), dove a pagina 71 si può vedere la prima pagina della sceneggiatura di Claudia Particella “curata da Roberto Roberti con correzioni autografe di Benito Mussolini”.
Qualche anno ancora e nel 1985 nessuno ricordava più questi particolari visto che Aldo Bernardini e Vittorio Martinelli attribuiscono la scoperta a Gian Piero Brunetta, che aveva pubblicato la stessa prima pagina della sceneggiatura nella I edizione di Storia del cinema italiano 1895-1945 (Editori Riuniti 1979):
Secondo quanto ha potuto accertare Gian Pietro Brunetta, l’episodio risaliva all’inizio del 1923 e il film non venne mai realizzato perché in un secondo tempo il duce, divenuto capo del governo, ritirò la sua approvazione, trovò incompatibile con la sua nuova immagine e funzione un progetto del genere, che venne abbandonato. Lo stesso Brunetta pubblica una fotografia del frontespizio della sceneggiatura originale del film, dove si legge chiaramente, aggiunta a penna dallo stesso Mussolini, la scritta “a cura di Leone Roberto Roberti”. E’ dunque possibile che in un primo momento il regista avesse accettato la proposta e avesse scritto il copione, e che in un secondo tempo avesse declinato l’incarico. (Roberto Roberti direttore artistico, Le Giornate del Cinema Muto 1985)
La pagina della sceneggiatura è la stessa pubblicata 10 anni prima, ma quella del volume di Bianchi è una fotografia molto nitida dell’originale. Che fine ha fatto la sceneggiatura?
Secondo Sergio Leone, figlio di Vincenzo Leone (alias Roberto Roberti, Leone Roberto Roberti, Roberto Leone Roberti), intervistato da questa che scrive nel 1980, fu lo stesso Benito Mussolini a rifiutare l’offerta… fattagli degli americani.
