Manhatta 1921 Paul Strand Charles Sheeler


Dal canale di sincproject su YouTube. Music by SINC (Imaginaria2007)

Nel 1921 il mio amico Charles Sheeler, fotografo e pittore, aveva comprato una bella macchina da presa, nuova fiammante, appena arrivata dalla Francia, una Debrie, un apparecchio molto elegante in legno. Ne era molto fiero, e propose di girare un film su New York. Lo facemmo, molto in economia perché non avevamo soldi. Andammo a cercare i posti dove riprendere qualche immagine di New York in movimento: la folla, i ferry-boat, l’andirivieni della gente sulle strade, la metropolitana soprelevata, la città vista dalla cima di un grattacielo, mentre esce lentamente dall’ombra nell’alba e rientra di nuovo nel buio al tramonto, e tante altre immagini, molte semi astratte, ma all’interno di una concezione impressionista, sotto l’influenza della pittura francese: Matisse, Cezanne, e altri che in quel periodo cominciavano ad arrivare in America alla galleria 291, diretta da Alfred Stieglitz. E’ interessante considerare il fatto che l’opera di alcuni pittori francesi arrivò in America per merito di fotografi come Stieglitz e Steichen: quest’ultimo, era stato in Francia e aveva incontrato Picasso, vedeva la pittura francese come l’antitesi della fotografia, che giudicava incapace di ottenere risultati simili a quelli della pittura.

Dunque, Sheeler e io, con la Debrie, abbiamo cominciato con alcune idee su come comporre un’immagine e su come trattare astrattamente le immagini del mondo reale. Il nostro film, che abbiamo intitolato Manhatta (nome indiano dell’isola di New York) – un termine ripreso da una poesia di Walt Whitman – naturalmente era muto, con didascalie (delle citazioni di Whitman); durava sei o sette minuti, era insomma una cosa molto modesta; ma con nostra sorpresa suscitò l’interesse di alcuni tra i maggiori esercenti di New York, fu proiettato per una settimana con il titolo: La magnifica New York. Dopo questo piccolo successo, pensammo che avremmo potuto distribuire il film; così affidammo negativo e copie ad un noleggiatore che scomparve senza lasciare tracce. Il film andò perduto e per molti anni ci continuarono a domandare: «E’ possibile vedere Manhatta?». Così fino al 1949, quando ricevetti una lettera di mister Lindgren, dell’archivio britannico, dove mi spiegava di avere una copia del film, non in buone condizioni, e mi chiedeva il permesso di farne un negativo; permesso che ovviamente ho accordato. Ed è così che il film è di nuovo disponibile. Ne ho donato una copia alla cineteca francese; non so se è stata una buona idea… Quanto a Sheeler e a me, Manhatta fu l’inizio e la fine della nostra collaborazione come cineasti.

(dall’autobiografia di Paul Strand, raccolta da Marion Michelle e Marcel Martin)

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