Charlot, for-ever!

Charlot
Charlot (locandina pubblicità, disegno di Rafer 1916)

Ecco a voi, cari lettori, uno dei primi articoli pubblicati dalla stampa cinematografica italiana.  Buona lettura…

Italia 1917. Le risate incontenibili del pubblico, che mostra – almeno di quando in quando – di prediligere gli spettacoli comici e le brevi ma spigliate commedie brillanti, sono all’ordine del giorno e… della sera, ogni qualvolta passa sullo schermo l’attore americano Charlot.

Di questo eccezionale artista – importatoci or sono pochi mesi da New York – avviene, anzi, di più e di meglio. Avviene, cioè, che egli è divenuto in breve tempo così popolare, da determinare anche fuori dello schermo, e cioè quando se ne parla o si ricorre a lui col pensiero, un bis di risate sonore contenute a stento nelle sale cinematografiche.

Ci è stato taluno che voleva paragonare Charlot – al secolo Charles Chaplin – al nostro grande Ferravilla. Ma questo signor qualcuno era ed è visibilmente in errore. Il paragone non poteva reggere. Ferravilla, animava le scene con una mimica fatta di pause e di arresti, e con un tesoro di tonalità nella voce, da renderla comicamente inimitabile; Charlot ha una mimica di buona scuola e di effetto immediato.

Forse esiste in Italia un solo attore drammatico che possa stare in qualche confronto con Charlot. E’ Angelo Musco, l’artista siciliano, che pare anch’esso una pila elettrica.

Indiscutibilmente, però, la risorsa del giuoco mimico di Charlot è anche da ricercarsi nella felice scelta dei lavori ch’egli interpreta: commedie dallo spunto felice e condotte con molta abilità tecnica.

Dicono che Charlot, famigliare ormai anche al nostro pubblico, formi la delizia del mondo americano, al punto che dopo Wilson egli è l’uomo più popolare di New York, e certamente il meglio pagato.

Ma altresì in fatto incontrovertibile, che se le risorse artistiche di Charlot sono degne del prezzo industriale al quale vengono sfruttate, noi dobbiamo essere grati ai manufatturieri americani, che sono riusciti ad offrire ai pubblici di tutto il mondo l’uomo che li solleva spiritualmente ogni qualvolta se ne fa l’amabile conoscenza.

Il più gran merito del celebrato artista è poi un altro: quello di aver rimessa al mondo, magnificamente riverniciata a nuovo, la film comica che pareva essere giunta alla fine della sua parabola scenica. E se si pensa ai tristissimi tempi in cui viviamo, questo merito di Charlot va degnamente premiato, giacchè un’oncia del proverbiale buon sangue ha oggi acquisito un costo non indifferente, forse in omaggio al rincaro quotidiano di tutti i generi di prima qualità…

Curioso il paragone con Angelo Musco, vero?