a Vittorio Martinelli

Torino, novembre 1917. A Ponte Trombetta è tutto un gaio fervore di lavoro. Sotto l’alta vigilanza di un geniale maestro ed un vero innovatore, abbiamo nominato Giovanni Pastrone, al secolo… cinematografico Piero Fosco, lo stabilimento della Itala Film, che con la sua pittoresca collina ed i suoi grandi teatri, si direbbe una gigantesca fantastica macchina in pressione.
Mentre Gero Zambuto attende con intelletto d’amore a girare gli ultimi interni della Moglie di Claudio, i suoi colleghi (procediamo per ordine alfabetico) Denizot, Roberti e Romano, gareggiano in perizia per condurre a termine quei sei o sette …..chilometri di pellicola che misureranno le nuove gesta stupefacenti di Maciste.
Fra la febbrile attività di intere legioni di operatori, scenografi, stuccatori, macchinisti, ecc., sorgono come per miracolo cupi e massicci torrioni, si aprono voragini e misteriosi sotterranei nei prati vasti.
Dalla sartoria, dalle coulisses continua ad affluire nei teatri una folla di comparse mentre Chomon va escogitando uno dei suoi « trucchi » prodigiosi nella scenografia, i fratelli Folchi che hanno apportato alla composizione della scena un senso così armonico ed artistico di signorile ed originale modernità, si accende la millesima discussione artistica.
Contemporaneamente altre troupes sono al mare e sui laghi a requisire scorci di quadri, visioni di bellezza; ed a Grugliasco Augusto Genina, che giovanissimo si è così brillantemente affermato nell’arte cinematografica, sta inscenando un suo originale soggetto moderno che rappresenta un sottile e tormentoso conflitto passionale e che avrà a protagonista Italia Almirante Manzini, la squisita attrice dalla turbante bellezza sensuale.
Presentat’arm…
Dalla profondità del suo camerino, ecco sorgere improvvisamente « eblouissante visione » la Moglie di Claudio, Pina Menichelli di una calinerie felina, di una strana tunique di una seduzione demoniaca… povero Claudio… Rossi Pianelli !… fortunato Antonino… Nepoti !…
Si lavora…..

L’immane conflitto in cui si dibattono le sorti dell’Europa e — forse — del mondo, conferisce a La moglie di Claudio, un significato di angosciosa attualità. Nel dramma, così denso di pensiero, la facile critica non vide, a tutta prima, che della « letteratura teatrale », cioè l’esitazione di un artista preso dalla vaghezza di ritrarre un tipo di femmina pervertita e morbosa. Ed, invece, dal dramma di A. Dumas, che — scritto nel 1873, quasi all’indomani dell’anno terribile — era un vero monito, oggi si sprigiona un senso d’impressionante profezia.
Alessandro Dumas aveva essenzialmente voluto lanciare un grido d’allarme contro la sottile insidia del nemico, contro la lenta infiltrazione dello spionaggio e del tradimento. Cautagnac — dalla face sanguigne à front étroit, à mâchoires larges, à poils voux et friges — è un simbolo. Come è un simbolo Cesarina — che (scrive Dumas nella sua bronzea prefazione) è — « la bête, la bête immonde, prostituée, infanticide, qui mire la société, dissout la famille, souille l’amour, démembre la patrie, énerve l’homme, déshonore la femme et qui tire ceux qui ne la tirent pas… ». Dall’agosto 1914, i dipartimenti invasi della Francia, il Belgio, la Russia e… qualche altro paese di nostra conoscenza, ne sanno qualche cosa.
A Pina Menichelli — tormentata da un’inquieta, assillante ricerca delle interpretazioni artistiche più significative — ha sorriso l’arduo cimento di portare sulla scena la varia, strana, demoniaca figura di Cesarina. E l’ « Itala » ha rivendicato i diritti per la riduzione cinematografica, già da tempo acquisiti, del dramma dall’impeto travolgente.
Farà corona a Pina Menichelli, una schiera di eletti artisti: E. Rossi-Pianelli (Claudio), A. Nepoti (Antonio), Moreau (Cantagnac), oltre alla Sperani, ad Arnaldi, a Monti, a Lamari…
Piero Fosco — a cui non è sfuggita veruna delle più intime bellezze del dramma di Dumas — vigila l’ « inscenatura », affidata ad un vero artista: Gero Zambuto. il che significa la più sicura garanzia di successo.
La cattivissima moglie di Claudio, produzione Italia Film 1918, ritrovata e restaurata (ecco il depliant italiano-inglese sul restauro, grazie Serge Bromberg!), ritorna sugli schermi: questa sera alle 22,20, Teatro Verdi, Giornate del Cinema Muto. Buona visione!
Grazie per ricordare l’evento, non solo Cutts (Hitchcock) oggi a Pordenone. Da non perdere, chissà quando potrò rivederlo. Fa freddo, ma Pina vale un raffreddore. Ti racconto dopo…
Finalmente! Un corrispondente tutto per me! Aspetto trepidante. Non prendere freddo.
Vedi, c’è un corrispondente, a qualcuno interessa questo cinema muto italiano… che non interessa a nessuno. Secondo loro. Ci risentiamo lunedì a Torino.