
Qualche giorno fa, a proposito del temporale Hitchcock, scrivevo sui salti mortali per creare l’evento ad ogni costo, costi quel che costi. Se ci va di mezzo la storia del cinema fa lo stesso, l’importante è che se ne parli. Bene, non sono trascorsi che pochi giorni, ed ecco l’ultimo arrivato in questa storia di “pasticci” cinematografici.
Fra le notizie legate alla prossima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (31 agosto al 10 settembre), c’è la presentazione di “tre titoli inediti”, ritrovati e restaurati, dalla Fondazione Cineteca Italiana di Milano: un frammento di tre minuti girato al Lido di Venezia alla fine degli anni ’20, un cortometraggio sull’Accademia Musicale Chigiana, ed Il Vetturale del San Gottardo (1941), di Ivo Illuminati e Hans Hinrich che, secondo le varie notizie diffuse dalla stampa, “rappresenta, inoltre, uno straordinario esempio di cinema considerato perduto e ritrovato grazie alla collaborazione con la Cineteca Svizzera”.
Secondo il comunicato stampa, pubblicato nel sito Italian Network, il cortometraggio sull’Accademia Chigiana, il frammento degli anni ’20, ed Il Vetturale del San Gottardo, hanno un denominatore in comune: l’assenza da ogni filmografia ufficiale.
Poche righe dopo, c’informano che la copia perduta del Vetturale del San Gottardo, era invece conservata sin dai primi anni ’50 dalla Fondazione Cineteca Italiana. Uno dei problemi per la “tarda riscoperta” è, di nuovo “la assenza da ogni filmografia unita alla mancata distribuzione nelle sale”.
Ma il più bello sta per arrivare, dopo aver affermato che dello stesso film esistono due versioni: una italiana, una svizzera (L’ultimo postiglione del Gottardo), insistono nel fatto della versione italiana, questa volta: “probabilmente mai distribuita”. Segue una descrizione sul come e perchè la regia del film viene attribuita “ufficialmente”, nei titoli di credito, al solo Ivo Illuminati. Ecco come ho trovato la notizia: Ivo Illuminati, una sola regia nel periodo muto.
Ho letto di tutto sul conto del cinema muto, dalle notizie più surrealiste (la Palma d’Oro è per Francesca Bertini interprete di Cabiria in un famoso database online), ai saggi certosini e pieni di svarioni di molti entusiasti in buona fede. Ma che notizie del genere provengano nientemeno che dalla Fondazione Cineteca Italiana mi lascia perplessa.
Rivediamo il “caso” Vetturale.
Accertato che il film “non era perduto”, si possono trovare i dati in “tutte” le filmografie ufficiali italiane, estere, in volume, su internet.
Il film è stato distribuito e “visto”: visto di censura 31412 del 30-09-41 m. 2326; prima proiezione pubblica: 23-10-41; ripresa dopo il 1945. Recensioni: Il Messaggero, Corriere della Sera, Il Giornale d’Italia, Il lavoro, Film, ecc.
Ivo Illuminati (Ascoli Piceno, 11 giugno 1882 – Roma, 6 settembre 1963), attore, sceneggiatore, regista del cinema muto e sonoro, ha diretto 41 film nel periodo muto.
Il film è stato girato a Torino nei teatri della Fert, alcune scene sono state girate in un capannone del tennis coperto alla Pellegrina.
Ecco una delle recensioni pubblicate dalla stampa in occasione dell’uscita del film sugli schermi romani:
Queste cose voi non le potete ricordare, mie graziose lettrici, poiché avete tutte su per giù venti anni. Ma io che sono molto più anziano e che in certi momenti ho l’impressione di portare sulle spalle il peso di venti secoli, io che ho talvolta il dubbio di essere un antenato travestito, la questione dei trafori delle montagne è come se l’avessi personalmente vissuta. Voi non potete immaginare quale emozione abbiano suscitato un giorno i lavori di perforazione delle Alpi. Le gallerie del Freius e del San Gottardo sono siate l’origine di dispute e di ansie: da per tutto se ne parlava, esaltando i trionfi del progresso. Era un tempo generoso e idealistico, nel quale gli occhiali di vecchi ministri in palandrana gettavano ingenui bagliori, nel quale, su i monumenti di bronzo, le figure allegoriche della scienza e della civiltà facevano bella mostra del florido seno. E in quel tempo dunque avvennero i fatti e i fattacci che hanno dato ora il pretesto di fare un film stucchevolmente convenzionale: « Il vetturale del San Gottardo ». Ora passano comodi vagoni-letto nel ventre di quella maestosa montagna, ma nessuno pensa più ai sacrifici, alle abnegazioni, alle perfidie, a tutto quello che si e consumato per dare vita a quella linea ferroviaria. Potete interrogare i vostri nonni, mie care lettrici, se volete avere un’idea di quegli avvenimenti, piuttosto che cercare di capire qualcosa attraverso questa pellicola. Illuminati è il regista che l’ha diretta ma illuminati non siamo stati certamente noi che abbiamo dovuto vederla fino in fondo. Unica luce, che illuminava sinistramente tutto, era quella delle mine che scoppiavano di tanto in tanto. Scoppiavano con tanto orrore che alcuni spettatori, seduti nelle prime sedie dinanzi allo schermo, si sono spostati. Non si sa mai, essi pensavano, potrebbe persino accadere che qualche scheggia piovesse giù dalla tela. A parte gli scherzi, il dramma, cucinato su vecchie ricette atte a creare effetti commoventi, non convincerebbe neppure gli ultimi lettori dei romanzi di Giorgio Ohnet. Mariella Lotti era la fanciulla candida e per essere figlia d’un ruvido sterratore non avrebbe dovuto avere camicette di seta così fine e capelli così ben pettinati da far pensare più che ai rifugi alpini alle messe in piega di Biancifiori. Leonardo Cortese era l’innamorato, ma è ancora troppo delicato per la parte d’un volitivo ingegnere. Giovanni Grasso ansimava e urlava come un ossesso e Mario Ferrari aveva una edificante barba.
Dura, folta e compatta. Essa partiva dal labbro superiore e copriva tutto il collo in una gravita impenetrabile. Ecco: la cosa più bella di questo film, se la mia solita bonarietà volesse trovarvi un pregio ad ogni costo, e appunto la barba di Mario Ferrari. Ma ditemi un po’ se per una semplice barba, sia pure quella d’un lavoratore adamantino, vale la pena di sciupare idee e inchiostri. Quando, ammonisce la voce della mia coscienza, quando diventerai un po’ più serio?
Diego Calcagno (Film 27 giugno 1942)
Nel sito Francesca Bertini: Ricordi di Ivo Illuminati: http://francescabertini.wordpress.com/2009/01/04/dai-ricordi-di-ivo-illuminati/
Grazie per nascondere il post sul sito di Francesca Bertini (link nel commento sopra):
http://www.ilsegnale.it/?approfondimento=il-ripano-ivo-illuminati-pioniere-dimenticato-del-cinema-muto-alla-mostra-del-cinema-di-venezia
http://www.ilgriot.it/2011-08-25/258/ivo-illuminati-riscoperto-un-mito-della-nostra-terra/
…e il post in questo sito. Non potevo immaginare tutto questo interesse, altrimenti avrei caricato una foto migliore del vostro Ivo Illuminati.
Per quelli che mi hanno segnalato i post: grazie, lo sapevo. Lasciamo scorrere…