Questo non è un film italiano ma… quasi. Quando fu presentato due anni fa alle Giornate del Cinema di Pordenone, Lenny Borger scrisse che “fu uno dei primi (e più eleganti) esempi di quello che oggi potrebbe essere definito un europudding muto”, e cioè una equipe italo-tedesco-francese (la vicenda si svolge tra Parigi e Londra), che lavora per una produzione franco-tedesca. Ma quel che conta, scusatemi se lo metto in risalto, è la regia di Augusto Genina… ormai tutti sanno che io per questo signore ho un debole, e l’interpretazione spumeggiante di Carmen Boni.
Visto che non riesco a smuovere niente nelle burocratiche sfere degli archivi italiani, proviamo con i francesi. La copia è della Cinémathèque Française. Il titolo francese è: Totte et sa chance, quello tedesco: Der Sprung ins Glück, in italiano: Storia di una piccola parigina.
A Pordenone abbiamo visto il film con didascalie francesi, vi regalo la versione originale italiana:

«Totte, manicure, carina, graziosissima, deve sostituire una vecchia ed occhialuta compagna presso i suoi clienti.
— Tutti uomini? — domanda la ragazza ala signora Rivolt.
Sfido, con quel naso da bulldog!
Totte incomincia il suo servizio. Gente serissima? La poverina è costretta di piantarne in asso di clienti! Ma fra essi ne capita uno il signor Renato Gavart, che piace anche a lei. Giovane, bello e di uno chic da sedurre perfino una mummia.
Renato ha un’amante che lo adora, almeno lui crede. Una sera dopo il teatro, giunge in casa del giovinotto il segretario di suo padre, il più ricco fabbricante di stuzzicadenti.
— Che c’è di nuovo, signor Laysel?
— Suo padre mi ha incaricato di consegnarle questa lettera urgente. Potrà leggerla domani, ma
io dovevo consegnargliela questa sera stessa…
Caro figlio,
Voi dovete partire immediatamente alla volta di New York per sposare la signorina Ester Von Krab, proprietaria di tutte le pescherie di perle della Sonda. Obbedite.
Vostro padre.
— Ah! sono rovinato! — esclama Renato. Mio padre vuol darmi moglie. Dovrò dare un addio alla vita!
Un’idea! L’amante di Renato è fertile d’idee:
— Di’ a tuo padre che sei ammogliato. Intanto ci sposiamo noi.
— Eh?
— Stupido! Un matrimonio per burla, s’intende. A Londra, in tre giorni, si può essere marito e moglie: in tre settimane tornare liberi.
— Ammirevole! Domani andremo a Londra.
Ma l’indomani. Renato scopre che la sua geniale consigliatrice lo inganna con un mostruoso figuro, e la mette alla porta. Però non abbandona il proposito di effettuare il matrimonio provvisorio. E pensa a Totte, così carina, così leggiadra.
Il domestico annuncia:
— La manicure.
— Buon giorno signorina Totte.
— Buon giorno, signore.
— Permette che io le faccia una confidenza?
— Si figuri…
— Sono innamorato di lei.
— Il signore vuole scherzare…
— Vuole sposarmi?
— Il signore vuole prendermi in giro…
— Se mi trova un marito possibile, partiremo subito per Londra, e ci sposeremo.
— Ma allora è proprio vero?
— Verissimo!
— Sarò sua moglie? Ma lei mi vorrà un po’ di bene? Io sono sola al mondo… Non avrò che lei…
E si sposarono a Londra dove si può essere marito e moglie in tre giorni, e tornar liberi in tre settimane. Poi tornarono a Parigi. Ma Renato non ha punto voglia di abbandonare la piccola parigina, che è la più deliziosa delle parigine.
Papa Gavart scopre il brigantesco tranello di suo figlio. Furente, corre a Parigi col suo segretario, il bonaccione Laysel, e riesce a separare i due coniugi.
Totte, quella mattina, dormiva ancora, quando fu svegliata bruscamente dal domestico.
— Il signor Laysel desidera parlarle.
Intanto, con suo grande stupore, Totte constata che il marito è scomparso.
— È partito per l’America, signora — la informa il candido Laysel. — No, non s’impensierisca… Il padre del signor Renato intende aggiustare le cose da gran signore. Questo appartamento, da oggi è suo…
Ma Totte gli scaraventa addosso tutto quel che le capita sotto mano. E Laysel se la batte.
In verità, Renato non era ancora partito, ma stava por partire per l’America. Lo accompagna il buon Laysel. che assiste al suo imbarco.
— Buon viaggio, buon viaggio, stimatissimo signor Renato…
Renato s’era imbarcato, aveva cambiato i suoi abiti con quelli di un marinaio ed era… tornato a terra.
Il miope Laysel aveva dunque salutato un falso Renato Gavart. Felicissimo di aver eseguito a puntino gli ordini del principale, Laysel si prepara a partire per Parigi.
Totte, intanto, per distrarsi. aveva seguito una sua sbrigliata amica, ex manicure anch’essa, agli stipendi di un infrollito vecchio milionario, in un tabarin di Montmartre, dove fa conoscenza di un omone brizzolato e quadrato, presentatosi col nome di Bouville.
Ma la folle gazzarra del tabarin acuisce invece la tristezza dell’abbandonata sposina. Totte prova una nausea insopportabile per tutta quella gente che si fabbrica l’allegria col jazz e con lo sciampagna.
— Voglio andar via! Voglio andar via!
Il quadrato Bouville la segue, e si offre di accompagnarla a casa. La vezzosa parigina lo interessa.
In auto, Totte si sfoga col brizzolato cavaliere.
— Voi troverete strano ch’io non abbia potuto resistere in quell’ambiente equivoco, non è vero? Ebbene voglio raccontarvi tutto di me. Voi mi sembrate una brava persona…
E Totte narra la sua storia di piccola e povera parigina. Ma quando ella nomina suo marito, Renato Gavart, il quadrato signore si scuote.
— Vi giuro, signore. — continua la sposina abbandonata — che gli ho voluto e gli voglio un bene grande, grande come tutto l’amore che c’è nel mondo. Voi siete commosso, signore… Si vede che avete un cuore. Non è così quel… mammalucco di suo padre.
Ma, intanto, Totte è giunta a casa sua, e vi entra con Bouville, il quale scorge, con sua grande sorpresa, abbandonati su di una grande poltrona del salotto, un soprabito, un paio di guanti e un bastone. Da sotto la tenda sbucano le scarpe di un uomo nascosto…
Corpo di uno stuzzicadente! Sollevando la tenda, Bouville che non è altri che papa Gavert. scopre Renato, suo figlio.
Totte sopraggiunge, e non vi so dire come rimane.
— Figlio mio, conosco la signora da due ore soltanto, ma ho già per lei la stima più illimitata. Tientela cara… Il suo cuore vale tutti i milioni della terra.
Poco dopo, giungeva il pacifico Laysel in casa dei Gavart.
— Ebbene, mio caro Laysel, come è andata? — gli domanda il principale.
— Tutto benissimo! A quest’ora vostro figlio naviga in pieno Oceano Atlantico verso l’America!
Ma gli sposini fanno capolino…
Laysel crede di sognare. Poverello, è proprio destinato a non imbroccarne una!»