
È uscito in questi giorni il volume Non solo dive: pioniere del cinema italiano (Ed. Cineteca di Bologna 2008), a cura di Monica Dall’Asta, dove si studia un tema piuttosto inconsueto nella storiografia del cinema italiano e cioè: il contributo delle donne fuori dal solito schema del divismo cinematografico, come vuole il titolo — molto indovinato — del Convegno omonimo celebrato a Bologna dal 14 al 16 dicembre 2007. Ho detto nella storiografia del cinema italiano in generale, e senza limiti di tempo, che nel caso del Convegno di Bologna erano ristretti al periodo cinema muto. Ma lasciamo per il momento ogni polemica su storici e storiografia, per ricordare, con parole di Monica Dall’Asta, le basi e gli obiettivi del Convegno:
Non solo dive…ma anche registe, produttrici, sceneggiatrici, montatrici, comiche e atlete dall’impareggiabile verve: sebbene l’immagine tradizionale delle donne attive del cinema muto italiano sia per lo più legata a quella eclatante delle poche, grandi dive del periodo, la presenza femminile sui set degli anni Dieci e Venti fu in realtà molto più ampia e variegata. Come in altri paesi, infatti, anche in Italia durante il periodo muto il numero delle donne impegnate nella produzione cinematografica in ruoli tecnici, creativi e manageriali risulta decisamente più elevato che nei decenni successivi.(…) Di queste donne e del loro lavoro oggi si è persa la memoria, al punto che perfino i loro nomi suonano in molti casi del tutto misteriosi. Ricostruire le loro biografie e ridare visibilità alle loro opere è un compito affascinante, che ci può permettere di guardare la storia del cinema italiano da un’altra prospettiva, più aderente alla realtà sociale e culturale e alle sue contraddizioni.
Un compito affascinante, come scrive Dall’Asta, risolto in parte dalla pubblicazione di questo volume, che è soltanto il primo passo verso una ricerca più approfondita. Le informazioni inedite emerse fin dalle prime ricerche restituiscono molti nomi ‘sperduti nel buio’ (per restare in argomento muto e cinematografico) e confermano pienamente il sospetto che il ruolo delle pioniere del cinema italiano, dive comprese, sia tutto da studiare. A questo proposito vorrei segnalare il saggio della stessa Monica Dall’Asta dedicato a Francesca Bertini (una passione condivisa), dove si analizzano alcune questioni intorno al ruolo di una delle massime rappresentanti del divismo italiano, direi di tutti i tempi, ed il contributo alla realizzazione dei suoi film. Una ‘primadonna’ difficile, secondo le più conosciute e ripetute testimonianze, che rappresenta secondo Monica Dall’Asta un: “Simbolo quanto mai persistente di femminilità e insieme esempio straordinario di donna autorevole e intraprendente, Francesca Bertini costituisce per la storiografia femminista una vera sfida”.
I contributi all’interno del volume, dopo la prefazione di Simona Lembi, Assessora alla Cultura e alle Pari Opportunità della Provincia di Bologna, e l’introduzione di Monica Dall’Asta, sono divisi in sette parti.
Nella prima: Storia delle donne e storia del cinema, Jane M. Gaines si domanda — e ci domanda — se esse sono noi? Il nostro lavoro sulle donne al lavoro nell’industria cinematografica muta; Christine Gledhill propone come esempio l’esperienza britannica; Elda Guerra offre una panoramica sul movimento delle donne tra Otto e Novecento come affermazione di una nuova soggettività.
La parte seconda è dedicata allo studio di alcune figure chiave nella ricerca Non solo dive: Cristina Jandelli, Diana Karenne: La più intelligente di tutte; Monica Dall’Asta, Francesca Bertini, attrice e regista: Il singolare multiplo; Elena Dagrada, La tentazione del silenzio, Eleonora Duse e Cenere; Roberta Gandolfi, le ‘donne nuove’ del teatro italiano, fra tradizione e riforma, emancipazione e modernismo; Valeria Palumbo, Vipera: vita e mito di Anna Fougez; Elena Mosconi, dive-antidive: Elettra Raggio e Astrea.
Interamente dedicata a Elvira Notari, la terza parte del volume vede i contributi di Giuliana Bruno e Vittorio Martinelli.
I film salvati e da salvare, parte quarta, vengono esaminati da Marianna De Sanctis e Céline Pozzi, che hanno curato il restauro del film ‘A santanotte di Elvira Notari; da Micaela Veronesi: Una donna vuol ‘rifare il mondo’, Umanità di Elvira Giallanella; Irela Nuñez, in collaborazione con Franca Farina, che propongono film salvati e da salvare alla Cineteca Nazionale di Roma.
Della città di Torino e le sue pioniere, parte quinta, scrivono Alberto Friedemann: Imprenditoria femminile nel cinema torinese; Ester de Miro d’Ayeta: Cucire nastri di celluloide. L’oscuro iter di montatrice di Esterina Zuccarone, ‘operaia’ a Torino; Donata Pesenti Campagnoni che propone un profilo di Maria Adriana Prolo.
Nella parte sesta: Non solo spettatrici, Gina Annunziata, il cinematografo e Matilde Serao; Luca Mazzei ed il cinema descritto dalle donne fra il 1898 e 1916; Silvio Alovisio: La spettatrice muta. Il pubblico cinematografico femminile nell’Italia del primo Novecento.
Ancora donne, questa volta oltre le formule di genere, nella parte settima, dove Claudia Gianetto racconta di Gigetta Morano, una forza irresistibile; Stella Dagna e le donne all’ombra del gigante, ovvero le comprimarie della serie Maciste; per finire con Maria Elena D’Amelio che analizza le belle e dannate, donne di potere nel cinema storico-mitologico italiano.
In appendice: Le protagoniste, appunti bio-filmografici su Elvira Notari, Francesca Bertini, Eleonora Duse, Diana Karenne, Giulia Rizzotto, Gemma Bellincioni, Elettra Raggio, Bianca Virginia Camagni, Daisy Sylvan, Diana D’Amore, Fabienne Fabrèges, Elvira Giallanella, Mary Cléo Tarlarini, Bianca Maria Guidetti Conti, Elsa Tornielli, Vera Sylva, Letizia Quaranta, Maria Roasio, Semele Temofila Bertolina, Aloisia Gallesio, Adriana Costamagna, Lydianne, Paula Grey, Berta Nelson, Frieda Klug, Lydia De Liguoro, Renée de Liot, Nelly Carrère, Lina Ferraris, Ofelia Colautti, Suzanne De Canalis, Matilde Serao, Grazia Deledda, Annie Vivanti, Maria Melato, Irma Gramatica, Maria Jacobini, Anna Fougez, Vera D’Angara, Lea Giunchi, Gigetta Morano, Valentina Frascaroli. Nilde Baracchi, Astrea, Piera Bouvier, Henriette Bonard, Emile Sannon, Gisa-Liana Doria, Fede Sedino, Ethel Joyce, LMicainda Albertini, Esterina Zuccarone, Anna Vertua Gentile, a cura di Monca Dall’Asta in collaborazione con Teresa Antolin (questa che scrive), Angelita Fiore, Alberto Friedemann e Micaela Veronesi. Sempre questa che scrive, può testimoniare che il primo elenco di pioniere è provvisorio perché, nel corso di ulteriori ricerche, sono stati ritrovati altri nomi ed altre tracce. Un lavoro in corso, dunque, ed in attesa di ulteriori sviluppi.
Vorrei aggiungere che la prima ricerca ha restituito un notevole apparato iconografico che illustra il volume, con molte immagini assolutamente inedite uscite dal Fondo Martinelli alla Cineteca di Bologna, la Cineteca Nazionale di Roma, Museo Nazionale del Cinema di Torino-Fondazione Maria Adriana Prolo, e del più modesto Archivio In Penombra.
Pubblicato con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale per il Cinema, dell’Assessorato alla Cultura e Pari Opportunità della Provincia di Bologna e dell’Università di Bologna, il progetto Non solo dive: pioniere del cinema italiano è promosso dall’Associazione Orlando, dal Dipartimento di Musica e Spettacolo – Università di Bologna, dalla Cineteca di Bologna, e dal Centro di documentazione, ricerca e iniziativa delle donne della città di Bologna, in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale di Roma, UniBoCultura, Associazione italiana per le Ricerche di Storia del Cinema, Circola nel cinema Alice Guy, Women’s Film History International, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna.