
La graziosa danzatrice è nata a Monaco da un pittore veneziano e da una musicista tedesca. La sua danza è mimica; è espressione e purezza e compostezza, è magistero e armonia di ritmi.
Non vuole che le sue danze si chiamino a tal modo, che indica, infine un esercizio non troppo vario e non troppo diverso. Preferisce che siano chiamate con vocaboli piu complessi e che, quindi, i suoi balli siano intesi come dei veri poemi psicologici in azione e poi anche poemi mimici o, addirittura, poesia senz’altro.
La sua maggiore ambizione è quella di dire, raffigurare tutto col gesto. Prima era pittrice e ama affermare che la luce le venne da Lenbach, suo maestro e suo direttore spirituale.
Ha detto che vorrebbe perciò esser chiamata interprete di musiche e di forme.
Dunque, oltre la poesia, anche la musica.
Infine, i gesto è tutto, pensa Rita Sacchetto con la convinzione con cui gli scrittori, i poeti dichiarano che il verbo è tutto. Dove la musica finisce, lì comincia il gesto e va oltre. Come si vede, Rita Sacchetto non ha limiti nelle sue aspirazioni estetiche ed artistiche e con la volubile, mutevole eleganza e plasticità delle sue movenze raggiunge effetti mirabili.
Giovinetta non ballava che per sè. Lenbach la vide dunque e le disse che quella era la sua vera inclinazione.
Fu invitata a ballare all’ Associazione artistica di Roma. Non accettò di eseguire una pantomima e rappresentando Dyemileh , incarnò cioè, secondo la sua fantasia, il suo capriccio e la sua intuizione, il mondo orientale. Il successo fu tale da spronarla a continuare ad aumentare il suo repertorio e si mise a viaggiare il mondo, sostando a tutte le corti, cogliendo dovunque per la sua arte le più strane impressioni.
Rita Sacchetto è ora ammiratissima in Italia, nelle figure così diverse di stile, di casta cui essa dà la loro fisionomia reale e spirituale con così sottile accorgimento e con percezione così caratteristica. Eppure, crede, solo di fare degli schizzi che preparano il gran quadro futuro, cioè il capolavoro perfetto che arriverà prima o dopo.
La danza di Rita Sacchetto è moderna nel miglior senso della parola; è ravvivata drammaticamente dall’intelligenza. Essa sa rendere a meraviglia in pari modo i tratti particolari, popolari di una nazione e i lineamenti delle grandi dame principesche e delle figure femminili storiche. Essa sparge intorno a sè il sentimento della luce, della libertà e della letizia. È in ispecie nelle sue interpretazioni musicali di un fascino squisito, singolare. In lei dunque la danza è veramente l’espressione di un mondo sentimentale inte- riore che anela a divenire, nella sua estrinsecazione, opera d’arte.
È un vero, raffinatissimo godimento mirare quale contenuto sa dare alla danza e quale potenza comunicativa esca in grazia e bellezza dai suoi gesti.
Milano, 1911