Padre Sergio

Ivan Mosjoukine (Mozhukhin) in "Padre Sergio" di Yakov Protazanov 1918
Ivan Mosjoukine (Mozhukhin) in “Padre Sergio” di Yakov Protazanov 1918

Roma, settembre 1920

Si è fatto un gran parlare in questi giorni del primo film russo sparso in Italia dopo la guerra. Veramente ci è chi mette in dubbio che Padre Sergio sia stato eseguito in Russia.

Oramai, con i progressi e i mezzi di cui dispone  la cinematografia, qualunque  trucco è possibile. Ricordo, ad esempio, che qualche esterno… abruzzese di Ivan il terribile poteva benissimo sostituire le desolate lande russe.

Io però credo che Padre Sergio sia stato veramente girato in Russia. Ad ogni modo siamo in presenza di una bella opera d’arte, non tanto per il contenuto filosofico e spirituale, quanto per l’interpretazione. Leone Tolstoi ha messo nel Padre Sergio, come negli altri suoi romanzi, una parte di sé e della sua vita. Il principe Kastatsky, che fugge e chiude la sua brillante carriera in un convento, sintetizza l’ardente aspirazione di Leone Tolstoi. Tutti ricordano infatti la fuga del vegliardo dalla famiglia e la sua tragica fine.

Per tornare alla interpretazione, dicevamo che l’attore che impersona il protagonista — e di cui disgraziatamente non sappiamo il nome — è semplicemente meraviglioso. Bisogna vedere le successive truccature di questo artista  per conoscere che cosa siano intuito e coscienza artistica. Giovane, uomo maturo, vecchio, nei vari gradi della vecchiaia specialmente, o brillante ufficiale o chino il capo canuto nella pace del chiostro, il principe Kastatsky è un prodigio di realtà e umanità dolorante. C’è un po’ delle Tentazioni di Sant’Antonio in questo lavoro, c’è molto dell’anima slava, irrequieta sognatrice o mistica, ma c’è specialmente Tolstoi, il gigante russo, dalla mente sovente facciata di fredda tenebra.

Quanta differenza dalla limpida serenità di qualche gigante latino, ed esempio Balzac.

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Padre Sergio è un film russo che ha avuto un grande successo.

Il film non contiene che una forte interpretazione di un attore che interpreta la parte del protagonista. Il soggetto, tratto dal romanzo di Tolstoi, è quello che è quel romanzo di Tolstoi, e cioè una cosa lunga, illogica, noiosa, monotona, assolutamente priva di ogni poesia, riboccante d’un misticismo perfettamente siberiano, in cui si sente la steppa sempre uguale e uniforme, sempre eccessiva in tutte le sue forme, gelata d’inverno, ardente d’estate.

È arte che va compresa dovunque fuor che in Italia, dove la varietà della fisionomia del paesaggio influisce sullo spirito nostro rendendolo più vivace, più eclettico, meno monotono.

Con tutto ciò il film ha avuto un grande successo, ed il concorso del pubblico è bastato a far dire a molti cinematografisti, che quello è buon cinematografo.

Il pubblico invece è andato a veder Padre Sergio prima perché era una pellicola russa, poi perché c’erano dei cori, poi perché nel lavoro non c’era nessuna “faccia conosciuta”. Più: il misticismo è una potente calamita e molti ne sono attratti.

Non è nostra intenzione stroncare il film, ne dirne male ad ogni costo. Vogliamo solo dire che in Padre Sergio non c’è niente di straordinario, che l’attore è un ottimo attore, ma che noi abbiamo in Italia Alfonso Cassini ed altri che potrebbero far quanto lui e forse di più, e che se la cinematografia italiana deve dichiarar fallimento ciò non sarà certo per questa spasmodica masturbazione di Leone Tolstoi.

La fotografia è bella in molti punti. Ottima la messa in scena.

5 pensieri su “Padre Sergio

  1. enri

    Gentile thea,
    mi rincresce fare questa richiesta qui, ma non ho modo di contattarti se non in così.
    Sono studente di lettere, e vorrei utilizzare il contenuto del tuo articolo “Morale e cinematografo 1912”, e quindi mi farebbe molto piacere avere un riferimento bibliografico preciso sulla provenienza dell’articolo :) E’ possibile? Chiedo troppo?
    Grazie mille
    Enri

  2. enri

    CIao thea, come posso contattarti? Avrei bisogno di un riferimento bibliografico su uno dei tuoi vecchi aricoli… Grazie :)
    Enri

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