Mario Volpe

Università Italiana del Cinematografo, Firenze 1926. Direttore Generale Artistico Mario Volpe; Direttore Generale Tecnico G. Montalbano.
Università Italiana del Cinematografo, Firenze 1926. Direttore Generale Artistico Mario Volpe; Direttore Generale Tecnico Giovanni Montalbano.

Mario Volpe iniziò la sua carriera di metteur-en-scéne e di direttore artistico, quando il cinematografo cominciava appena a liberarsi della volgarità e dell’incertezza dei primi tentativi, per balbettare timidamente parole nuove di bellezza e d’arte; ha assistito e partecipato al suo rapido sviluppo, accompagnandolo nell’ascesa portentosa e godendo di ogni suo progresso come di una propria vittoria, ed ha infine salutato la sua affermazione, come il trionfo ed il compimento felice di un ideale accarezzato.

Sorta appena la Napoli Films, egli entrò a farvi parte quale aiuto direttore e metteur-en-scéne; ed invero, napoletano e innamorato della sua Patria, nessuno avrebbe saputo meglio di lui cogliere ogni più suggestiva e caratteristica bellezza.

Dalla Napoli Films, dove negli ultimi tempi gli era stata affidata la direzione artistica delle commedie — ufficio che egli disimpegnava a meraviglia, soccorso da quel fine senso d’umorismo che gli è naturale — passò all’Augusta Film di Roma, dove allestì L’eroina serva, I Martiri di Belfiore; e di qui, scritturato alla Bermudez, per la direzione di Romanzo d’una stiratrice e L’uomo scomparso, passò in seguito all’Apollo, che preparava allora, per l’interpretazione della Terribili-Gonzales, un soggetto di ambiente russo: Petrusca.

Ma il Volpe non si fermava all’Apollo, ed eccolo alla Cinedrama di Milano, ad allestire Consul buona lana, il soggetto scimmiesco che ha divertito milioni di spettatori di tutto il mondo; ed in seguito lo vediamo alla Lombarda Film a Roma, per mettere in scena, a fianco del compianto Mario Caserini, L’ombra, di Dario Niccodemi, con Vittoria Lepanto.

Fu metteur-en-scéne assoluto del Piacere, di Gabriele D’Annunzio, film che suscitò furore e chiasso di critica e di anatemi, ma nel mondo intellettuale; però anche i critici più feroci furono concordi nel riconoscere ammirevole e squisitamente fedele la messa in scena, ricca e suggestiva.

Segue un breve periodo di attività alla Raggio Film, che fruttò alla buona fama del giovane artista le doti incondizionate per la messa in scena di Morte che assolve, cui accrebbe pregio l’interpretazione del sommo Ermete Novelli; dopo di ciò un rapido passaggio alla Brunero che gli affida il Mistero del castello, film che batte in quell’epoca il record degli incassi, per la messa in scena che fu il primo tentativo futurista del genere.

Dalla Brunero, il Volpe fu scritturato alla Montalbano Film di Firenze, ed in collaborazione con Valentino Soldani, nonché per la coraggiosa iniziativa di un audace industriale, Giovanni Montalbano, furono lanciati i primi films didattici: Il signorino e Professor Gatti, nonché due films passionali: Non uccidere! e Non tutta io morrò!, che il Monopolio Stefano Pittaluga lanciò con evidente successo in Italia.

La Floreal Film, di Guido Paris, volle il Volpe per la direzione della propria casa, ed ivi diresse Lo sparviero, Il delitto del Lungo Tevere, e Francesca da Rimini, nel quale il Volpe rivelò la sua grande perizia d’inscenare e direttore coscienzioso, pieno di abilità e risorse, e fu il primo a realizzare lo scopo che tutti i buoni direttori dovrebbero prefiggersi: quello di fare dell’interpretazione in un film in costume.

Alla Lepore Film, il Volpe diresse la Storia di una sigaretta, Delitto impossibile, Malattia contagiosa. Dalla Lepore passò alla Orsini Film, per la direzione di Cuore infermo, di Matilde Serao; e da questa casa alla Universal Film, per la messa in scena di Il mistero dell’asso di picche, con Diana MacGill e Nadia Noda.

Sorta appena l’alba della dominazione fascista, l’Istituto di Propaganda Nazionale volle il Volpe a capo del suo ufficio cinematografico, ed appunto per conto di tale istituto, in occasione del 1° anniversario della Marcia su Roma, il Volpe diresse il film di propaganda Il grido dell’aquila.

Da Roma, ritroviamo il Volpe a Napoli, per costituire una propria Casa di produzione: l’Astra Film. Sotto questa marca egli ha diretto ed inscenato: Amalia Catena, Fra i sorrisi di Napoli, Luna nuova, Fenesta che lucive.

Dopo Napoli, troviamo Mario Volpe a Firenze. Nella città che fu Maestra d’Arte e che dalla genialità dei suoi artefici innumerevoli espresse opere di fama mondiale; in questa città che conosce il sorriso della bellezza in ogni angolo delle sue strade, dei suoi giardini, delle sue ville, Mario Volpe quasi ad illuminare di questo sorriso la sua nuova impresa, ha gettato le basi  della prima Università Italiana del Cinematografo, lo scopo della quale crediamo non vi sia bisogno di essere maggiormente illustrato. Ad ogni modo ci è grato ripetere che questa istituzione vuole italianamente e validamente cooperare alla rinascita dell’industria filmica nazionale. Fedele al suo programma, la A.P.I. ha già iniziato, sotto la direzione del Volpe e con la collaborazione artistica dei migliori allievi della sua Università, il primo film sperimentale: Avventura cinematografica, azione cinedrammatica di Giuseppe Lega; mentre già si prepara a realizzare un nuovo e originalissimo soggetto di Ferdinando Paolieri: Notte senza stelle, nella riduzione di Giuseppe Lega.

Una tale attività crediamo sia il migliore passaporto per essere ammesso nei ranghi dei cinematografisti migliori.

Mario Volpe, figlio a quel comm. Volpe¹ che è tuttora onore e vanto della pittura italiana, può dirsi che abbia ereditata dal genio del padre la limpida e sicura visione del quadro. Professa un culto devoto al metodo americano, per averlo studiato ed apprezzato da vicino, ed ha quella genialità di trovate, quella fecondità di risorse che viene dall’aver visto molte cose, dall’aver viaggiato molto e molto vissuto; con tutto ciò, l’amico Volpe è giovanissimo ed ha avuti a sé l’avvenire che spetta agli intelligenti ed ai volenterosi.

Giulio Busoni
Torino, 28 Agosto 1926

  1. Il pittore Vincenzo Volpe (Grottaminarda 1855 – Napoli 1929).

 

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