Le sorti d’un cinematografo

Rivista Pathé, domenica 21 gennaio 1912 (Archivio In Penombra)
Rivista Pathé, domenica 21 gennaio 1912 (Archivio In Penombra)

Milano, 21 gennaio 1912

I programmi del Consorzio Pathé, le 12 migliori marche riunite, assicurano il successo.

Non è infrequente il caso, (anche fra i nostri affezionati clienti, che pur apprezzano incondizionatamente la nostra produzione e riconoscono la sua indiscutibile superiorità sotto ogni punto di vista) ch’essi credano di provare il bisogno d’intercalare alle nostre films qualcuna della concorrenza, specialmente di quelle a lungo metraggio, che per lo più vengono lanciate con lo zuccherino dell’esclusività.
Ora, a parte che il più delle volte tali films hanno il merito, ovverosia il demerito di una prolissità tediosa e vengono offerte in esclusività per… difetto d’acquirenti, sta il fatto che novantanove volte su cento se il cinematografista fa bene i suoi conti arriva al consolante risultato di guadagnare molto meno del solito!
Infatti, tenuto conto dei prezzi esorbitanti pretesi generalmente per le predette films, tenuto conto delle maggiori spese di réclame ed anche del minor numero di rappresentazioni possibili, data la lunghezza dello spettacolo, sempre — o quasi sempre — il cinematografista finisce col pentirsi della cattiva speculazione fatta e giura in cuor suo di non ripetere l’errore. Ma è un giuramento da marinaio, perché poi se gli si presenta un’altra occasione, allettato dalla lusinga di straordinari guadagni e suggestionato dalla réclame speciale che precede e accompagna di solito tali films, così dette di grido, torna facilmente a ricadere.

Tempo addietro i nostri avversari e denigratori, non sapendo come più attaccarci e ben persuasi che ormai ogni loro strale si sarebbe spuntato contro la corazza della nostra invidiabile posizione di supremazia conquistata passo a passo, a costo di enormi sacrifici e di tenace perseveranza, ricorrevano spesso e volentieri all’insinuazione che il pubblico, tosto o tardi, avrebbe finito collo stancarsi della nostra produzione, perché vedeva sempre la nostra sola marca, così da far attribuire una patente di uniformità ai nostri programmi.
Orbene, anche a questo unico possibile addebito degli avversari abbiamo da tempo provveduto formando l’ormai ben noto Consorzio e accentrando così la miglior produzione di oltre dodici differenti marche poste in diversi paesi, raggiungendo in tal modo la massima, la più insperata varietà di scene, di usi, di costumi, di artisti, ecc.
Da ogni dove ci giunsero per ciò approvazioni sincere, ed ora possiamo con sicura coscienza affermare che qualunque cinematografista, per quanto esigente, può con la massima larghezza formare con le films del nostro Consorzio i migliori e più svariati programmi, senza mai aver il bisogno di ricorrere ad altre marche.

La incomparabile magnificenza delle nostre films a colori, alla cui imitazione i nostri concorrenti neppur si cimentano, la collaborazione di autori ed artisti veramente celebri, l’uscita settimanale, e forse presto bisettimanale, di veri autentici capolavori dell’arte e della tecnica, corredati di spettacolosa ed artistica réclame, sono tutti questi coefficienti di successo assicurato per ogni cinematografista appoggiato alla nostra fornitura. L’istituzione del nostro estesissimo ed accuratissimo servizio di “réportage” cinematografico è, poi, il degno coronamento alla nostra meravigliosa produzione.

Del resto abbiamo voluto sperimentare noi stessi direttamente la fondatezza di tali nostre asserzioni, esercendo per nostro conto un Cinematografo di qualche importanza. E perché l’esperimento avesse la voluta efficacia abbiamo preferito assumere un Cinema sviato al punto di essere costantemente passivo.
E la scelta cadde sul Salone S. Sebastiano di Verona, locale grandioso, capace di oltre 600 persone.
Prima dell’assunzione da parte nostra, tale Cinema proiettava solo in parte le nostre films, mentre in buona parte rappresentava films della concorrenza corredate sempre di grandiosa réclame.
Orbene, dal 1° aprile 1911 subentrando noi, abbiamo esclusivamente rappresentato films della nostra produzione ed abbiamo avuto la soddisfazione de vedere man mano  migliorare le sorti di tale locale, ora Cinema Pathé, arrivando al punto di raddoppiare e perfino triplicare gli incassi, in confronto delle stesse precise date dell’anno precedente in cui era esercitato dall’altra Impresa.
(…)
Novità della 158a settimana:
Romeo e Giulietta è una leggenda drammatica così nota che non occorre ricordare l’importanza: splendidamente  riprodotta dalla Film d’Arte Italiana essa sarà fra le più importanti novità della suddetta settimana, nella quale l’American Kin pubblicherà il bel dramma indiano intitolato Rosa d’Argento; e la Britannia Film, che tanto credito  va acquistando, pubblicherà il vigoroso Dramma di Hampton Court.
La Pathé, nella sua consueta ricchezza produttiva, pubblica Le invenzioni del dott. Mitchoff, oltre la Lezione sull’aria liquida della serie scientifica. L’arte del vasaio a Borneo, interessantissima; e le due scene di brillante comicità Il cappello di Coccetti, e Tartufini inghiottisce l’ocarina.
La S.C.A.G.L. ha indovinato una commedia piena di grazia La bambola tirolese. Dal vero, la famosa Imperium Film ha riprodotto in Islanda La terra dei ghiacci. La Modern Pictures presenta Miss Puller nei suoi esercizi sul filo d’argento. Finalmente tre scene comiche curiosissime sono Konoskoff e il suo contrabbasso, Film Russa, le Disgrazie di un cacciatore di frodo della Nizza Film e Frappalotti fa il mago della Comica Film.

Il Gallo del Pollaio
(Rivista Pathé) 

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