
Cinedramma straordinario in 4 parti.
Soggetto e messa in scena di Amleto Palermi.
Interpreti: Thea, Ugo Piperno, Giuseppe Piemontesi, Amedeo Ciaffi, Xam Derling, Max di Brabante.
Una lettera del Tenente di Villarosa aveva prevenuto il Principe di Belfiore, suo cugino, che una donna misteriosa, rassomigliante straordinariamente alla principessa Dusnella, sua consorte, era stata sorpresa ad aggirarsi, di notte e in compagnia di un soldato, nei pressi del forte Colleverde.
I due personaggi misteriosi, diceva la lettera, erano riusciti a fuggire; ma un cammeo era stato rinvenuto al suolo, e quel cammeo recava inciso lo stemma dei Belfiore.
Il principe, impressionato dalla comunicazione, parte subito per il forte di Colleverde, con la scusa dell’acquisto di un podere, e ordinando al maggiordomo che, ove il suo ritorno si allungasse, mostrasse al padre della principessa, la lettera ricevuta.
Mentre la principessa Dusnella e suo padre, vecchio generale in ritiro, ne attendevano il ritorno, un insistente latrare dei cani di guardia fa accorrere i servi alla porta del castello, ove essi trovano il cavallo del principe di Belfiore che porta, quasi rovesciato sul dorso, un uomo ferito.
Lo sconosciuto, che è privo di sensi, è condotto nel castello, adagiato su di un letto, e soccorso. Egli è Paolo di Santelmo ed ha una ferita d’arma da fuoco al fianco destro.
Dusnella e il padre si recano ad aiutare lo straniero, e cercano invano d’interrogarlo; egli è sempre svenuto. Ma grande è la loro sorpresa quando si rendono conto che il ferito stringe nella mano sinistra un fazzoletto macchiato di sangue e quel fazzoletto reca lo stemma e le cifre del principe di Belfiore.
In quello, il maggiordomo mostra nascostamente al padre di Dusnella la lettera del tenente di Villarosa, e il padre allora, cui non sfugge anche il particolare che sua figlia ha al dito un anello al quale manca la pietra, è assalito da una tragica ansia, e prende una risoluzione: fa sorvegliare Dusnella e lo straniero ferito, e accorre al forte Colleverde.
Nella notte, i servi nascosti a spiare vedono la porta della camera di Dusnella aprirsi e la principessa uscirne per entrare furtivamente nella camera del ferito. Questi è rinvenuto: la sua ferita è lieve, la donna e lui parlano a bassa voce. Paolo di Santelmo racconta come al forte Colleverde, dopo una lotta accanita, egli ha avuto ragione del Principe di Belfiore ed è riuscito a fuggire sul suo stesso cavallo.
Mentre il padre di Dusnella, giunto al forte, s’intrattiene con il genero e col tenente di Villarosa sui fatti accaduti, squilla il campanello di allarme.
I soldati hanno scorto due ombre profilarsi sul ciglio del fossato e, secondo l’ordine ricevuto, hanno spianato le armi e fatto fuoco.
Le due ombre precipitano: sono Paolo di Santelmo e la principessa Dusnella.
I soldati, il principe e il generale, scendono nel fossato ed ivi trovano il giovane morto: sul suo avambraccio, appare un tatuaggio che rivela in lui un affiliato alla più terribile setta delle spie nemiche.
Dusnella, ferita e svenuta, è trasportata nell’interno del forte. Essa è immobile su di un piccolo letto. Il medico la osserva, mentre il marito e il padre sono sotto il tormento più angoscioso.
Come si chiarirà il mistero?
È quello che si rivela, con emozione; nel finale del dramma.
(dalla brochure del film)

Come finisca questo “cinedramma straordinario” non so dirvelo per la semplice ragione che il film risulta scomparso. Secondo Vittorio Martinelli, che non cita la fonte, la trama sarebbe molto diversa:
La Principessa Dusnella di Belfiore viene sorpresa accanto ad una polveriera nell’atto di dar fuoco alla miccia di un potente esplosivo. Tutte le apparenze sono contro di lei, benché in realtà, la fanciulla, agendo in uno stato di sonnambulismo, è portata a compiere gli atti più imprevedibili. La sua innocenza viene alla fine provata. La spia che avrebbe dovuto far esplodere la polveriera, viene catturata da Dusnella e da Paolo di Sant’Elmo, il suo fidanzato, l’unico che aveva sempre creduto alla sua innocenza.
(da Il cinema muto italiano 1919 – i film del dopoguerra, Bianco e Nero – Nuova Eri/Edizioni Rai 1995)
Girato nel 1919 (visto di censura del 1.4.1919), prima visione romana Cinema Venezia, 23 gennaio 1920. Non sono riuscita a trovare nessuna recensione.
Molto divertente, in ogni caso!
Vero? Il problema (il solito problema) è sapere se questo film sia sopravvissuto da qualche parte… Grazie per il commento.