Lina Millefleurs

Lina Millefleurs
Lina Millefleurs

Febbraio 1919. Di famiglia lombarda e precisamente milanese — il padre, il maestro Tiflosi è stato un ottimo direttore d’orchestra e la Millefleurs nacque in un ritorno da una tourné musicale del genitore nell’America del Nord. Nutrita, può dirsi di musica, logicamente la sua fanciullezza si volgeva verso un’espresssione d’arte in cui la musica doveva essere parte precipua. Ma la vita nasconde nel suo ritmo eterno mille segreti e mille sorprese, e Lina Millefleurs che sognava la lirica, si vede un giorno ammirata e contesa in quel piccolo regno gaio che si chiama operetta.

Fu quasi strappata di forza alla quiete domestica per darsi all’operetta, ove giunse senza esercizio vocale, ma forte e ricca d’istinto con l’armonia nel sangue.

Lina Millefleurs guadagnò subito un notevole posto e piacque ai pubblici non solo per le sue ragguardevoli doti di cantante, ma per l’eleganza e la signoribilità della sua figura e dalle sue movenze.

E fu così che una sera, in un teatro della capitale lombarda, due gentiluomini milanesi, azionisti della Milano Film, si recarono nel suo camerino e la invitarono a voler partecipare nel lavoro Fiamme nell’ombra, vicenda drammatica di Enrico Annibale Butti. Protagonista del dramma era l’Hesperia, che sin da allora era sotto la guida sapiente del conte Baldassarre Negroni. Lina Millefleurs titubò non poco prima di accogliere l’offerta. Per lei, come per tanti altri, il cinematografo assumeva la seduzione d’un fascino prepotente; pure il pensiero dell’avvenire, col suo sogno intatto del teatro lirico, la poneva come di fronte ad un bivio. I due gentiluomini seppero insistere, assicurando che il lavoro nel cinematografo non l’avrebbe allontanata dalla sua arte. Finalmente, la Millefleurs accolse l’offerta e una volta entrata in cinematografia, finì via via coll’abbandonar l’operetta.

Oltre venti lavori interpretati da Fiamme nell’ombra del Butti al Trionfo della morte di Zangarini, dalla Voragine di Zambaldi alla Principessa di Bartolazzi, culminando nel Tristi amori di Giacosa.

Ma la Milano Film, a guerra scoppiata si trovò in una strana condizione: gli uomini di prim’ordine che aveva intorno a sè dovettero allontanarsi e l’impresa rimase isolata, alla mercè della politica del giorno per giorno. Con l’impresa rimase isolata la superstite interprete, e Lina Millefleurs fu costretta ad un lavoro intenso e forse improvvisato tra una formazione passeggiera editoriale e l’altra, non sorretta da un’impresa unica e responsabile.

Da qualche tempo Lina Millefleurs è a Roma, e dalla Tiber è passata alla Tespi Film, con il ruolo di prima attrice. Dopo aver interpretato, con Pina Menichelli, il Padrone delle ferriere, impersonato in Atenaide la figura di donna senza dubbio più umana, per perfidia e per gelosia femminile del vecchio dramma, ella lavora attualmente nel teatro di Villa Flora, a dar vita e figura alla protagonista di La casa che brucia di Tomaso Monicelli.

Si può dire dunque che Lina Millefleurs inizi un nuovo periodo della sua carriera, che la sua personalità definitivamente formata dall’esperienza, abbia trovato l’ambiente artistico che le consentirà di manifestare tutte le sue capacità. A breve, sarà chiamata a interpretare una parte eccezionalmente complessa e originale nella produzione La bella e la bestia, di Paris Allen, un romanzo reale-fantastico, uno dei capolavori della letteratura scandinava.