Le bambole animate di Starewicz

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Le mois dernier, M. Starevitch a obtenu, en Amérique, la médaille d’or pour son film la Voix du Rossignol, que nous avons d’ailleurs publié dans Ciné-Miroir en 1923.
C’est la première fois que le film d’un metteur en scène étranger obtient cette distinction outre-Atlantique.
(Ciné-Miroir, 1 janvier 1926)

Una delle principali attrattive del cinematografo è rappresentata dalla facilità con cui si può in esso realizzare il meraviglioso ed il fantastico. Fino dai primissimi tempi del cinema si sono veduti sullo schermo numerosi films a trucco Chi non ricorda uno dei più classici film del genere Il viaggio nella luna?

Questo genere, che parve — dopo un primo fortunato periodo — cadere in disuso, ha più tardi ritrovato il favore del pubblico con i disegni animati (Dick and Jeff) di varii realizzatori artistici, in particolar modo con quelli di Bud Fisher. Ai disegni animati sono poi seguiti i fantocci, o bambole, animati di Ladislao Starewitch. Questo geniale realizzatore ha già girato da qualche anno varii ed interessanti film che il nostro lettore ben conoscerà, certamente almeno di nome, quali: Il Matrimonio di Babylas, lo Spaventacchio, Le rane domandano un Re, Il canto dell’usignolo, ecc.
Nel breve tempo che occorre a fare svolgere una di queste azioni sullo schermo, quindici o venti minuti, il pubblico che invariabilmente vi si diverte ed interessa non può mai immaginare di quale pazienza e di quale estenuante lavoro tali finzioni cinematografiche siano frutto. Anzitutto, quale essenziale elemento occorre (oltre ad una produzione di bambole, fantocci e bestie perfetti e costruiti in una materia elastica e pieghevole) un realizzatore che conosca profondamente le espressioni del volto umano ed i momenti minimi per quali passa ogni arto nel mutar posizione, e il volto nel mutare espressione, e così di ogni parte attiva del corpo.

Ben inteso che tale conoscenza; nei suoi minimi particolari, va estesa alla fauna che può essere richiesta dallo svolgimento di un soggetto da realizzare. Inoltre il realizzatore deve necessariamente essere pittore e scultore per costruirsi — per ogni lavoro — personali e scenari.

Le bambole, i fantocci che rappresentano i personaggi hanno al posto della testa un supporto in forma di testa al quale per ogni espressione, anzi per ogni momento di espressione viene applicato il volto conveniente. Questo volto mutevole consiste in una maschera che, com’è detto sopra, viene applicata al supporto che fa da testa al fantoccio. Queste maschere infine sono in gran numero per ogni fantoccio e numerate in modo che faciliti al realizzatore la loro continua scelta nel corso della rappresentazione. Ogni attimo di movimento è anticipatamente studiato su personaggi viventi al fine di dare parvenza di vitalità alle bambole ed ai fantocci.

Per rendersi conto della pazienza che occorre a girare un film di bambole simili basta tener presente che ogni attimo di movimento è una immagine cinematografica, che in una sala del cinematografo passa sullo schermo davanti ai vostri occhi nella proporzione di sedici immagini al minuto-secondo e che i fantocci devono essere fotografati immagine per immagine e che quindi ad ogni giro di manovella della macchina da presa predisposta a l’uopo il realizzatore deve fare eseguire un attimo di movimento ai suoi personaggi.

Ladislao Starewitch impiega a girare uno dei suoi brevi film quattro mesi circa.

Ed ora due parole su questo geniale realizzatore. Lo Starewitch è nato in Polonia (a Mosca da genitori polacchi n.d.c.) nel 1882.

Operatore, poi metteur en sceène della Casa Khanzhonkov, realizzò nel 1913 il suo primo film di bambole movibili intitolato La cicala e la formica. Presentato allo Zar ed ai suoi figli, questo film ottenne tale successo che ne fu lautamente premiato… Khanzhonkov!!

Starewitch rimase, in qualità di metteur en scène, presso questo editore di films fino al 1917, e girò numerosissimi lavori tradotti da opere illustri, da leggende di Gogol, da poemi di Pochkine…, e vari drammi da lui stesso composti. Fu sotto la sua direzione che iniziarono la loro carriera Mosjoukine e Tourjanski che oggi furoreggiano in Francia.

Nel 1915 realizzò Jola, da un racconto medioevale di Jolovski.

La compagnia Khanzhonkof, scioltasi durante il disastro russo, si ricompose in Crimea nel 1918. E fu colà, a Yalta, ove lo Starewitch girò il suo ultimo film drammatico Stella Maris dal romanzo di Locke. Fu questo il famoso film che Mary Pickford girò in California interpretando contemporaneamente le due parti di Mary la fanciulla ricca e Unity la orfanella povera.

In seguito lo Starewitch venne in Italia e infine in Francia ove si stabilì e dove, in qualità di operatore girò due realizzazioni del russo Protozanoff : Una notte d’amore di Emilio Zola e Verso la luce di Ouralsky.

Starewicz

Ma la salute scossa non gli permise più oltre di esercitare il gravoso mestiere di realizzatore, ond’egli riprese il suo lavoro di films «a trucco» coi fantocci articolati iniziando una nuova serie di realizzazioni. Vennero così alla luce:

Fra le grinfie del ragno : 900 metri, senza personaggi umani edito dal Pathé Consortium (nove mesi di lavoro).
Il matrimonio di Babylas : 300 metri, un personaggio umano, edito da Gaumont (tre mesi di lavoro).
Lo spaventacchio : 400 metri, un personaggio umano, edizione Jupiter (quattro mesi di lavoro).
Il canto dell’usignolo: 350 metri, un personaggio umano, edito dal Pathé-Consortium (quattro mesi di lavoro).
Le rane domandano un Re: 400 metri, nessun personaggio umano, edito da G. Petit (sette mesi di lavoro).
La piccola cantastorie: 380 metri un personaggio umano e una scimmia (due mesi di lavoro).
E infine La Regina delle farfalle (800 metri!)

Il personaggio umano che agisce nei films di Starewitch, e che in è ammirevole affinità ed affiatamento coi fantocci e le bestie false articolate, è una deliziosa e intelligente bambinetta che ha il nome di Nina Star.
 Essa non è altro che la figlioletta dell’illustre, realizzatore.
(L’eco del Cinema, gennaio 1926)

Il sito ufficiale di Starewitch, ovvero Ladislas Starewicz