Il volto di Medusa – Do Re Mi 1920

il volto di medusa
Una scena del film

Soggetto dal romanzo omonimo di Gaetano Campanile-Mancini (Il Volto di Medusa – Racconto per grandi fanciulli), pubblicato nel quindicinale Romanzo Film n. 4, 18 dicembre 1920.
Messa in scena di Alfredo De Antoni; operatore Alfredo Donelli.
Interpreti principali: George (Luigi Serventi); Wanda (Rina Maggi); Tommy (Giuseppe Pierozzi); Alfredo De Antoni (Il Re del caucciù).
Produzione Do Re Mi, 1920.

Benvenuti nella seconda giornata del 1° Festival dei Film Ritrovati Restaurati Invisibili – I Film del Cinema Muto Italiano (Found Restored Unseen – Italian Silent Movies).

Restaurato dalla Cineteca Nazionale di Roma, presentato alla XV Mostra Internazionale del Cinema Libero (nel 1987 diventa Il Cinema Ritrovato), il 10 dicembre 1986.


Venticinque anni fa… vi rendete conto? Un film ritrovato, restaurato e “visto” da pochissimi scelti spettatori in 25 anni… Ho molti dubbi (e qualche certezza, come recita una delle didascalie di questo film: Ma ciò che sì reclama, spesso non si ama…) sul vero scopo di questi restauri, dovrei aggiungere in Italia, perché in altri paesi le cose sono molto diverse. Intorno al grande “business” dei restauri girano sempre le stesse persone, da anni. Un affare di molti milioni di euro. Ma di tutto questo ho scritto diverse volte, non ho l’audience di Beppe Grillo, quindi… passiamo al film.

Visto che non è possibile, per il momento, vederlo, cerchiamo di farci un’idea da uno estratto della sceneggiatura originale:

PARTE IV

Ed ogni nuovo giorno porta un suo nuovo tormento…

146. George e Wanda, in freschi abiti mattinali, se ne vanno, stretti l’uno all’altra, nella dolcezza primaverile che inonda piazza di Spagna. A un banco di fioraio George si arresta — prende un gran fascio di rose fiammanti — ne carica le braccia dell’amica, che sorride, felice.

Il ricordo d’un’altra primavera…

p. p. Ma, improvvisamente, il sorriso di Wanda si spegne: ella si fa pensosa. Il suo turbamento non sfugge a George che la scruta ansioso, attraverso il monocolo prodigioso che permette, a chi lo inarca, vedere… ciò che passa nel pensiero degli altri. E George vede…

Diaframma.

147. Diaframma pp. Il campo rotondo come la sagoma del monocolo. — … Wanda, di alcuni anni più giovane, quasi ancora una fanciulla, e il Giovane Pittore. In freschi abiti primaverili, con le loro cassette dei colori, se ne vanno per piazza di Spagna, stretti stretti l’uno all’altra, sorridendosi. Una piccola ciociara si avanza verso la coppia e le offre le sue violette, un mazzetto che il Giovane Pittore prende e porge a Wanda, la quale sorride, felice. Diaframma.

148. Diaframma pp. George ha visto : è turbato, ma dissimula. Come uscendo da un sogno, Wanda gli sorride, un po’ triste. Proseguono.

(…)

162. Nel salotto del piccolo appartamento che George e Wanda occupano nell’albergo, George siede, torbido, accanto alla finestra. A qualche passo da lui è Sammy, immerso in un’ampia poltrona e nella lettura d’un immenso giornale. Lieve, alle spalle di George viene Wanda e gli cinge delle braccia il collo. George leva a lei il volto, appena illuminato da un tenue sorriso così amaro che l’anello delle braccia di Wanda si scioglie, e le braccia ricadono. Ella si stacca lentamente da lui. Lentamente esce, seguita dall’amaro sorriso di George che par dica : « Invano tu tenti nascondenti! ciò che ti passa nell’anima… ». Come sogghigna, ora, George, mentre tende a Sammy (?) il monocolo prodigioso! ; vuol provare anche lui a legger nel pensiero, della gente?

pp, Samrny guarda, a vicenda, il monocolo e l’amico, e respinge la mano protesa di George col gesto di chi cerchi allontanare da sé un terribile esplosivo.

(…)

167. Le braccia di Wanda si avanzano supplici a George. Ma l’atto non placa George che respinge, sogghignando, Wanda. Una parola amara prorompe dalle sue labbra. Ferita da essa, Wanda trasale. Poi; negli occhi un muto rimprovero, porge a George il medaglione che egli ghermisce e guarda avidamente : «Chi è quest’uomo? !…». Un triste sorriso dì Wanda. Diaframma.

168. Diaframma. pp. La visione d’una pietra tombale sulla quale Wanda, vestita di bruno, si piega a deporre un fascio di fiori. Diaframma.

169. Diaframma. pp. Quell’uomo è dunque morto da anni… Quasi ontoso di sè, George abbassa lo sguardo dinanzi a Wanda che, fatta la sua confessione, continua a sorridergli, triste e indulgente. Egli poi risolleva a lei gli occhi supplici… Son l’uno nelle braccia dell’altro: si stringono perdutamente…

Ma un’ora dopo…

170. Nell’angolo del sofà, nell’alone della lampada velata dall’ampio abat-jour, Wanda, in abito da sera, sfoglia un magazine, in attesa dell’ora del pranzo. Hanno picchiato alla porta del salotto. « Avanti ». E la porta si apre, e appare un cameriere, che reca nel vassoio una lettera.

pp. Wanda, gettando lo sguardo sulla busta trasale. Nervosamente la strappa…

171. pppp. della lettera:
Son io, questa. volta, che parto. T’amo. Ma il povero morto che è con me nel tuo cuore mi agghiaccia. Perdonami.
George.

172. pp. Wanda lascia cadere la lettera: si guarda intorno trasognata… Poi balza in piedi… — Quadro grande — Si avventa alla porta; la spalanca…

173. Mentre ella appare nel corridoio dell’albergo, dalla porta della sua stanza, in abito da sera, pronto per scendere alla table d’hôte, rotondo, sereno, sorridente come sempre, esce Sammy. « George? ! » ella gli grida, pp. Sammy ignora completamente: si stringe nelle spalle: «Mah… Non era con voi?…». Wanda, agitando nella mano increspata la lettera di George, la tende a Sammy.

174. Un treno che corre, nell’ombra della sera.

175. Sorretta da Sammy. che, preoccupato, sgomento, tenta invano di confortarla, Wanda rientra nel salotto e, disperatamente singhiozzando, si getta sul sofà. pp. Sul corpo squassato da quella bufera di dolore, Sammy si piega, commosso e premuroso, grattandosi — come sempre nei momenti più critici — la punta del naso…

176. Il treno corre, nella notte. Diaframma.

FINE DELLA PARTE IV

EPILOGO

177. Dinanzi l’ingresso al tabarin, luminoso nella notte, passa George, tutto chiuso nel paltò e nella sua tristezza. Si sofferma, un attimo, come incerto se entrare. Prosegue. E si incrocia con Violette, che sì dirige al Tabarin, ma che egli non vede. Lo ravvisa, ella ; si ferma ; torna indietro ; gli posa una mano sul braccio. George si arresta, la guarda. Tutta gaia, Violette gli sorride :
« Finalmente ti si rivede ! Dove sei stato tutto questo tempo?..»
pp. George sorride a sua volta — del suo sorriso triste. E Violette :
« Ti ho tanto pensato… Ti ho sempre pensato…».
pp. E i suoi occhi sono umidi di tenerezza. George la guarda : da prima trasognato — poi, inarcando il monocolo, con un vivo interesse. Diaframma.

178. Diaframma. pp. Il campo rotondo come la sagoma del monocolo. Anche guardata a traverso il monocolo che legge nell’anima della gente, l’espressione di tenerezza che illumina gli occhi della cocottina si conserva immutata. Diaframma.

Ma ciò che sì reclama, spesso non si ama…

179. pp. George ha visto. Sorride a Violette, ma riprende la sua strada… pp. …lasciandola lì, tutta triste, nella via, nella notte… Diaframma.

180. Diaframma. George viene alla porta del suo villino. Apre, entra. La porta si rinchiude su lui.

181. Eccolo sulla soglia del salotto ch’è immerso nell’ombra. Gira il commutatore della lampada. Si toglie, stancamente, il paltò: è in abito da sera. Rimane un momento in mezzo alla stanza, pensoso ; si passa una mano sulla fronte, come a portarne via la sua grande tristezza. Ma l’onda del suo dolore inconsolabile gli urge dentro. Egli si getta bocconi sul sofà — come Wanda quella sera — ed affonda la faccia nei cuscini.

l82. Nella strada buia traluce la finestra del salotto di George, a rez-de-chaussée. Verso essa, uscendo dall’ombra, si avanza un’ombra… È Wanda, tutta chiusa in un mantello oscuro.

183. Piegato sotto il peso del suo dolore, con negli occhi l’angoscia del suo tormento intollerabile, George viene ora al piccolo tavolo. Siede. Estrae dal cassetto una rivoltella, pppp. La sua mano si leva a puntar l’arma sul cuore, pp. Improvvisamente, egli trasale i suoi occhi si volgono alla finestra…

184. pppp. La mano di Wanda picchia lievemente, con le nocche, sui vetri.

185. George si leva — depone l’arma — va, rapido, alla finestra.

186. pp. La sua ombra appare dietro i vetri di essa. Verso quell’ombra leva Wanda la faccia dolorosa. George l’ha ravvisata. Si stacca vivamente dalla finestra — scompare.
Panoramica che accompagna Wanda trascinantesi alla porta, la quale un momento dopo si spalanca. George e sulla soglia : egli apre a Wanda le braccia, nelle quali ella si lascia cadere ; la trae nella casa…

187. Tenendola stretta tra le braccia come una bimba, l’accompagna al sofà, nel quale ella si abbandona, disfatta. Gli occhi negli occhi, si guardano perdutamente. George cade in ginocchio. Si stringono: una stretta frenetica. Diaframma.

Mattutino.

188. Nel sole che inonda la stanza, allacciati, — Wanda in accappatoio, i capelli sommariamente attorti, George in pigiama, vanno alla finestra, pp. Si guardano negli occhi, teneramente, appassionatamente…

Ma il suo cattivo demone…

pp. Ecco — George è riassalito dal suo cattivo demone — il Dubbio. Si fa torbido : guarda fissamente, come per scrutarle l’anima, Wanda. E fa per inarcare il monocolo. Ma si rattiene… Una breve violenta lotta interiore. Infine, con un gesto deciso, egli getta il monocolo nella via.

189. pppp. Il monocolo, cadendo sul selciato, si spezza in due.
pp. Lì, sotto la finestra, sul margine del marciapiedi, due fanciulli, due figli della strada, giuocavano. Al rumore del monocolo che cadendo si è spezzato, essi si volgono, scorgono a terra qualcosa che luccica, e corrono a raccogliere i due pezzi di cristallo.

190. pp. Gli occhi raggianti di felicità, Wanda è tra le braccia di George che, rasserenato, piega la bocca, avidamente, sulla bocca di lei…

191. pp. Nella via i due monelli hanno ciascuno in mano un pezzo del monocolo, guardando attraverso il quale le forme e le anime si rivelano tali quali veramente sono, senza il velame dell’illusione e dell’ipocrisia. Ed essi guardano, attraverso i due frantumi, verso…

192. pp. una bella signora che avanza nella via. Diaframma.

193. Diaframma. pp. Il campo tagliato secondo la sagoma di uno dei due pezzi del monocolo. Visto attraverso quel frantumo di cristallo, il volto della bella signora si muta, per dissolvenza, nel volto di Medusa anguicrinita.

La sapienza di quelli che non sanno…

194. pp. I due fanciulli guardano, sempre, a traverso i due frantumi. Poi, sgomenti, li gettano via. E ritti sul margine del marciapiedi, l’uno accanto all’altro, rimangono a guardare, sorridendo di compiacimento, la signora, il cui volto ha riassunte le sue belle linee, e che passa ora dinanzi a loro. Diaframma.

FINE

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