
« … gli attori non recitavano mai una frase che fosse coerente all’azione. Bastava che muovessero le labbra per fare vedere che parlavano. Mi ricordo di una bella scena d’amore tra non rammento più che attore e la Costamagna, forse la prima stella del firmamento sorgente allora. Lui in ginocchio, di fronte a lei, coi gesti dimostrava la più grande passione. Lei lo respingeva disdegnosa. Ecco il dialogo:
Lui (comprimendosi il cuore con le due mani): Ah, che male di stomaco. Bisogna che cambi trattoria. Quell’oste e un vero avvelenatore.
Lei (tendendo le mani come per respingerlo): Adesso sto fresca. Ho sentito che mi si è sganciata la sottana… non oso voltarmi.
Lui (sempre più appassionato): Se vuoi sospendiamo e ti fai puntare uno spillo…
Lei (ancor più disdegnosa): Non fa niente, ora è finita. Chiama la sarta.
Lui (in un ultimo urlo d’amore):
Carolina, Carolinaa! La Costamagna perde la sottanaaa!
E il pubblico poi, a teatro, piangeva per tanto amore infelice.
Ma poi si dovette cominciare a recitare sul serio, in seguito a questo fatto:
Lavorava, allora, a Torino, all’Itala Film un simpaticissimo attore francese, un certo Vardannes, caratterista di valore che, in una certa pellicola di costume medioevale, doveva rappresentare la parte di un ispirato predicatore delle crociate. La scena avveniva nella navata di una cattedrale, ampia, solenne. I cavalieri crociati in ginocchio vedono passare il santo sacerdote: Vardannes. Egli, col capo coperto da una parrucca a lunga chioma incede solenne, sale sul pergamo e con aria ispirata comincia la sua invocazione:
— Quel figlio d’un cane di Larousse (un altro attore francese della stessa compagnia) ieri sera mi ha sbancato all’ecarté. Adesso devo chieder un anticipo all’ingegnere Sciamengo. Poi voglio la rivincita. E. tu, Del Ponte, verrai ad assistere a questa partita. Mi è arrivato il vino nuovo. Sentirete che roba e mia moglie vi farà una zuppa inglese da leccarsi le dita…
E via di questo passo, anche un po’ peggio, perché il buon Vardannes amava i discorsi grassocci.
Senonché, pochi giorni dopo, scoppiò un piccolo scandalo. La pellicola fu proiettata in un teatro torinese, dove furono condotti ad assistervi — trattandosi dì soggetto storico e morale — i ragazzi sordo-muti, i quali, abilissimi a leggere le parole del movimento delle labbra, scoppiarono, con grande meraviglia del resto del pubblico, in una risata.
Inutile dire che Vardannes fu pregato di attenersi, nelle sue parlate, al carattere della scena in via di rappresentazione.»
Quello di Hollywood
(Cinema Illustrazione, 15 ottobre 1930)
Congratulazioni a Jean Dujardin, protagonista di The Artist, per il premio al Festival de Cannes. Grazie a Pedro Almodovar per aver dichiarato che avrebbe voluto girare muto ed in bianco e nero La piel que habito, anche questo premiato a Cannes. Chi lo sa, magari siamo in pieno “rinascimento”… del cinema muto, naturalmente.