Il processo Cuocolo 1911

L'arrivo a Viterbo
L'arrivo a Viterbo di Erricone

Gennaio 1911. La partenza da Napoli per Viterbo dei quaranta camorristi del processo Cuocolo.

Dopo quattro anni e mezzo dal 6 giugno 1906 — dal giorno in cui Gennaro Cuocolo e la moglie sua Maria Cutinelli, a poche ore l’uno dall’altro, cadevano assassinati per mano dei soci della potentissima camorra; dopo quattro anni e mezzo, e dopo vicende inenarrabili di istruttoria, con complicatissimi conflitti fra la pubblica sicurezza propriamente detta ed il corpo dei reali carabinieri, è finalmente venuta l’ora del dibattimento per i quarantuno imputati, alla testa dei quali sta Enrico Aliano, il celebre Erricone. Il processo deve svolgersi davanti alle Assise di Viterbo, essendo stato sottratto a quelle di Napoli per legittima suspicione. Per ciò il 7 gennaio, nel mattino, fra la commozione di tutto il popolino, e l’affollarsi attorno al carcere di Sant’ Efremo delle mogli e degli amici e consoci di tutta l’Onorata Società, ha avuto luogo, fra grande apparato di forza, la partenza di 19 degli arrestati, mentre altri dodici partivano dal carcere di San Francesco, e altri dieci, detenuti in altre diverse carceri, partivano rispettivamente per altre linee. La scena della partenza dal carcere di Sant’Efremo fu pittoresca e drammatica. Il famoso Erricone, appena messo il piede fuori dal cancello, sorrise, si guardò attorno, poi volgendosi ad un gruppo di funzionari, gridò: « Avete prima cominciato voi, poi hanno continuato i carabinieri. Avete assassinato noi che siamo degli innocenti e dei gentiluomini. Ma l’ora della giustizia è arrivata; i giudici popolari di Viterbo faranno la nostra vendetta e l’Italia si sarà coperta di vergogna di fronte al mondo ».

Erricone ed i suoi compagni non hanno abbandonato mai questo altezzoso atteggiamento audace di vittime innocenti, e la sera del 7, arrivando a Viterbo e vedendo grande folla alla Stazione ad attendere il loro arrivo, Erricone fu sollecito a gridare: « Saluto questa nobile e generosa popolazione !… »
E a Napoli, nel momento di salire nel treno, avendo scorto un reporter fotografo che appuntava la macchina su di lui circondato dai carabinieri, il famoso pregiudicato gli lanciò uno sguardo feroce, dicendo: «Hai ragione che ho i ferri, altrimenti ti farei vedere io la fotografia!» Ma l’obbietivo scattò egualmente ed Erricone rimase fotografato!…

Su questo processo ho già raccontato in altro post, ma non ho trovato nessun “dal vero” in Italia o all’estero sulla partenza da Napoli e l’arrivo a Viterbo.

L’unico documento filmato è il n. 4 di La rivista cinematografica d’Italia, produzione A. M. Cristoffanini di Genova 1912: “Torre del Greco: Il sopraluogo delle Assisi di Viterbo a Cupa Calastro, dove cadde ucciso Gennaro Cuocolo. Gli imputati e la corte si avviano a Cupa Calastro. Il luogo in cui venne trovato il cadavere di Cuocolo. La famosa trattoria di Mimì a Mare.” (descrizione da La vita cinematografica, Torino 15 febbraio 1912).