Maciste contro lo Sceicco Pittaluga Film 1926

Brochure originale del film Archivio In Penombra

Questo grandioso lavoro di superproduzione edito dalla Pittaluga Film nello scorso anno e già incluso nel programma della scorsa stagione, solo quest’anno verrà presentato in Italia perché il numero dei lavori che erano da porre a giudizio l’anno scorso era molto grande.

Noi, di Maciste contro lo Sceicco abbiamo già avuto occasione di parlare più di una volta. Avvicinandosi ora l’epoca della sua programmazione, crediamo opportuno ritornare sul già detto per meglio illustrare l’effettivo valore del film.

Soggetto romantico a sfondo avventuroso, Maciste contro lo Sceicco è stato ideato e realizzato per lo schermo da Mario Camerini con un complesso di artisti fiancheggiatori di Maciste veramente omogeneo e superiore. La trama finemente delicata e sentimentale a tratti, ha poi momenti di drammaticità impetuosa, superati tutti con spigliatezza grandissima, denotante la completa padronanza del ruolo in ciascun interprete.

Anche in questo lavoro Bartolomeo Pagano, il popolarissimo Maciste, ci si presenta sotto l’aspetto del gigante buono, protettore degli umili, amico dei giusti.

La vicenda che Mario Camerini ha ideato per lui ne fa un personaggio che la mente non dimenticherà e che la fantasia di volta in volta evocando rivedrà con spiccata simpatia.

Buona collaboratrice nella realizzazione di un lavoro fine e anche tra le più drammatiche necessità del soggetto però, bisogna riconoscere ed additare, è stata per lui una già molto favorevolmente nota attrice benché ancor giovane e della quale ci siamo già occupati lo scorso anno: Cecyl Tryan.

L’interpretazione che Cecyl Tryan dà del personaggio affidato alle sue cure è così bella e piena di realismo da farcelo balzar vivo dinanzi nello svolgersi della vicenda. Cecyl Tryan è artista dalla grande anima e per la romantica figura della protagonista di questo film non ha lesinato in doni. Sarà quindi, questa cui ella va incontro, una sua nuova affermazione, dopo le molte riportate negli scorsi anni con films girati a Roma, a Firenze ed in altre città italiane.

E non sorprenda il fatto di insistere di più sulla illustrazione delle qualità artistiche della giovane prima attrice di questo lavoro in luogo di quelle del protagonista: Maciste. Ma chi non conosce ancora, oggi, Maciste? La sua gigantesca figura, l’erculea forza di cui è dotato unita alla straordinaria elasticità dei suoi movimenti ne hanno fatto l’uomo più interessante presso le folle, cui egli, come dicemmo, sempre e soltanto ispira fiducia e simpatia subitanea per la semplicità delle sue maniere.

Ma, stranezza del caso, tanto l’una che l’altro di questi attori sono di quelli che al grande e continuato parlare tengono poco. Sono entrambi, si potrebbe dire, dei solitari che soltanto amano e vivono per la loro arte. E per evitarsi le noie della loro popolarità si rifugiano lontano dalle città, dove la vita ferve con un ritmo che li annienterebbe certo invece di loro giovare; si rifugiano nei luoghi solatii per continuare l’esistenza in un ritmo di semplicità massima, per non rendere cattivo, a contatto con il mondo — direbbe un cercatore di paragoni — il loro animo quasi romantico in pieno secolo ventesimo.

Non ci è qui concesso però di riandare sulla esistenza quieta di Cecyl Tryan in quel di Caserta quando non lavora e del buon Maciste a Sant’Ilario. Parleremo in un prossimo articolo della serena pace provinciale in cui trascorrono i loro ozi. Oggi invece torniamo sul valore della loro nuova fatica prossima al giudizio del pubblico per meglio dar conto ai lettori della importanza di questo film.

Maciste contro lo Sceicco è stato girato in parte nel teatro di posa della Pittaluga a Madonna di Campagna e in parte in Africa, cioè nei luoghi dove molte scene del film si svolgono. Poichè come altra volta già abbiamo accennato, Maciste contro lo Sceicco non è lavoro unicamente avventuroso. La trama ha un idilliaco inizio in un castello della nostra Italia verso il 1860 ed è solo per un susseguirsi di drammatiche vicende che essa si sposta a poco a poco e si orienta verso il mare prima e più tardi verso la terra d’Africa.

La caratteristica vita dell’arabo ha in questo film un posto molto importante. Nello svolgersi della trama, noi assistiamo a cavalcate pittoresche, a consuetudini milennarie che si rinnovano, a fantasmagoriche sarabande guerresche, a fughe movimentate attraverso il deserto e le oasi misteriose, oltre che alla presentazione dell’ambiente arabo famigliare. Diletto ed istruzione insieme quindi. Ed infatti, questo film che all’estero è pressoché completamente venduto, anche sotto questo aspetto non mancherà di molto interessare. A fianco di Maciste e e di Cecyl Tryan troviamo in Maciste contro lo Sceicco un gruppo di attori molto noti e più che popolari presso le nostre platee per i films già interpretati presso la Pittaluga-Film in questo ultimo volger di tempi. Primo fra tutti Franz Sala, il severo e sobrio attore che ha preso parte a Maciste all’Inferno, Maciste nella gabbia dei leoni per non citare che i più recenti suoi lavori e lasciando da parte quello grandioso di imminente programmazione: Beatrice Cenci, nel quale egli ha un importantissimo ruolo. Vengono poi Rita d’Harcourt, Alex Bernard, Lido Manetti, il Mikailoff e il Grandi, tutti bravi e perfettamente a posto nei proprii ruoli senza distinzione di importanza.

Ai cinematografisti ora, dopo la nostra parola, il dimostrare che Maciste, coi suoi films, sa conquistare tutte le platee del mondo.

Torino, Dicembre 1926

Ritrovato, restaurato e presentato nel corso della XVII Mostra Internazionale del Cinema Libero, Bologna 5-22 dicembre 1988, edizione stabilita a partire da una copia positiva infiammabile 35mm, sonorizzata, del 1941, detenuta dalla Cineteca di Bologna e da un esemplare 16mm sonorizzato ma mancante di colonna sonora, cortesemente prestato da Camillo Moscati, stampata presso l’Istituto Luce nel novembre 1988.

L’accordo Pittaluga-Fert

Con atto costitutivo in data 3 febbraio 1921 a rogito Giuliani si è costituita in Roma la Società Anonima FERT col capitale di 5.000.000 di lire diviso in 50.000 azioni di L. 100 caduna.

Con assemblea straordinaria degli azionisti in data 24 dello scorso mese è stato deliberato il trasferimento della Sede in Torino nominandosi il Gonsiglio di Amministrazione nelle persone dei Sigg.: Comm. Ernesto Ovazza, Presidente — Comm. Carlo Olivieri, Vice Presidente — Fiori Rag. Enrico Consigliere delegato — Sacerdote avv. Vittorio, Consigliere Segretario del Consiglio — Stefano Pittaluga Consigliere — Francolini cav. uff. rag. Emilio, Consigliere — Tovini on. Livio, Consigliere Artom Vittorio, Consigliere — Levi Isaia. consigliere.

Ed a Sindaci Sigg.: Foligno comm. avv. Alfredo, Citti prof. Vincenzo, Palma rag. cav. Ernesto.

La Società ha per oggetto la fabbricazione e la vendita delle pellicole cinematografiche nei suoi due stabilimenti in Roma, Via Nomentana 297 ed in Torino, Madonna di Campagna sotto sotto la denominazione sociale artistica di FERT.

Questo nome si è imposto sia in Italia sia all’estero nell’unanime consenso di ammirazione e stima; essendo finalità dei promotori della Società di portare l’organizzazione della produzione alle forme più perfette dell’arte muta, con l’ausilio dei suoi migliori collaboratori, cointeressati ed amici.

Il breve comunicato che pubblichiamo ci apprende che la Fert, che significava prima semplicemente Fiori Enrico Roma Torino, è diventata una società anonima col capitale di vari milioni.

L’atto costitutivo è in data 3 febbraio, ma la società è stata in effetti perfezionata solo il giorno 24 u. s., quando la Società Anonima Pittaluga è entrata nella combinazione.

La storia della combinazione Fert U. C. I. cominciava ad essere lunghissima e le discussioni in proposito, disparate e strampalate avevano generate voci che noi ci siamo sempre ben guardati dal raccogliere.

Fatto sta che, anche a costo di dispiacere a moltissimi, noi sostenemmo e sosteniamo che fra la Fert e l’U. C. I. non poteve esserci nessun accordo, prima per il carattere degli uomini dei due organismi, e poi perché si sarebbe distrutto senz’altro ogni seria concorrenza all’Unione. Allo stesso Fiori non abbiamo mancato di dire francamente il nostro parere quando sembrò che egli propendesse per un accordo completo con l’Unione Cinematografica Italiana.

Dalle notizie che ci pervengono dall’Estero e dalle ordinazioni che arrivano alle case di vendita, termometri infallibili della situazione, si vede chiaro che l’industria cinematografica in Italia può esser fatta oggi solamente da un grande e forte organismo o da piccole e perfette organizzazioni capaci di produrre dei capolavori.

L’Unione Cinematografica italiana è senza dubbio il massimo organismo industriale dell’Italia cinematografica, e la Fert, così com’è composta, può a a buon diritto esser ritenuta come una Casa degna di tutta la fiducia, benché fino ad oggi si siano veduti solo tre films di sua fabbricazione.

Noi ci auguriamo che la Società Fert e la U. C. I. riescano a vivere e prosperare tranquillamente senza darsi fastidio, cercando soltanto di emularsi e superarsi lealmente nella qualità della produzione, perché l’industria italiana ha bisogno di pace e di lavoro e non di lotte sterili che traggono origine da rancori di persone.

La presenza di Stefano Pittaluga nella Fert ci rassicura sulla consistenza delle nostre buone speranze. Egli è un elemento moderatore e conciliatore e la sua formidabile attività cerebrale gli permette di risolvere in pochi minuti anche i più complicati intrichi determinatisi per astii annosi. Egli si trova egregiamente a posto con l’U. C. I. perché ha con essa affari per varie decine di milioni; benissimo con la Cito Cinema alla quale ha reso il segnalato servizio di comprarle una produzione non troppo facilmente collocabile; ottimamente a posto con la Fert di cui è diventato Consigliere, e certo con attribuzioni ufficiose se non ufficiali, molto più importanti di quanto possa supporsi.

Il raccordo di tante attività, sparse e spesso combattentesi, è — bisogna riconoscerlo — opera del Pittaluga. Dalla famosa sua « calata » a Roma sono trascorsi appena tre mesi: e in poco meno di cento giorni è riuscito a smussare angoli che sembravano tagliati nel diamante, a concludere eccellenti affari ed a trarre la cinematografia romana fuori dal pettegoluzzume avviandola sulla via del lavoro proficuo.

Oggi dunque la situazione è questa: La Fert divenuta Società Anonima si trasferisce da Roma a Torino. I locali torinesi di Fiori sono passati alla Società Anonima Pittaluga, che ha concluso un accordo con la Società Orlandini mediante il quale quest’ultima cede alla Pittaluga i suoi locali e rinunzia ad esercitare il noleggio limitandosi solo alla compra-vendita pellicole. Nei locali ex Fert in via Depretis 44 si trasferisce la Sede romana della Pittaluga, diretta da Gaetano e Felice Scalzaferri, e nei locali della ex. Scalzaferri, a Via Palermo 3, s’insedierà una nuova associazione cinematografica importantissima, di chi però non possiamo parlare oggi dettagliatamente.

Unico punto ancora oscuro: l’Estero. Dove e a chi venderanno per l’Estero la Fert, la Rodolfi e le altre organizzazionì in cui è entrato Pittaluga? Alla Cito, al Sindacato Internazionale, alla Unione? Non abbiamo potuto assumere al riguardo informazioni precise, perché Enrico Fiori si è squagliato e Stefano Pittaluga con la sua bella franchezza ci ha detto… che non voleva dirci niente. Una sola cosa, ha concluso, posso assicurarvi èd è questa: Sono e resto principalmente noleggiatore ed esercente di locali. Entrando in organizzazioni di produzione la mia Società fa i suoi interessi di noleggiatrice ed esercente. Niente lotte e niente rivalità: noi non vogliamo che lavorare, non perder tempo in polemiche. E quando meno si chiacchiera e più si fa, maggiore è il profitto per tutti coloro che vivono di cinematografia.

Speriamo dunque che le chiacchiere siano una buona volta finite e che il cemento Pittaluga impedisca nuove disgregazioni e nuove lotte, contro i fautori delle quali, è bene dichiararlo, combatteremmo, con tutte le nostre forze, di qualunque parte essi fossero.

dal Kines

Sintomi di ripresa

Teatro di posa dell'Ex Itala Films S. A. Stefano Pittaluga
Torino, teatro di posa dell’Ex Itala Films S. A. Stefano Pittaluga

Torino, 27 Novembre 1926

Nel dare ampio resoconto, qualche mese fa, degli accordi intervenuti fra la Soc. Anom. Pittaluga, la U.C.I. (Unione Cinematografica Italiana), la Leoni Films e qualche altra azienda a queste ultime accodata, dicevamo come la crisi poteva considerarsi giunta alla sua fase risolutiva, e di conseguenza era lecito sperare in quella rinascita per la quale ci battemmo instancabilmente per degli anni. Ma soggiungevo, anche, che la ripresa lavorativa non doveva aspettarsi con la fulmineità di un colpo di bacchetta magica, ma dopo un congruo periodo preparativo e un intenso lavorio di accordi e di organizzazione.

Gli affidamenti avuti dal comm. Stefano Pittaluga sugli effetti pratici ed a breve scadenza, della grande combinazione conclusa dalla sua Società, ci avevano quasi persuasi della ferma volontà dell’audace industriale ligure di dar mano al più presto possibile a quell’opera di rivalutazione che da anni inutilmente avevamo sperato da altri: ma nello stesso tempo ci rendevamo conto delle gravissime difficoltà da superare e del formidabile lavorio occorrente per approntare ogni cosa prima di poter dare il marche!

In questi giorni, mentre da tutte le parti ci si chiedono notizie sulla tanto dibattuta rinascita, abbiamo voluto assumere dirette informazioni per poter calmare l’impazienza di molti, e siamo ben lieti di poter rendere conto dell’esito di questo lavorio d’indagini, che è tale da confortarci nelle più rosee speranze, e permetterci di infondere questa nostra illimitata fiducia a tutti coloro che, non meno di noi, vivono da anni nella più ansiosa attesa di una rivincita delle sofferenze patite e delle umiliazioni subite.

Lo stabilimento della Pittaluga Film di Corso Lombardia, attrezzato come abbino occasione di dire a più riprese alla pari, se non meglio dei maggiori atelier dell’estero. e quindi in grado, quandochesia, di poter ospitare parecchie troupes, per una lavorazione intensiva e continuata, venne dotato in questi ultimi tempi, di un terzo motore-generatore, di ben millecinquecento ampères, sicché lo stabilimento potrà disporre di una potenzialità da sei a otto mila ampères di luce continuata, di guisa che non vi saranno più preoccupazioni di sorta per i capricci della brutta stagione.

La Cines e la Palatino di Roma, che non sono in grado di poter essere utilizzate immediatamente, saranno approntate con ogni sollecitudine: a tale scopo venne incaricato il Conte B. Negroni perché si rechi sul posto onde inventariare il materiale esistente e proporre tutte le misure accorrenti per un ripristino sollecito della loro potenzialità lavorativa.

Mentre tutto ciò avviene con sollecita cura, il comm. Pittaluga attende alle trattative per la conclusione di accordi con l’Estero onde assicurare alla nostra futura produzione largo sbocco sui diversi mercati.

Sappiamo che in questi passati giorni avvennero abboccamenti con Mr. Rowlant, Direttore Generale del ramo produzione della First National di New York; con Mr. Wober, Direttore Generale per l’Europa della Paramount; con il sig. Bausbach, Direttore Generale della UFA di Berlino e rappresentante in essa della Deutsche Bank; e col signor Wacher, anch’egli funzionario della UFA, i quali, dopo aver visitato gli stabilimenti e visionata la più recente produzione fatta, e gettate le basi di possibili accordi duraturi e convenienti, sono ritornati alle loro Sedi per riferire, e quindi è da attendersi da un momento all’altro la notizia della conclusione di queste intese.

Come si vede, tutto lascia a sperare più di quanto forse era lecito attendersi e ci riserbiamo di dare notizie più particolareggiate ed esatte a breve scadenza di tempo.

Nei primissimi mesi del venturo anno i nostri stabilimenti saranno in piena efficienza e potremo, finalmente, ammirare sui nostri schermi la nuova produzione italiana che dovrà sostituire, gradualmente, quella americana che finora ci aveva soffocati.

È intenzione della Soc. Pittaluga di indire due concorsi simultaneamente: uno per la ricerca di attori e attrici da lanciare, l’altro per la ricerca di soggetti, con premi vistosissimi e tali da invogliare gli scrittori nostri a dedicarsi con tutto ardore alla bisogna.

Concorsi — è inutile insistere — fatti con la massima serietà, e dai quali è lecito ripromettersi i migliori risultati.

La Pittaluga non solo organizza la produzione e conta di portarla rapidamente al massimo rendimento; ma procede ad intese con i migliori direttori nostri e con altre Ditte produttrici; sicché la Lombardo Film di Napoli ha già approntati due suoi films: Napoli è una canzone, con Leda Gys, ed un altra protagonista Anna Fougez; Genina ha già quasi portato a termine Addio Giovinezza; l’Alba Film, con protagonista Italia Almirante Manzini, ha eseguito La bellezza del mondo; Amleto Palermi, con elementi italiani ed esteri, sta inscenando Florette e Patapon, a Berlino; Carmine Gallone, con protagonista la moglie , signora Soava, eseguirà a Londra e a Parigi La donna che scherzava con l’amore; Gennaro Righelli, protagonista Maria Jacobini, sta per portare a termine a Berlino, Vergine ribelle; ed infine, nello stabilimento della Pittaluga Film di Torino, il prof. Domenico Gaido e Giulio Lombardozzi attendono alacremente alla realizzazione di una grande pellicola patriottica: I Martiri d’Italia.

Tutta questa produzione sarà lanciata sui nostri schermi al più presto, unitamente agli altri due films recentemente ultimati: Beatrice Cenci, inscenatore Negroni e protagonista Maria Jacobini, e Il Gigante delle Dolomiti, inscenatore Guido Brignone con interprete principale Bartolomeo Pagano (Maciste).

Maggior dimostrazione del fervore di opere che regna già nel nostro campo, non si potrebbe dare, mentre si delinea all’orizzonte un più vasto cerchio di luce che dovrà fugare al più presto ogni nube di dubbiezza e di esitazione.

Parallelamente a quanto fa la Soc. Pittaluga, altre iniziative si svolgono e si organizzano, e tutto lascia sperare nella sollecita realizzazione di ogni nostro voto per le future fortune della cinematografia italiana.

(Immagine e testo archivio in penombra)