El moroso de la nona 1927

El moroso de la nona Ars Italica Film 1927

Sbaglia enormemente chi asserisce che la produzione teatrale perda nella sua efficacia attraverso lo schermo. Il destino di ogni buon lavoro teatrale è invece quello di essere eternato nel film, quasi a premio della sua bontà. Ne abbiamo ogni giorno la prova.
Il primo e il più grande vantaggio che la commedia acquista nella riduzione cinematografica, è quello di essere meglio compresa da ogni classe di persone. All’occhio che guarda nulla sfugge, e l’interpretazione degli artisti nel film indubbiamente più vera, meno convenzionale e dieci volte più efficace in forza e potenza.
G. Orlando Vassallo per la riduzione artistica, Arturo Gallea nella realizzazione tecnica, fusi in un solo intento e animati dall’entusiasmo hanno con questo film raggiunto effetti di rara potenza in modo che l’opera d’arte è riuscita vivida e agile dalle loro mani.
La scelta dei tipi è stata curata scrupolosamente, e per la prima volta Venezia si presenta sullo schermo in quadri meravigliosi, animati dalla vita dei suoi abitanti, sia nel mistero silenzioso dei suoi canali, nell’armonia dei suoi ponti, nella poesia delle sue calli, nella maestà della sua laguna, nel fasto dei suoi palazzi.
Ma non Venezia sola, regina incontrastata e gloriosa dell’Adriatico, partecipa alla vita del film, ma anche Chioggia, la caratteristica città, che tanto le somiglia, culla dei migliori pescatori del mondo, che annida nei suoi tre grandi canali, una flotta di seimila bragozzi dalla forma bizantina, che vanno e vengono sul mare, apportando dovizie incalcolabili di pescagione.
A Chioggia si svolgono le scene che i protagonisti del film hanno vissuto nel passato, in un’epoca ormai lontana ma indimenticabile, allorché l’oppressione nemica, rendeva lieto il nome santo della Patria.
Nei primi atti è la vita dei gondolieri veneziani, le ansie e i dolori di una famiglia di questi modesti lavoratori, caratteristici, onesti, orgogliosi della loro professione, generosi e pronti a ogni sacrificio, difensori della loro antica tradizione.
Nell’ultimo atto del film, il dramma del passato rivive nella scena magistrale dei due vecchi innamorati: che riconosciutisi, rievocano le gioie e i dolori che non furono mai dimenticati. Intanto sul Canal Grande di Venezia in occasione della festa del Redentore sfilano, fra due ali di folla le bissone storiche, e si corre la gara dei gondolieri.

Febbraio 1927. L’Ars-Italica-Films ha ultimato El moroso de la nona. Il più brillante successo arriderà certo a questo lavoro, che, infatti, è stato immediatamente venduto.

Marzo 1927. Ditta Rag. Virginia Casetta. Sotto questa ragione è sorta a Torino, con sede in Via Santa Maria 6, una nuova Agenzia di noleggio films per il Piemonte e la Liguria. La titolare della Ditta, assai nota nel campo cinematografico della regione, essendo stata procuratrice della ex-Latina- Ars, ha tratto profitto dalla sua esperienza, e, guidata dalla sua oculatezza, si è assicurato un repertorio di films pienamente rispondente alle esigenze odierne dei cinematografi ed in armonia con i gusti sempre più difficili del pubblico. Perciò nella scelta dei lavori, oltre che ad un fine intuito artistico, essa si è informata ad uno spirito largamente eclettico, per cui, accanto a film teatrali ed imponenti, possiamo trovare lavori brillanti, pellicole d’avventure, nonché comiche esilaranti.
Infatti, dal lungo elenco che pubblichiamo in altra parte del giornale, rileviamo innanzitutto il film italianissimo El moroso de la nona, una squisita realizzazione dell’omonima popolare commedia veneziana di Giacinto Gallina. Di questo film, diretto con la massima cura artistica e tecnica da Orlando Vasallo e Arturo Gallea, ed interpretato da un ottimo complesso artistico, deve tener conto ogni esercente italiano, perché esso risponde completamente a tutti i requisiti del recentissimo Decreto, circa i films italiani da proiettare secondo le norme del contingentamento.

El moroso de la nona 1927

Aprile 1927. Il Governo ha preso posizione decisa nei confronti della Cinematografia italiana, prescrivendo che per ogni dieci films estere programmate nei locali di prima visione se ne debba programmare una italiana.
Ciò rappresenta una difficoltà non facilmente sormontatile, dato che i locali di primo passaggio che si possono in media calcolare nella quantità di otto, richiedono un minimo di cinquanta films italiane all’anno. A tutt’oggi le Società di produzione italiane non sono in grado — o se lo sono non ne hanno alcuna intenzione — di produrre il fabbisogno sopra specificato. Ne consegue che, mentre il Governo si propone con questa disposizione di dare una spinta decisiva alla rinascita dell’Industria, fatalmente otterrà soltanto che vengano rimesse in circolazione opportunamente mascherate e sotto una nuova fede di nascita, quelle stesse films che da varii anni ammuffiscono nei magazzini cinematografici delle grandi Società. E ciò è inevitabile, poiché l’obbligo categorico di programmare films italiane costringerà l’esercente ad accettare ciò che gli verrà offerto e, di conseguenza, il pubblico sarà talmente disgustato da non intervenire più alla visione delle films nazionali e l’Industria avrà il tracollo decisivo, materiale e morale.

Genova, Luglio 1927. “Quel paese” (Cinema all’aperto) Con un’audacia veramente degna di encomio, l’Associazione Ligure Giornalisti ha voluto ingaggiare una gara con il carezzevole frescare della riva del mare e con l’allettante sfolgorio delle rotonde degli stabilimenti balneari, offrendo un nuovo svago estivo al buon pubblico genovese. Ed ha impiantato, nel bel mezzo di piazza Francia, un teatro all’aperto, per spettacoli di cinematografo e varietà.
Il teatro è capace di quattromila posti; c’è da augurarsi che quattromila persone ogni sera, in queste luminose serate di luglio, disertino i tradizionali svaghi marini, per affollare le ospitali panche di “Quel Paese”.
El moroso de la nona, film italiano dell’Ars-Italica-Film ha iniziato la serie di spettacoli.
Un susseguirsi di vedute mostra, a chi non le conoscesse, le bellezze della laguna veneziana, con i suoi marmi, con i suoi trafori gotici, con le sue gondole, e poi San Marco e i colombi e il Ponte dei Sospiri, ecc., ecc.
Su questo sfondo e su quello del porticciolo di Chioggia si svolge l’azione, tratta dalla nota commedia veneziana di Giacinto Gallina.
Il soggetto, secondo noi, è poco cinematografico: nella realizzazione però, si alternano scene che, sebbene non eccessivamente originali, non mancano di una certa grazia.
Del resto il film è di poche pretese, ma ci è parso migliore di certi lavori che ci giungono d’oltralpe e d’oltre Atlantico e che vanno per la maggiore.

Trieste, 15 Novembre 1927. L’Ars Italica ha presentato, in una riduzione cinematografica, la deliziosa commedia di Gallina: El moroso de la nona. Le visioni suggestive di Venezia e Chioggia, la squisita interpretazione di Lia Maris, del Van Riel, del Visca, del Talamo, del Viotti e degli altri tutti hanno avvinto gli spettatori ed il successo è stato grande ed immediato. Da lodare la realizzazione e la fotografia sempre nitida.

Firenze, 22 Novembre 1927. Alla proiezione di questo film italianissimo, riduzione accurata e perfetta della bella commedia di Giacinto Gallina, è accorso ieri sera il pubblico eletto Fiorentino, che ha preso addirittura d’assalto il bel locale Sala Edison dell’impresa Florenzio Minuti e C. completamente rimodernato e rinnovato, oggi uno dei ritrovi preferiti e più frequentati della città. La réclame fatta dall’impresa in occasione della proiezione di questo film non è stata davvero inutile, perché maggior concorso non si poteva prevedere, ma non è stata neppure delusa l’attesa del pubblico, che è rimasto soddisfatto ed ammirato dello spettacolo che con tanto intuito artistico l’Impresa Minuti e C. ci ha presentato. E come poteva essere altrimenti! La bella commedia del Gallina, ridotta per lo schermo, non ha perduto niente della sua freschezza e vivacità, acquistando invece maggior pregio per la bellezza e veridicità della principali scene, girate a Venezia ed a Chioggia, con artisti e direttori italiani. Già a lungo e dettagliatamente la stampa Cinematografica ha parlato di questo film, dicendone il bene che realmente non è usurpato, e crediamo inutile il ripetersi degli elogi.
Chi non conosce la delicata e commovente trama di questo lavoro, tante e tante volte rappresentato sulle scene nella indimenticabili interpretazioni delle compagnie di Ferruccio Benini, di Emilio Zago e di Carlo Micheluzzi? E, lo ripetiamo ancora, la commedia niente ha perduto nella riduzione filmistica, ma anzi…

(immagini e testo archivio in penombra)