Roma, luglio 1916
Non occorrono soverchie parole per “presentare” ai nostri lettori la Sala Palestrina, la quale, inaugurata due anni or sono con una esecuzione meravigliosa ed indimenticabile dello Stabat Mater rossiniano, diretto dall’illustre maestro Luigi Mancinelli, costituisce ormai uno dei vanti della Roma artistica e mondana. E il pubblico sa, per tradizione consolidata attraverso una serie di concerti e di spettacoli registrati a lettere d’oro dalle cronache cittadine, che i battenti della splendida sala dei Prati di Castello non s’aprono se non per dare luogo ad avvenimenti d’arte di primissimo ordine. Niente presentazione dunque, ma soltanto una notizia, quanto mai lieta, che sarà raccolta senza dubbio con grande compiacimento: nella Sala Palestrina, pur già magnifica così come era nel suo sontuoso aspetto quasi di moderna basilica, con le sue austere navate, i suoi marmi, i suoi ori, le sue pregevoli pitture, sono stati compiuti in questi giorni alcuni importanti ed opportuni lavori di abbellimento e di adattamento, tanto che essa, giudicata a buon diritto il più ampio e ricco locale di Roma, è divenuto un luogo ammirabile di eleganza, di sfarzo, di modernità per grandi spettacoli cinematografici.
Tali spettacoli — che rivestono carattere assolutamente eccezionale secondo il nobile criterio cui l’impresa di Pirro De Angelis, il geniale proprietario, intende informare l’opera sua — principieranno fra pochissimi giorni e costituiranno una vera e propria stagione di films tra le più importanti ed attraenti delle maggiori Case di produzione italiana ed estera.
Chi passa, di questi giorni, per via Cola di Rienzo, incontro ai Magazzini Zingone, nota un fervore di lavoro innanzi e dentro le quattro grandi porte che sono il nuovo ingresso della Sala Palestrina e sulle quali una squadra di operai sta completando una elegante pensilina luminosa: tra breve tutto sarà in ordine e il pubblico verrà chiamato al primo spettacolo.
Per esso l’impresa ha scelto, con opportuno pensiero, la Stefania, l’imponente nuovissimo dramma d’arte della Brune-Stelli Film, ideato e scritto dal valoroso poeta e collega nostro Fausto Maria Martini e interpretato da Gabriella Besanzoni, la giovane e celebre artista lirica che per la prima volta in questa film si presenta allo schermo. Di Stefania e di Gabriella Besanzoni — che, si noti la simpatica coincidenza, proprio nelle ultime feste di Pasqua venne acclamata nella stessa Sala Palestrina, come insuperabile interprete dello Stabat di Pergolesi — abbiamo avuto più volte occasione di parlare. Torneremo ancora sull’argomento che non mancherà di appassionare nei prossimi giorni il nostro pubblico: per oggi non potevamo tardare nel dare ai lettori la grata notizia.
Nello storico palazzo dei Principi Altieri, in quella magnifica via del Plebiscito, centro dal quale si snodano le arterie dei quartieri più popolosi e più aristocratici di Roma, è sorto il nuovo Cinema Vittorio Emanuele, che viene subito ad annoverarsi fra i teatri cinematografici più grandiosi della Capitale.
A pochi è stato concesso di poter visitare prima della inaugurazione, che è ormai imminente, questo splendido ritrovo, attorno al quale l’ing. arch. Luigi Babini, il decoratore Augusto Salvi, l’elettricista Ottorino De Girolamo ed un esercito di artisti hanno profuso tutte le bellezze che l’arte architettonica può vantare.
L’ingresso principale di questo nuovo Cinema è dalla Via degli Astalli.
Nella sala d’aspetto si aprono due spaziosi ingressi laterali che danno alla platea ed un terzo alle poltrone, mentre due scaloni portano alla civettuola galleria, capace di contenere 300 persone, che gira quasi a metà della sala di proiezioni alla quale otto finestroni danno aria e luce.
Entrando nella sala di proiezioni — 12 per 45 di lunghezza — si prova l’impressione di trovarsi in un luogo di delizie abbaglianti, tanto sono bene disposti gli effetti di luce che mettono in rilievo lo stile barocco che l’adorna. È però un barocco riuscitissimo, tutto leggero in stucco bianco, senza stonature e che dà un senso di vera gaiezza.
Il noto industriale, signor Agostino Nobis, che ne è il proprietario, nulla ha trascurato per renderlo il ritrovo meglio accettato al gran pubblico di Roma: il ritrovo dove passeranno in visione le più grandi manifestazioni d’arte della scena muta.
Il programma di inaugurazione sarà costituito da un forte dramma avventuroso, passionale, in quattro atti, dal titolo Testina d’oro, interpretato dalla grande attrice Mistinguett; l’arte di Mistinguett è ben nota al pubblico per tesserne gli elogi.
Il signor Agostino Nobis, non badando a sacrifici, ha acquistata l’esclusività della detta film, che otterrà certamente il più grande successo cinematografico.
Il nuovo Cinema Vittorio Emanuele è veramente degno di avere come sede lo storico palazzo Altieri.