
Milano, 12 gennaio 1913.
« Un maestro dell’affisso?… Ecco i paroloni! » esclamerebbe il semplicione e simpatico nostro amico Barrère, dalla faccia bonaria e franca… « Va’ buffone! » aggiungerebbe, poi, mentre i suoi occhietti, neri come acini d’uva scintillerebbero ironicamente. Pur tuttavia io continuerei a proclamare, con l’ardore d’un turiferario in preghiera: Barrère è un maestro dell’affisso!…
Le prime vittorie di Barrère nell’illustrazione e nell’arte dell’affisso murale datano da dieci anni fa. Chi s’è scordato de Les Marionettes de la vie di Georges Courteline illustrate da Barrère e degli affissi celebri per Dranem, Polin, la Jolie Fagette, Jeanne d’Alma, le Promenoir des Folies-Bergère ove apparivano Robert Francheville e Polaire e la Bella Otero?
Ma la sua celebrità se l’aveva già fatta con un certo Museo storico, nel quale appariva raffigurato Henri Rochefort accanto a Joseph Reinach, e con le famose stampe sulla Facoltà di Diritto, di Medicina, sul Supplizio dell’Esaminando, sul Dottor Doyen…
In seguito Barrère s’appropriò i muri di Parigi e ne fece la sua esposizione quotidiana tappezzandoli di affissi teatrali: Le Sire de Vergy, La Revue des Folies-Bergère, Le petit Café, ecc…
Dovrei parlare di quelle “Têtes de Turc”, che sono veramente il piatto forte di Fantasio?
Quanti non sono i prodotti industriali, sconosciuti fino a ieri, che il talento di Barrère rende indispensabili oggi, tanta potenza ha la sua arte spiritosa e divertente. Certe volte si augurerebbe una pneumonia sui fiocchi per aver un pretesto per acquistare dei gilets di flanella della casa ch’egli raccomanda.
Che dire della sua arte sì personale che lo stacca da tutti i suoi colleghi e che dà a tutto ciò che tocca un non so che d’indelebile originalità?
Ispiratore di molti, egli non s’ispira da nessuno, lasciando ad altri la cura di raccattare le briciole che cadono dalla tavola d’un Forain o d’un Sem. Per punire i suoi troppo ferventi ammiratori, egli si accontenta di accarezzare loro tratto a tratto la schiena con la punta della matita: è il suo metodo! È ben vero che se i caricaturisti lo volessero potrebbero vendicarsi all’indiana: Non si tratterrebbe che di nominarlo membro dell’Istituto… a vita: ma egli morirebbe!
Collaboratore fin dai primi anni di vita della Casa Pathé, Barrère è l’autore di più di duecento affissi nei quali si libera la sua fantasia inesauribile.
Il suo successo al cinematografo eguaglia, al giorno d’oggi, ed è inseparabile da quello dei suoi caricaturati, da Max Linder a Prince, da Deed alla Mistinguett alla Napierkowska, ecc.
Un pagina non mi basterebbe per citare una sola parte de’ suoi affissi, ma dappertutto, nel cantuccio più recondito ed ignorato dell’Universo, balza improvvisamente, in una fantasmagoria di colori, tutto il genio e lo spirito della razza francese: un affisso de Barrère.
E se, per avventura chiedete al nostro artista:
— Signor Barrère, dove esporrete quest’anno? — egli vi risponderà con un tono un po’ canzonatorio: Ma!… Grazie a Pathé, in tutto il mondo!
(tratto dalla rivista Rivista Pathé)