
Roma, novembre 1914. Inaugurazione del cinema Modernissimo.
Si tratta di un locale centralissimo, assai vasto, decorato ed illuminato con vero sfarzo. Costruito appositamente per gli spettacoli cinematografici, è fornito di due sale gemelle, ciascuna delle quali è capace di circa mille posti a sedere, proporzionatamente ripartiti tra la platea, i palchi e la galleria.
L’orchestra, posta in una specie di cassa armonica, che trovasi tra le due sale, accompagna le proiezioni che in queste si vanno svolgendo simultaneamente.
La Società Romana di Pubblici Spettacoli, che ne ha assunta la gestione, affidandone la Direzione a Bixio Alberini, nipote del Cav. Filoteo Alberini del Cinema Moderno, ha offerto, quale spettacolo d’inaugurazione, il San Marco dell’Ambrosio. Questa film – alla buona riuscita della quale hanno gentilmente concorso, sia il Municipio di Venezia che le Gallerie, i Musei e gl’istituti dello Stato – è destinata certamente, sopratutto per la sua verità storica, a costituire, ovunque si proietti, un avvenimento di non comune valore artistico.
L’Ambrosio può bene a diritto vantare di aver compiuta un’opera vera d’arte. Essa, difatti, nel San Marco, ha voluto dare al mondo la visione intera delle bellezze di Venezia, di quella che Byron definì “il sollievo dei tumulti dell’anima” e Carducci “la religione del cuore” cogliendola nel tempo del suo massimo splendore, allorquando il leone di S. Marco sventolava glorioso sulle spiagge dell’Oriente.
Il San Marco ha avuto la virtù, non certo trascurabile, di tenere, per più giorni di seguito ed a tutto esaurito, lo schermo di questo nuovo cinema, al quale ben si confà l’appellativo di superlativamente moderno.