Il cinematografo è uno strumento potentissimo di diffusione della cultura e di educazione, sia per l’eccezionale buon mercato de’ suoi spettacoli, sia per la maggiore impressione che producono la rapidità dell’azione e l’espressione mimica: la figura vale molto più che non le parole; ed è accertato, infatti, che il fanciullo impara a conoscere una pianta od un fiore od un animale meglio se li veda, sia pure una sola volta, che se il maestro s’indugi a descrivere più volte e con molte parole i caratteri e le proprietà.
Ha poi un grande valore documentario il cinematografo. Se questa macchina fosse esistita già parecchi secoli addietro, oggi sarebbero inutili discussioni e ricerche, le quali spesso allontanano dalla verità piuttosto che avvicinare; ed avrebbe impedito che i fatti subissero deformazioni per opera degli storici, il cui giudizio dipende strettamente dal proprio temperamento e dalle proprie passioni e deve basarsi sempre su documenti o leggende o testimonianze che subiscono interpretazioni diverse e maggiori alterazioni.
Ma, ciò che non ha dato a noi darà alle nuove generazioni: a queste darà il documento esatto dei nostri costumi, della nostra civiltà, della nostra storia.
Ed a proposito, anzi, mi piace riferirvi ciò che io volevo proporre, or è molto tempo, al Ministero dell’Ip (Istruzione Pubblica) e che con la vostra autorità potreste validamente propugnare: che, cioè, nelle maggiori biblioteche nazionali istituiscano delle collezioni di films storiche, nelle quali vengano ritratti gli avvenimenti più importanti, politici e sociali, della nostra vita nazionale e che si ottengano sia a mezzo di personale speciale che requisendo le migliori del genere offerte dalle case produttrici.
Si faciliterebbe, senza dubbio, agli storici venturi il loro compito: e quel che più importa, si eviterebbe che la nostra storia venisse malamente conosciuta, come è avvenuto per quella delle epoche anteriori alla nostra.
intervista a Giuseppe Pagliara, direttore della rivista teatrale Maschera (Lux, giugno 1909)