Febo Mari

Febo Mari Ambrosio Film
Febo Mari, Ambrosio Film

A Messina, in Via Munizione n. 16, alle ore 10 del 16 gennaio 1881, nasce Alfredo Giovanni-Leopoldo Rodriguez, in arte Febo Mari. (dall’atto di nascita pubblicato nel volume Febo Mari, di Nino Genovese, Edizioni Papageno 1998).

“Nella mia Messina, lungo una di quelle viuzze della città distrutta, che tagliavano a scacchi il quartiere mezzano – il quartiere che scendeva dall’altura della Rocca dell’Andria alla banchina del porto – in una di quelle viuzze bianche e fredde, via di Neve, nel patio di una casa catalana, verso il 1895, cinque ragazzi creavano la Scuola d’Arte” (Febo Mari)

E fu così che…

“Il figlio del barone Giovanni Rodriguez – ed è inutile far cenno alle origini – di nome Alfredo e di anni quattordici, entra a far parte di una Scuola de l’Arte improvvisata, unitamente ad altri quattro coetanei storditi dall’audacia e trascinati allo sbaraglio. Il ragazzo Rodriguez aveva deciso di fare il teatro; il che stava significare che avrebbe dovuto provvedersi di una sala con almeno una pedana, un copione, alcune suppellettili, ed infine un pubblico davanti al quale recitare. Poiché il capo era lui, Alfredo, gli toccò fare praticamente tutto, e se gli altri furono in grado di aiutarlo manualmente, il copione doveva inventarlo e scriverlo lui. Lo fece, col titolo Fratello e la recita, non si sa come, avvenne. (…) Inutile aggiungere che per la famiglia Rodriguez, tentativi e proponimenti del genere erano da considersi ragazzate. Che intanto continuasse gli studi e con profitto, possibilmente.

(…)

Alfredo, come voleva la sua famiglia, prese la sua Laurea in Lettere e Filosofia. Ma la sua vera e segreta vocazione era la scena. Giunto a Milano nel 1905, entra nel Circolo Filodrammatico di Arte Moderna (frequenta Labriola, Leone, Monicelli), impara a recitare frequentando (brevemente) i corsi di Teresa Boetti Valvassura, si scrittura nella Compagnia Franchini-Fumagalli (1908), e dopo tre mesi, lo troviamo come primo attore giovane nella compagnia di Virginia Reiter. Meno di un anno dopo, nel 1909, primo attore con Ferruccio Garavaglia: “A trent’anni era già primo attore in un mondo dal difficile incedere, perché i gradini della carriera erano rigorosamente controllati e misurati dai figli d’arte, i nati da genitori attori cui la scena di prosa apparteneva per diritto atavico”(Lucio Ridenti)

Nel 1911 assume la direzione della Compagnia del Teatro Manzoni di Milano. Un anno dopo, forma parte della più aristocratica compagnia stabile italiana, sempre al Manzoni, diretta da Marco Praga, finanziata da Giuseppe Visconti di Modrone (papà del futuro regista teatrale e cinematografico Luchino, che allora aveva soltanto sei anni), capocomici Tina Di Lorenzo ed Armando Falconi. Ma non è tutto, perché nel 1911, Arturo Ambrosio lo invita a debuttare nel cinema, e lui accetta, naturalmente. Nuove esperienze, nuove possibilità, un “mezzo” di espressione “moderno” tutto da esplorare. Verso la fine del 1912, Febo Mari debutta come regista di Il critico, produzione Ambrosio. Passato all’Itala di Pastrone, recita accanto a Zacconi (Padre), alla Menichelli (Il Fuoco, Tigre reale), dirige Zacconi (L’emigrante), se stesso, Valentina Frascaroli e Felice Minotti (La gloria), ha qualche contrasto con Pastrone (o forse no), e ritorna all’Ambrosio per dirigere, in collaborazione con Arturo Ambrosio, il famoso Cenere, unico film interpretato dalla Duse.

Nel 1917, dirige uno dei film più affascinanti (dal mio punto di vista) della sua carriera: Il Fauno.

Nel 1918 fonda a Torino la propria casa di produzione la Mari Film.

Dirige Francesca Bertini, nella sua Bertini Film, e litigano (così racconta la leggenda). Forse per questo accetta d’interpretare una nuova versione di Assunta Spina, diretta da Roberto Roberti (ex regista della Bertini), prodotta ancora una volta da Giuseppe Barattolo, ma interpretata da Rina De Liguoro. Il quartetto Mari-De Liguoro-Barattolo-Di Giacomo, riprova con Mese Mariano, ma non sembra abbia avuto molta fortuna, sono tempi difficili. Per il cinema bisognerà aspettare il 1937. Per il teatro di prosa no, il teatro di prosa, con qualche breve pausa, è da sempre al centro delle attività artistiche di Febo Mari, qualche anno prima della morte aveva interpretato persino un’operetta, Il pipistrello, di Strauss.

Ho dimenticato di segnalre molti film, ma voglio ricordare che fin dal 1895, Mari ha scritto diverse opere teatrali, soggetti per il cinema (realizzati e inediti), articoli per i giornali, un romanzo (Chissà perchè, pubblicato nel 1933), e poesie, racconti, memorie…alcuni introvabili, altri fortunatamente conservati dalla figlia Isa, attrice e segretaria di edizione (La Dolce Vita), scrittrice anche lei di un romanzo portato al cinema: Nella Città dell’Inferno, interpreti Anna Magnani e Giulietta Masina, regia Renato Castellani.

Febo Mari morì improvvisamente a Roma il 6 giugno 1939. La sua seconda moglie e compagna per molti anni Misa Mordeglia, ci ha lasciato diverse testimonianze (scritte e in video), sulla vita e i tempi di questo affascinante e poliedrico personaggio, un giorno mi decido e cerco di costruire un documentario. Anche a me piace sognare ogni tanto!

4 pensieri su “Febo Mari

  1. alessandro Quasimodo

    Mi piacerebbe avere maggiori informazioni su Misa Mordeglia Mari che ho incontrato in studio a Torino dove ho lavorato per la Rai con la regia di Massimo Scaglione.Giovanissimo attore allora,ero rimasto colpito dalla professionalità,gentilezza e simpatia della signora.Vedo che ha lasciato parecchio materiale interessante sulla cinematografia dei primi decenni del secolo scorso e la cosa mi fa’ molto piacere.
    Alessandro Quasimodo

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