
Torino, 18 aprile 1925
Quando venne reso noto il Decreto Governativo col quale si affidava alla Società Autori l’incarico dell’esazione dei diritti erariali sui biglietti dei cinematografi, abbiamo consigliato gli esercenti di tutta Italia a scuotersi una buona volta dalla loro proverbiale apatia, e guardare un pò più in là della punta del proprio naso, poiché prevedevamo a quali risultati ci avrebbe condotto la tutela di un Ente notoriamente avverso al cinematrografo.
In un primo tempo ci è sembrato che la nostra voce fosse stata accolta; infatti si è delineato subito un movimento tendente ad ottenere dal Governo una proroga per avere il tempo di prospettare poi, con più calma, la vera situazione della maggior parte dei locali di proiezione, ed il danno che ne avrebbero risentito. Ma dopo pochi giorni i propositi di resistenza sono sfumati, ed accontentandosi delle solite vaghe promesse i dirigenti del movimento ritornarono sui loro passi e tutto finì come finiscono le cose… cinematografiche. Il decreto ebbe la sua piena effetuazione e la Società degli Autori si è potuta insediare – troneggiante e dispotica – in tutti i locali cinematografici del bell’italo suolo.
Da quel momento gli esercenti finirono di essere padroni in casa propria, per venir guardati e sorvegliati con occhio sospetto, quasi con propositi ostili.
Comunque, ciascuno si assoggettò alle nuove disposizioni, sperando sempre che un giorno o l’altro il Governo si sarebbe persuaso della giustezza dei loro reclami, ed avrebbe concesso un’equa riduzione della tassa, per non mandare in malora una buona parte dei locali, specie di provincia; che non possono sopportare oltre gli enormi tributi a cui sono assoggettati.
In questi giorni si delinea all’orizzonte una nuova minaccia: la Società degli Autori intende elevare di molto la percentuale sui diritti musicali, tanto che a Roma è già avvenuta una riunione dei proprietari di cinematografi, e dopo una lunga discussione è stato votato all’unanimità il seguente ordine del giorno, con la nomina di una Commissione perché lo presenti e lo illustri alle autorità cittadine, e sottoscrivendo un accordo per la eliminazione di una parte della produzione musicale del repertorio dei cinematografi, con conseguente modificazione radicale del complemento orchestrale delle proiezioni:
«L’assemblea generale dei cinematografisti della Sezione Romana, tenuta il 14 aprile 1925, di fronte alla nuova pretesa della Società Italiana degli Autori che con lettera dell’7 aprile 1925 ha comunicato, dal primo di detto mese, l’aumento dal 100 al 150 per cento della tassa mensile per i diritti di autore nella produzione musicale usata, e preannunciato un ulteriore aumento dal 1° novembre p. v. pur sapendo che gli esercizi cinematografici sono in viva attesa dello sgravio del tributo supplementare promesso dal ministro delle Finanze, per garantire la continuità degli spettacoli cinematografici;
mentre richiama l’attenzione del Governo sui gravi effetti del principio che informò la concessione dell’esazione di un tributo erariale ad un Ente privato concorrente del cinematografo e costata che le prevenzioni dei cinematografisti erano pienamente giustificate;
dichiara che il compenso all’autore per la musica eseguita nel cinematografo a secondario complemento dello spettacolo, non può essere di molto inferiore a quello fissato per gli altri spettacoli, che la produzione musicale è parte principale, e necessaria;
chiarisce che le considerazioni avanzate dalla Società degli Autori sugli utili dei cinematografi sono totalmente arbitrarie ed esagerate, poiché all’Ente predetto non sono cognite le ingenti spese imposte agli esercizi in misura molto superiore a quelle delle altre categorie di spettacoli;
conferma che gli esercizi non possono sopportare l’aumento della tassa mensile preteso dalla Società e lo respinge;
e riservandosi di procedere alla radicale immediata modificazione del complemento musicale agli spettacoli cinematografici;
domanda la solidarietà della. Federazione nazionale esercenti Cinema e commercianti in Films per questa importante questione che minaccia gravemente l’intero commercio cinematografico italiano ».
Approviamo incondizionatamente la decisione dei cinematografisti della Capitale e vogliamo credere che di conseguenza si uniformeranno anche quelli delle altre città.
A smorzare gli appetiti della Società degli Autori basterà; per intanto, che si mettano tutti d’accordo onde formare un repertorio cinematografico proprio con musica di pubblico dominio e musica nuova scritta appositamente.
In seguito si potrà pensare alla creazione di un Ente musicale, che potrebbe avere vita rigogliosa e prospera.
Torneremo sull’argomento.