
Nella storia della cinematografia spetta un posto a parte, non solo per il gran numero di film prodotti, ma anche per la qualità di essi, alla « Dora Film » che oltre a tutto lanciò a Napoli i primi film a colori, ai cui destini presiedeva una intera famiglia. Erano decine di persone, fra nipoti, figli e cugini, tutti agli ordini del capostipite Nicola Notari, produttore e operatore, e di sua moglie, Elvira Coda, soggettista e regista. Apparteneva a questa famiglia, anche un fanciullo prodigio, il celebre Gennariello figlio di Nicola e di Elvira.
Nicola Notari, nato a Napoli nel 1875, non appena tornato dal servizio militare, si diede da fare per trovarsi un lavoro. Dopo aver invano bussato a cento porte, capì che, se voleva fare un po’ di soldi, doveva ricorrere all’antichissima arte di arrangiarsi. Aveva avuto fin da fanciullo, Nicola Notari, una spiccata tendenza per la pittura e perciò si mise a sfornare quadri. Raffiguravano scene popolaresche o nature morte o paesaggi; e i proprietari dei bazar dicevano che erano belli, che erano pieni di estro, ma che di quadri ne avevano i depositi pieni. « Perchè non provi a colorare le fotografie? », gli suggerì qualcuno. E Nicola Notari, poco più che ventenne, incominciò appunto a colorare fotografie. Di buon mattino, faceva il giro dei fotografi napoletani i quali gli davano pacchi di fotografie; se le portava nella sua casa di piazza Nazionale e, con un pennelluccio e con l’anilina, metteva il rosa sui volti, il rosso sulle labbra, il verde sulle foglie, e il giallo e il blu sugli abiti. Così la prima professione di Nicola Notari, fu quella del coloratore di fotografie.
Aiutato dalla sorella Olga e più tardi dalla moglie Elvira (il matrimonio era avvenuto nel 1902) Nicola Notari colorava fotografie in serie. Poi, un giorno Troncone e Cattaneo gli fecero la proposta che doveva dare un nuovo corso alla sua vita: « Don Nicolino, ve la sentite di colorare un film? ».
Si trattava, almeno per Napoli, di un’idea rivoluzionaria. I tempi di Natalhie Kalmus, acceso sostenitore del cinema a colori, erano ancora da venire, ma già erano stati colorati primi piani di fotografie animate di Emile Reynaud nel 1892, mentre nel 1896 erano state colorate le pellicole dell’inglese William Paul e, nel 1900 quelle di Fregoli e di Georges Méliès.
Intorno al 1910, così, Nicola Notari munitosi di un oculare da orologiaio si diede a colorare, con certosina pazienza i fotogrammi di una copia del Regno delle mille e una notte. « A quell’epoca io ero bambino — racconta Armando Notari, nipote di Nicola — e avevo appena sette anni, ma ricordo perfettamente lo zio Nicola che, con quello strano ordigno all’occhio, colorava immagine per immagine, particolare per particolare, le pellicole. E ricordo anche che un giorno io, ritenendo che fosse sciroppo di menta, bevvi alcuni sorsi di anilina verde. Stetti male e bisognò chiamare il medico, ma quella insolita bibita mi trasmise l’amore per il cinema e io stesso, in seguito diventai operatore di cabina ».
La proiezione in contemporanea in un locale di Cattaneo e in un locale di Troncone del film colorato Regno delle mille e una notte fece gridare al miracolo. I due cinema furono presi d’assalto, e vennero anche i turisti.
Entrato nel mondo del cinema dalla porta secondaria, Nicola Notari decise di rimanervi e perciò, dato un addio ai pennellucci e all’anilina, incominciò a girare piccole « comiche finali » e gli « arrivederci e grazie ». Quindi, nel 1912, stimolato dalla moglie Elvira, decise di fondare una casa cinematografica per la produzione di lungometraggi; sorse così la « Dora Film » che deve il suo nome a quello di una figlia di Nicola Notari, Dora, oggi maritata Cepparulo.
Vittorio Paliotti Enzo Grano
(Napoli nel Cinema – Azienda Autonoma Soggiorno Cura e Turismo – Napoli Gennaio 1969)