
Domenica, ore 7,25, alla stazione di Termini. Un interminabile treno è pronto per la partenza. Giungo innanzi all’ultimo vagone mentre la locomotiva fischia. Che volete, è un mio vecchio vizio quello di arrivare in stazione solo qualche istante prima che il treno si metta in moto. Preferisco restare a piedi piuttosto che aspettare sul treno l’ora della partenza.
Questa volta non sono rimasto a terra ma sono rimasto in piedi perché il treno era esageratamente affollato, Ma questo non può interessarvi. Ah, pardon; non vi ho detto ancora dove è diretto il treno. Ma, diamine, dovreste capirlo a volo… ad Anzio, la ridente ciltadina laziale bagnata dalle onde del glauco mare tirreno.
È Maggio, fa caldo e di domenica tutti cercano di lasciare le assolate strade di Roma per andare a godere e a respirare un pò d’aria marina.
Un’ora e mezza di viaggio, ed eccomi finalmente ad Anzio. La prima domanda che vi sentite fare appena uscite dalla stazione:
— Signorino, desidera una stanza, un appartamento sul mare?
— Magari! ma non sono un pescecane io. – Riparto questa sera stessa. Son venuto per fare un solo bagno, naturalmente se l’acqua non è fredda; e per mangiare una buona zuppa di pesce.
Inoltrandomi man mano nel paese incontro parecchi visi noti: Tizio, Caio e via di seguito. Ma dove sono: ad Anzio o in uno stabilimento cinematografico?
Giungo sulla spiaggia di levante e vedo un recinto con dentro delle galere romane, e sulla porta del recinto: «Impresa di costruzioni cinematografiche».
Non avete capito? Ad Anzio vi sono gli americani della Goldwyn, che girano «BEN-HUR».
Anzio americanizzata! Sicuro! Figuratevi, oggi vi sono trattorie che hanno camerieri che parlano inglese. Diversamente — dicono — questi americani non riuscirebbero neppure a mangiare. Sono un pò duri ad imparare il nostro bell’idioma. (Riflessioni, queste, non mie ma del cameriere che serviva me in italiano, anzi in romanesco, e gli americani nel loro linguaggio).
Ad Anzio tutti guadagnano e tutti son contenti degli americani. Una sola classe ha pretestato e si è messa in… sciopero quella dei barbieri. Non ridete. È stato fatto obbligo alle comparse di farsi crescere barba e capelli.
Tuttavia, all’amico Malpassuti, non è cresciuto nemmeno un… capello. E il suo… sole risplendeva, domenica, per Anzio, e gettava raggi luminosi dall’automobile che portava Mister Edward e la sua signora.
Domenica, giornata di riposo. E così vediamo vagabondare Silvano Balboni, l’italo-americano operatore, il Conte Mannini, aiutante di campo, Sandro Salvini, dallo sguardo affascinante… Ah, come sono felici le prime bagnanti di poter ammirare da vicino gli idoli dello schermo! Ecco perché l’elegante Serventi, invidioso…, è anche lui ad Anzio e si pavoneggia sulla spiaggia in costume da bagno. Il tritone in cerca di Sirene.
Anche Gabriellino D’Annunzio è qui. Forse per riposarsi delle fatiche del «QUO VADIS?»; forse per prepararsi a dirigere un nuovo soggetto storico: «GARIBALDI». Ma io l’ho visto semplicemente prendersi
un bagno.
— Signore, ecco la zuppa — mi dice il cameriere porgendomi il piatto favorito.
Permettetemi, quindi di far punto e basta.
— Finalmente! — direte voi.
Non me ne importa. Volete favorire?
Americano al seltz
(CC 31 maggio 1924)