
Roma, settembre 1914
Stando alla iscrizione che si legge nel fregio di una delle porte principali, il palazzo, nel quale si trova la sala del già Teatro Capranica, fa condotto a termine nell’anno 1451. Esso fu fatto costruire, sotto il pontificato di Nicola V, dal cardinale Domenico Capranica, che ne voleva fare la degna sede del Ginnasio da lui fondato.
Se non che vicende di successione fecero sì che il palazzo divenisse la residenza della famiglia del cardinale, la quale però, ossequente al volere del defunto, fece costruire nel 1478, attiguo al palazzo stesso, il Collegio che è precisamente quello che tuttora esiste, prospiciente il vicolo prossimo, e che ha il suo ingresso principale sulla piazza.
Rimasto adunque il palazzo in libero possesso della famiglia del defunto cardinale; provvide questa, nell’anno 1679, ad abbattere due appartamenti interni di tre stanze ciascuno, per quivi formare una sala per accademie, com’era in uso presso quasi tutte le nobili famiglie di quel tempo.
Detta sala, sebbene costruita in modo poco solido e precario, fu adibita a rappresentazioni musicali, le quali, da private che erano, divennero ben tosto pubbliche, data la centralità del luogo ed il difetto che allora v’era di locali adatti per pubblici spettacoli.
Nell’anno 1695 la sala assunse aspetto di vero e proprio teatro, in quanto che all’ingiro di essa vennero costruiti, su disegno dell’architetto Buratti, sei ordini di palchi.
Troviamo, d’allora, più volte ricordato, negli annali dell’arte melodrammatica italiana, il Teatro Capranica, come quello che per lungo tempo ospitò le migliori compagnie ed offrì gli spettacoli più pregevoli per allestimento.
Ma la costruzione del teatro che, tutto legno e cartapesta, aveva conservato quel carattere di precarietà che ricordava, attraverso i tempi, le origini di esso, trovò una minaccia seria, che si cangiò ben tosto in una disposizione tassativa, in quelle provvide leggi per l’ incolumità delle persone, le quali leggi, col progredire della civiltà, fecero strada e non tardarono, giustamente, ad imporsi.
E la storica e gloriosa sala del vecchio Teatro Capranica finì col chiudersi.
Occorreva, per poterla riaprire, di apportare ad essa quelle radicali trasformazioni che, in obbedienza alle leggi ed ai regolamenti sull’esercizio delle sale di pubblici spettacoli, garantissero il pubblico da ogni minaccia di pericolo; occorreva non già restaurare ed abbellire, ma bensì demolire e rifare; occorreva, insomma, l’impiego di vistose somme, tali che, nonostante lo sfarzo dei locali congeneri, riuscissero a porre questo, non già tra i primi soltanto, ma primo in modo assoluto, isolato, lungi da qualunque confronto. e
A tutto questo ha munificamente provveduto l’Ecc.ma Casa Capranica, la quale, approvando il bel progetto dell’Ing. Cav. Carlo Waldis, ha disposto la esecuzione di esso, dando senz’altro l’autorizzazione per l’inizio dei lavori.
Ed ora qualche notizia, vera e propria indiscrezione, su quello che sarà la sala.
Si aprirà essa sulla Piazza Capranica — vicinissima a Piazza Montecitorio ed a Piazza Colonna — sul mirabile fronte del palazzo omonimo, monumento nazionale di terza categoria. Un vestibolo amplissimo, riccamente decorato, immetterà, per una magnifica scalea, alla grandiosa sala degli spettacoli, che sarà preceduta da sale minori, di trattenimento e di attesa.
La sala degli spettacoli, di forma rettangolare, sontuosa, vastissima, degna in tutto e per tutto delle sue tradizioni storiche, sarà indubbiamente quanto di più ricco e di più grandioso si sia mai visto nel genere.
Dalla pavimentazione al soffitto, dalle spaziose gallerie alla platea, tutto riuscirà un’opera d’arte compiuta e perfetta, e non un tutto visto e giudicato nel complesso, nell’effetto dell’insieme, ma bensì nell’indagine minuziosa del particolare.
La sala sarà dotata, oltrechè dello schermo, di un vasto palcoscenico, adatto per eventuali spettacoli di varietà.
I lavori sono già all’inizio e, risoluta la questione sorta circa i diritti dei palchettisti del vecchio teatro, i locali verranno sgombrati dalle tarlate armature ed incomincerà senz’altro l’opera alacre e fattiva di rifacimento.
A quando il compimento di essa e, conseguentemente, l’inaugurazione del grandioso Cinema-Teatro?
Su questo, veramente, non potremmo, per ora, pronunziarci; ma, dato che molto, anzi troppo, abbiamo già detto, aggiungiamo che essa avrà luogo, molto probabilmente, nei primi mesi dell’anno 1916.